Franca Mancinelli, “Tutti gli occhi che ho aperto”

Franca Mancinelli / Credits ph. Enrico Chiaretti

quando tornerai a vedere, troverai ogni cosa sorretta dai rami. Non è accaduto niente. Siamo qui, su questa intelaiatura di foglie. A tratti un grido spalanca la gola. Perdiamo tepore. Allora si scuote, ci culla nel vento leggero.

*

ritorno, ascolto l’aria. E poi salto.
I dove sono tutti provvisori.
Crescono come i rami.

*

l’infinito dei morti
espande un’altra galassia.
Il rosso nel buio continua
a sfociare nel mare
dove siamo senza corpo accucciati.

*

stringe la stanza come una mano
due pezzi di pane a sbriciolarsi

corpo esangue di nessuno
fate questo dimenticando
di voi solo un residuo
da spazzare via.

*

siamo noi, polline e polvere.
Poche ore per ere di lontananza.
Come la chioma di un albero prima
della bufera. Avere due occhi
riconoscerti. Di ogni tuo nome
porto alla bocca
tra sillabe di silenzio. Continua a leggere

Italo Testa, “L’indifferenza naturale”

Italo Testa

(il regno dei corvi)

gennaio. solo le foglie di quercia
durano sui rami. cammini lento
sui piani castellani. a mezzogiorno
nell’azzurro i cacciabombardieri
rompono il silenzio dei filari.
la terra così tenera che cede
a ogni passo trema sorda al rombo
dei reattori. nell’acqua di un fosso
la scia bianca fugge in un riflesso.
sciabola la luce tra i bagliori.
sui campi scuri, rivoltati, splende
la matassa dei rovi imbiancati.
il regno vitreo dei corvi s’accende
tra i fazzoletti sparsi degli amanti.

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