Alla stazione di Ginevra rubato un violino italiano da 1 milione di dollari

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Pavel Vernikov

Il violino è un raro esemplare delle creazioni del liutaio fiorentino Giovanni Battista Guadagnini nato a Bilegno di Borgonovo Val Tidone il 23 giugno 1711 e morto a Torino il 18 settembre 1786, uno dei più grandi maestri liutai del mondo. Continua a leggere

Andrea Zanzotto, “Eterna riabilitazione da un trauma…”

“Le mie poesie nascono ancora sia dal paesaggio devastato sia dai pensieri sconquassati e incerti delle spinte alla poesia, che ho paragonato per la loro intensità a questi fiumi”. (Andrea Zanzotto)

Come muta la poesia quando il poeta invecchia? E come muta il mondo intorno a lui? Sono alcune delle domande che il poeta si pone, insieme ad altri temi a lui cari: il cambiamento del clima, la distruzione del paesaggio, il vissuto della poesia, la fragilità del corpo…

Conversazione con Andrea Zanzotto di Laura Barile e Ginevra Bompiani (agosto e novembre 2006) con tre poesie inedite. Continua a leggere

E’ morta Perla Cacciaguerra, aveva creato il Museo della Poesia

La scrittrice Perla Cacciaguerra, creatrice del Museo della Poesia e lei stessa poetessa, è morta il 14 febbraio 2012, all’età di 86 anni nella sua fattoria della Contea di Cesa, nel comune di Marciano della Chiana (Arezzo). 

Nel 2000 inaugurò il Museo della Poesia, allestito nei locali della cripta dell’antica chiesa di Santa Lucia, ricostruita nel XVI secolo sulle rovine di quella distrutta intorno al 1200, proprietà del vescovo di Arezzo, acquistata ai primi del ‘900 dal conte Cacciaguerra, padre di Perla, per farci la cantina della fattoria. Il museo era una sorta di cenacolo anche per mostre, incontri culturali, convegni e spettacoli.

Nata a Firenze nel 1926 (la madre era americana, figlia di William Morgan-Schuster di origine tedesca, il quale era noto per aver salvato le finanze iraniane per gli Stati Uniti nel 1911 e che aveva scritto un libro su questo tema con il titolo “The Strangling of Perse”), dopo la seconda guerra mondiale Perla Cacciaguerra lavorò per Rodolfo Siviero a Firenze, il cui compito era quello di riportare nei loro paesi le opere d’arte che erano state rubate e portate in Germania. Successivamente lavorò a Roma per la Fulbright-­Foundation e poi per l’Onu a Ginevra.

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Bijan Zarmandili, ‘I demoni nel deserto’

Giovedì 10 novembre 2011 ore 19.00, Biblioteca Rispoli, Piazza Grazioli 4, a Roma  presentazione di ‘I demoni del deserto’ di Bijan Zarmandili, Nottetempo Edizioni, 2011.

Interverranno con l’autore, Ginevra Bompiani, Sandra Petrignani e Cristina Ali Farah.
Letture di Silvia Grandi con accompagnamento musicale di Ramin Rahmi.

“Bijan Zarmandili vive da quarant’anni in Italia, fa il giornalista, parla e scrive uno splendido italiano, a volte segnato da preziosismi espressivi che ne denotano la matrice letteraria”. La Repubblica

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Patrizia Cavalli, La patria

Un prezioso Sasso delle Edizioni Nottetempo di Ginevra Bompiani, contiene la lunga poesia La patria di Patrizia Cavalli.
Versi indimenticabili che da soli bastano a ricordare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.  
Fra le tante figure possibili di patria richiamate da Patrizia Cavalli ” c’è anche quella di una pazza che ormai / dorme per strada.”
E’ forse uno dei versi più belli. Un verso che lancia, letteralmente, un sasso, che ci folgora e ci fa vedere cosa è diventata oggi la nostra nuova patria: “una pazza che dorme per strada”, una senza più casa, un’emarginata, una “senza fissa dimora”. Una patria che si è spostata , che si è perduta, una patria non più.
“Più che bellezza: è un’appartenenza elementare, semplice, già data. Ah, non toccate niente, non sciupate! C’è la mia patria in quelle pietre, addormentata.”  (Il libretto contiene anche la poesia L’angelo labiale.)

(Luigia Sorrentino)

Ostile e spersa
stranita dalle offese dei cortili,
dalle risorse inesauste dei rumori
per varietà di timbri e gradazioni,
braccata dalle puzze che sinistre
si alzano sempre non si sa mai da dove;
tentata senza esito di uccidere
i gabbiani che hanno occupato l’aria
e le terrazza con urla litigiose
– aerei condomini davvero troppo umani;
sbattuta in poche ore da un normanno
novembre a un greco agosto, sempre più
dubitando, eccomi qui obbligata
a pensare alla patria. Che se io l’avessi
non dovrei più pensarci, sarei nell’agio pigro
e un po’ distratto di chi si muove
nella propria casa, sicuro anche al buio
di scansare, tanto gli è familiare
ogni più scabro spigolo di muro.

da La patria di Patrizia Cavalli

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