Addio a Elena Salibra

fotoSi è spenta la notte di giovedì 4 dicembre la poetessa Elena Salibra, docente di Letteratura italiana al dipartimento di Filologia Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. I funerali si terranno domani, venerdì 5 dicembre, alle ore 15, nella chiesa di San Frediano, a Pisa.
Per ricordarle Elena Salibra vi riproponiamo la recensione e alcune poesie uscite qualche mese fa su questo blog in occasione della pubblicazione della sua ultima raccolta di poesie “Nordiche” (Ed. Stampa, 2014) con la quale Elena Salibra ha vinto il premio letterario Pisa per la poesia.
di Luigia Sorrentino
 
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Elena Salibra, Premio Pisa per la Poesia

(Foto da Pisa Informa Flash)

(Foto da Pisa Informa Flash)


È stato attribuito a Elena Salibra, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università di Pisa, il Premio Letterario Pisa per la Poesia, che ogni anno assegna riconoscimenti a scrittori, poeti e scienziati che si sono distinti per le loro opere, per i meriti nelle loro professioni e per le loro significative o eccezionali scoperte.
La professoressa Salibra (nell’immagine a sinistra mentre riceve la targa dall’assessore Dario Danti) è stata premiata per la sua raccolta di poesie “Nordiche” (ed. Stampa 2014). La cerimonia si è svolta sabato 24 ottobre al Teatro Verdi di Pisa.
Sempre nell’ambito del Premio Letterario Pisa, premi speciali sono stati assegnati ad altri insigni studiosi dell’Università di Pisa: Guido Tonelli, docente di fisica e coordinatore di uno dei due gruppi di ricerca al Cern di Ginevra che ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs che ha spalancato la strada al Nobel per la fisica a Englert e Higgs, ha ricevuto la medaglia d’onore del Presidente della Repubblica Italiana. Il premio speciale “Renato Buoncristiani” è stato assegnato invece al chirurgo Orlando Goletti, docente di Chirurgia generale dell’ Ateneo.
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Elena Salibra, "Nordiche"

 
 
JOB02414SALIBRA_COVERRecensione di Luigia Sorrentino
“Indugiano i sogni sulla soglia del sonno” scrive Elena Salibra in una delle poesie contenute nella sezione eponima del suo nuovo libro, “Nordiche” (Stampa, 2014), con prefazione di Maurizio Cucchi.
Questo libro, forte ed elegante,  esprime il segno di una vitalità estrema, talvolta anche giocosa, ironica, e, al tempo stesso, traccia con il sangue, un dolore estremo e incancellabile. Due opposti coesistono nell’opera della maturità di Elena Salibra e trovano compatibilità in un perenne contraddittorio.  “Nordiche” sono le città, dove “una notte di intensa luce rischiara”. Terre sulle quali si vorrebbe sostare, nel maggio inoltrato,  ma non si può, non è dato, il viaggio deve proseguire, è necessario avanzare, raggiungere il confine,  dove quasi sempre è buio e vi è solo il chiarore del ghiaccio a illuminare il cammino. Stiamo per raggiungere una terra lontanissima, dove non c’è più alcuna forma di vita apparente: gli enormi ghiacciai del mare glaciale Artico, sono attraversati dal riverbero di una solitaria e pallida traccia di sole. Lì tutto si trasforma in un cristallo, compatto e muto, e  la memoria – ciò che eravamo – si iberna, paralizzata nel tempo.
Con una  lingua leggera e lirica che ha perduto la gravità dell’esistere, l’autrice dèvia, abbandona, frantuma più volte, la linearità del “discorso” di ogni singolo componimento, per scivolare sempre più sul terreno instabile e precario della condizione umana che preme nel costato. Continua a leggere