Tiziana Sola, “L’umanità al crepuscolo”

Tiziana Sola

DOPO IL CORONAVIRUS:
RIFLESSIONI PSICOANALITICHE TRA MICROCOSMI UMANI E MACROCOSMO AMBIENTALE

DI TIZIANA SOLA

Quello che c’è di fuori, lo sappiamo soltanto
dal viso animale; perché noi, un tenero
bambino già lo si 
volge, lo si costringe a
riguardare indietro e vedere
figurazioni soltanto e non l’aperto ch’è sì
profondo nel volto delle bestie. Libero
da morte…

Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi, Ottava Elegia

 

È il crepuscolo di una Pasquetta insolita. Insolita perché la libertà di restare a casa è condizionata dall’intimazione a non muoversi. Intimazione legittimata dalle esigenze di una pandemia che in poche settimane ha rivoluzionato la nostra vita. La sua imprevedibilità ha scardinato i nostri ritmi, la sua forza contaminante limitato i nostri movimenti. Il SARS-CoV-2 è piombato come un’onda anomala sull’ordine delle nostre esistenze, inducendoci a rinchiuderci, a sconvolgere consuetudini fino ad un mese fa acquisite come certezze inconfutabili. Il suo impatto traumatico ha risvegliato in noi paure primitive e diffidenze verso gli altri, abolito ogni visione o proiezione futura, obbligandoci ad un lavoro mentale per ricercare un altro ordine, un altro senso delle cose”.

Scrivevo così più di un mese fa, nella quiete del mio studio, in pieno periodo di confinamento, sullo sfondo di una splendida primavera, che grata del silenzio umano, pareva libera di esibire i suoi fruscii e cinguettii. In quella sorta di vuoto e di allentamento temporale in cui tutti eravamo immersi, cercavo nella scrittura un modo per pensare e metabolizzare il magma di emozioni che invadeva i miei pensieri, un misto di spaesamento e di interrogativa curiosità, di leggera euforia, quasi a “non voler perdere, come dice Paolo Giordano nel suo Nel contagio (2020) ciò che l’epidemia ci sta svelando di noi stessi”.

Il SARS-CoV-2 ha sovvertito l’ordine delle nostre vite e minacciato le evidenze della scienza. Ora siamo al dopo, mentre il mondo si rimette in moto. La riacquistata libertà, per tanti il segno del ritorno ad un’agognata normalità, comporta il rischio che il grave carico luttuoso che la pandemia ha generato, si perda in una sorta di “fuga nella guarigione”, privandoci della possibilità di intraprendere un nuovo necessario percorso.

La crisi pandemica si innesta invero in una contemporaneità già attraversata da mutamenti radicali che impattano, in senso antropologico e psicopatologico, sulla visione identitaria dell’uomo e dei suoi rapporti con il proprio ambiente. Da vari anni la riflessione psicoanalitica si è concentrata su tali cambiamenti, generati dalle “storture” di un mondo globalizzato e tecnologizzato, tanto da accelerare le trasformazioni della nostra condizione umana e generare quelli che in tanti definiscono i “nuovi disagi della civiltà”, con riferimento alla celeberrima opera eponima di Freud del 1929. Nel tentativo di sondare il senso delle nuove declinazioni della sofferenza mentale, fondate prevalentemente sullo sfaldamento della struttura identitaria-narcisistica con conseguenti modificazioni della funzione dell’Io e dei suoi rapporti con l’intrapsichico e l’inter-psichico, la psicoanalisi si è impegnata non solo a riesaminare alcuni paradigmi fondamentali, come l’inconscio, il conflitto edipico, il Super-Io, “sbiaditi” se non vanificati nella loro funzione strutturante, dalla esasperazione della modernità (Recalcati 2010 ; Borrelli e Al. 2013), ma anche ad interrogarsi se tali mutamenti realizzino la rottura di forme anteriori di socializzazione. Rottura che si ripercuote in un nuovo stato di legame sociale contrassegnato dal rischio, supposto, della caduta in una nuova barbarie e di una società contrassegnata dal male assoluto (Richard 2011; Bourdin 2013). Sono interrogativi che rimettono in questione i rapporti tra il fondo primitivo della psiche, ovvero la costituzione biologica della specie umana, e le capacità sublimatrici e civilizzatrici dell’uomo. Continua a leggere

Lacan, oggi

lacanAppuntamento
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Presentazione: Lacan Oggi, Sette conversazioni per capire Lacan, di Sergio Benvenuto e Antonio Lucci, Mimesis, 2014.
Partecipano Sergio Benvenuto, direttore del European Journal of Psychoanalysis, Paola Francesconi, psicoanalista, Paolo Valesio, presidente del CSSV.
Alle ore 17.00
Museo di S. Colombano (Via Parigi, 5 – Bologna).
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Jacques Lacan, con Freud e Jung, è lo psicanalista più interessante del nostro tempo. Il suo lavoro e la sua personalità interpretano e incarnano le pulsioni di una società che per tanti versi proprio Lacan ci aiuta a decifrare. In questo libro due appassionati studiosi del pensiero di Lacan lo rimettono in gioco e lo attualizzano in un dialogo tra pratica psicoanalitica, scienze sociali e filosofia. Continua a leggere

Vilma De Gasperin , "Lezioni di lingua"

lezioni_linguaNota di Vivian Lamarque
Non amo generalmente i libri con la fotografia dell’autore, ma nel caso di Vilma De Gasperin e soprattutto pensando al titolo della sua opera prima, “Lezioni di lingua”, ci sarebbe stata proprio bene la foto dell’autrice il giorno della “Matriculation Ceremony” al St Cross College di Oxford. Sembra uscita da un film inglese, lei è la protagonista,la più eterea del college, la più biondazzurra, poi si apre il libro e il rasoio affilato dei versi riporta subito il lettore a terra, tanto più bruscamente quanto più in alto l’angelo della foto l’aveva involato.
Impara l’uso delle forbiciate chi nel suo passato prossimo o meglio ancora remoto le ha ricevute e non rese,la restituzione avviene ora sotto forma di crudeli lezioni grammaticali, per mezzo di interrogative dirette e indirette, di dimostrativi e possessivi, di apparentemente innocenti modi e tempi verbali. Continua a leggere

Sigmund Freud, ‘Racconti analitici’

Forse basterebbe ricordare come la psicanalisi sia narrazione e, poi, come i casi, i disagi, i problemi psichici e esistenziali degli uomni siano il tema fondante della letteratura, poesia e narrativa, sin dall’antichità classica, per capire come certi scritti di Freud, il racconto dei suoi casi, possano essere letti come pagine letterarie, a prescindere dal fatto che nascessero da storie vere, o almeno vere nella memoria del protagonista e nell’interpretazione dell’ analista.

SIGMUND FREUD, ‘RACCONTI ANALITICI’ EINAUDI, 2011 (85,00 euro).

 

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Sarah Bynum, “Madeleine dorme”

Unanimemente promosso dalla critica americana, il romanzo “Madeleine dorme” di Sarah Bynum (Transeuropa Edizioni 2011) arriva finalmente anche in Italia. Un debutto, quello della casa editrice nella narrativa straniera, che al tempo stesso rappresenta anche una conferma: la qualità innanzi tutto.

“Madeleine is sleeping” venne pubblicato per la prima volta nel 2004 dall’editore statunitense Harcourt, fermamente convinto dell’assoluta originalità del testo ciò nonostante assolutamente inconsapevole di quello che di lì a poco sarebbe successo. E accadde che “The New Yorker” inserì l’autrice esordiente Sarah Shun-lien Bynum – americana di origini cinesi – nei 20 migliori scrittori di fiction under 40, inoltre accadde che autori tipo Jonathan Franzen, Michael Cunningham, Marilynne Robinson e ZZ Packer salutarono quell’esordio come uno dei più felici della letteratura americana degli ultimi vent’anni. Continua a leggere