Franca Mancinelli, “Tutti gli occhi che ho aperto”

Franca Mancinelli / Credits ph. Enrico Chiaretti

quando tornerai a vedere, troverai ogni cosa sorretta dai rami. Non è accaduto niente. Siamo qui, su questa intelaiatura di foglie. A tratti un grido spalanca la gola. Perdiamo tepore. Allora si scuote, ci culla nel vento leggero.

*

ritorno, ascolto l’aria. E poi salto.
I dove sono tutti provvisori.
Crescono come i rami.

*

l’infinito dei morti
espande un’altra galassia.
Il rosso nel buio continua
a sfociare nel mare
dove siamo senza corpo accucciati.

*

stringe la stanza come una mano
due pezzi di pane a sbriciolarsi

corpo esangue di nessuno
fate questo dimenticando
di voi solo un residuo
da spazzare via.

*

siamo noi, polline e polvere.
Poche ore per ere di lontananza.
Come la chioma di un albero prima
della bufera. Avere due occhi
riconoscerti. Di ogni tuo nome
porto alla bocca
tra sillabe di silenzio. Continua a leggere