Vera Mocella, “Tra pietre troppo dure”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Vera Mocella dedica la sua raccolta di versi “Tra pietre troppo dure” , Mef Editore, L’autore Libri Firenze 2012 (euro7,90)  a tutte le persone che hanno attraversato la sua vita donandole “la limpidezza del loro sguardo e la gratuità del loro amore”. Vera dedica queste poesie a chi vive nel suo cuore “come un canto o una melodia ininterrotta”.
Vera Mocella è nata a Napoli e vive tra Avellino e l’Alta Irpinia. Giornalista professionista dal 2006, ha collaborato con diversi quotidiani tra i quali “La Repubblica” e “La Nuova Sardegna”. La sua prima pubblicazione è del 2007 Destini di luce. E’ presente nella Storia della poesia irpina (dal primo novecento a oggi) scritta da Paolo Saggese.

Antiche ferite

Si sono riaperte le vecchie ferite,
le antiche ferite dell’infanzia si sono aperte e sanguinano.
La fragilità non è ancora sconfitta.
Ritornano le antiche ferite
e quella ragazzina attende ancora un abbraccio
che la sollevi dalla sua misteriosa pena.
Gli usignoli azzurri sono tornati –
usignoli azzurri del cuore.
Una scorciatoia di lillà
delimita l’infanzia.
Il tuo cuore
pieno di spine dei Getsemani.
Sofferenze che ignori
al limitare del bosco delle favole.
Il tramonto,
dietro le colline,
è una preghiera rosso fuoco.

***

Le pietre

Le pietre,
le pietre e i ciottoli
del viale
hanno accolto
il grido dei poveri,
e hanno ascoltato
il loro dolore.
Le pietre,
lievi o aguzze,
che il nostro odio calpesta.
passi inumani
sulla nostra anima.
Il grigio
intristisce il cuore.

***

Volano i giorni

E volano i giorni
e anche il mio addio
vola sempre da te.
Si raggrinziscono le mani
bagnate e baciate dall’acqua
troppo a lungo.
E anche a te
i miei sogni fanno male,
come le pietre acute,
lanciate nello stagno,
da un’inesperta bambina.

1 pensiero su “Vera Mocella, “Tra pietre troppo dure”

  1. Un’infanzia che lascia ferite, una fragilità che perdura.Un credito di amore e di fiducia che ancora la vita non ha pagato. Pietre e spine, antiche e nuove, che ancora fanno male. Alla fine, anche i sogni e le favole fanno male, poiché o non nascono o nascono in modo abortivo in un ambiente che li nega. Ancora la vita le duole (pietre, spine,passi inumani,attese tradite, grido dei poveri, ecc.), ancora non un sorriso, non la speranza che “gli usignoli azzurri del cuore” riescano a volare…

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