Franca Mancinelli, “Tutti gli occhi che ho aperto”

Franca Mancinelli / Credits ph. Enrico Chiaretti

quando tornerai a vedere, troverai ogni cosa sorretta dai rami. Non è accaduto niente. Siamo qui, su questa intelaiatura di foglie. A tratti un grido spalanca la gola. Perdiamo tepore. Allora si scuote, ci culla nel vento leggero.

*

ritorno, ascolto l’aria. E poi salto.
I dove sono tutti provvisori.
Crescono come i rami.

*

l’infinito dei morti
espande un’altra galassia.
Il rosso nel buio continua
a sfociare nel mare
dove siamo senza corpo accucciati.

*

stringe la stanza come una mano
due pezzi di pane a sbriciolarsi

corpo esangue di nessuno
fate questo dimenticando
di voi solo un residuo
da spazzare via.

*

siamo noi, polline e polvere.
Poche ore per ere di lontananza.
Come la chioma di un albero prima
della bufera. Avere due occhi
riconoscerti. Di ogni tuo nome
porto alla bocca
tra sillabe di silenzio. Continua a leggere

Franca Mancinelli, “Pasta Madre”

Anticipazione editoriale
Pasta Madre
di Franca Mancinelli (Nino Aragno Editore 2013)
a cura di Luigia Sorrentino

“C’è un filo elettrico che percorre i versi di Franca Mancinelli, uno stato d’allarme, qualcosa che ci costringe all’attenzione. Sono stati scritti alla finestra, in una zona di frontiera e di dogana. E sono stati scritti dopo un difficile cammino tra le parole, con pagine lasciate bianche e silenziose. Di tale cammino portano il peso, la ferita e la tensione, ma anche il sapere. […] Tutto il libro è un sottrarre e un levigare, uno sforzo di purificarsi, di giungere a una nudità che è conoscenza.”
dalla prefazione di Milo De Angelis

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