Jackie Kay, “Compagna”

Jackie Kay, per gentile concessione dell’autrice

Anteprima editoriale: Jackie Kay, Compagna, Giuliano Ladolfi, Collana Zaffiro, 2018. Poesie con testo originale a fronte, tradotte in italiano da Floriana Marinzuli e da Bernardino Nera.

Strawberry Meringue

for Edwin Morgan

The time before the last time I saw you
my mum and I bought you a strawberry meringue,
a vanilla slice and a cream fancy
and round your bed we three
had our own wee tea party;
a nice auxiliary, Nancy, brought the tea,
and we thought of words to rhyme with meringue.
Did you say harangue? Am I right or am I wrong?

The old Home used to take you to Dobbies
on Mondays when they did marvellous meringues,
you said, your boyish eyes gleaming.
Then you asked me if I’d read Orhan Pamuk’s
Snow, or Red, which was open on your bed,

and told me of a poem
you were translating from the Russian,
and asked me after my son, and Carol Ann.
Love, you said, Ah love, wistfully.
If you can be friends you’re doing not bad.
In your room today are perhaps a dozen books
and a few favoured paintings; life pared down,
clean as an uncluttered mind.
Friendship, dear Edwin, a scone, a meringue,
and your poems hovering like old friends too,
or old lovers – Strawberries, that last thrilling line –

Meringhe alle fragole

per Edwin Morgan*

La volta prima dell’ultima di quando ti ho visto
mia madre ed io ti abbiamo comprato una meringata alle fragole,
una fetta di millefoglie e una brioche glassata alla crema
e noi tre attorno al tuo letto
abbiamo fatto una piccola festa;
un’infermiera gentile, Nancy, ha portato il tè,
e abbiamo pensato alle parole che rimassero con meringhe.
Hai detto arringhe? Mi sbaglio o no?

All’altra Casa, ti portavano da Dobbies** di lunedì,
quando facevano delle meringhe deliziose
hai raccontato con occhi luccicanti da bambino.
Poi mi hai chiesto se avessi letto i romanzi di Orhan Pamuk
Neve, oppure Il mio nome è Rosso, che era aperto sul letto,
e mi hai parlato di una poesia
che stavi traducendo dal russo,
e mi hai chiesto di mio figlio e di Carol Ann.
L’amore, hai detto, Ah l’amore, con nostalgia.
Se restate amiche va bene così.

Oggi nella tua stanza c’è forse una dozzina di libri
e alcuni quadri preferiti; una vita ridotta all’essenziale,
limpida come una mente sgombra.
L’amicizia, caro Edwin, uno scone, una meringa,
e anche le tue poesie tutte intorno come vecchi amici,
o vecchi amanti – Fragole, quell’ultimo verso intrigante –

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Fernande Olivier, “Picasso e i suoi amici”

Nello scaffale: Fernande Olivier
a cura di Luigia Sorrentino

Compagna di Picasso dal 1904 al 1912, Fernande Olivier è stata partecipe dei primi anni dell’artista a Parigi, testimone dei rapporti intimi e quotidiani fra personalità straordinarie che in queste pagine rivivono per noi con la freschezza di una scoperta. Testimonianza unica, memoria intima e preziosa, che restituisce il colore di un’epoca leggendaria della cultura e dell’arte francese, un’epoca divenuta presto punto di riferimento obbligato per la cultura e l’arte mondiali.

Attorno al giovane e ardente Pablo Picasso e alla sua amante Fernande si stringe un drappello di originali, la «banda Picasso»: il generoso Max Jacob e l’avaro Apollinaire, sempre insieme a Marie Laurencin, l’opportunista; Rousseau il Continua a leggere