Dalì, ritratto di un genio & video

C’è tempo fino al 9 luglio 2012 per vedere la mostra di Salvador Dalì al Vittoriano di Roma.


“Se la pittura non ti vuole, tutto il tuo amore per lei sarà inutile”. Lo diceva Salvador Dalì, nato a Figueras in Catalogna, l’11 maggio del 1904. Figlio di una nuova specie, come indica il suo stesso nome: SALVADOR, crede fermamente di dover riscattare la pittura dall’arte moderna. Il suo grande istinto d’artista è rapido nell’afferrare – si pensi ai colori dei cieli di Dalì, inimitabili – ma pronto anche a lasciar andare. Quest’opera, “Autoritratto di Raffaello” un omaggio al grande maestro, dipinto da Dalì nel 1921 – la più antica esposta al Vittoriano – mostra l’aggressività del genio fin dalla giovane età.

Il video-servizio “Dalì, ritratto di un genio” è di Luigia Sorrentino, montaggio di Massimilano Cantatore.

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/05/dali-sorrentino.mp4[/flv]

Nella mostra del Vittoriano, dipinti, immagini, costumi, video, in un doppio passo: da un lato la spettacolarizzazione, la messa in scena di Dalì che utilizzava il suo corpo come opera d’arte, dall’altro i suoi capolavori e infine una ricostruzione storico-documentaria che mette in evidenza, per la prima volta, il rapporto che Dalì ebbe con l’Italia.

Il lungo lavoro con Luchino Visconti per la scenografia di ‘Rosalinda’ portata in scena all’Eliseo nel 1948. In molte opere di Dalì è presente Gala, la sua consorte, e musa ispiratrice, ex moglie del poeta surrealista Paul Eluard incontrata a Parigi e ‘trasferita’ in Catalogna. Una donna colta, intelligente e straordianariamente intuitiva.

Seduttiva e sfuggente, secondo alcuni, è rimasta al di qua del proprio talento per governare e amministrare l’agenda e le finanze di Dalì. Ma, secondo altri, Gala contribuì con idee sue all’opera di Dalì che non mancava di manifestarle pubblicamente la sua gratitudine definendola la persona che lo aveva salvato dal perdersi come pittore e dall’impazzire come uomo.

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