Giorgio Caproni, nel 2012 ricorre il centenario dalla nascita

Alla vigilia del centenario della nascita del poeta Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), qui accanto ritratto da Dino Ignani, il figlio, Attilio Mauro Caproni, 70 anni, professore ordinario di bibliografia all’Università degli Studi di Udine, sfata i ricorrenti pregiudizi dell’interpretazione critica sul padre. “Giorgio Caproni era devoto a Maria e andava regolarmente a messa ogni domenica, così come recitava quotidianamente le preghiere.

“Per Giorgio Caproni” è il titolo del “Quaderno” che la rivista “Studi cattolici” dedica al grande poeta nel centenario della nascita.

Caproni ebbe uno speciale rapporto con il mensile, come è testimoniato dall’intensa corrispondenza con il direttore Cesare Cavalleri e dall’intervista – rilasciata nel 1983 e ora riprodotta – in cui lasciò trapelare la sua ricerca interiore.

“Avvenire” ha anticipato oggi il dialogo tra il giornalista Alessandro Rivali e Attilio Mauro Caproni, da cui si apprende, attraverso le parole del figlio, che lo scrittore “amava molto i Padri della Chiesa, con una particolare predilezione per il sant’Agostino delle Confessioni e del De Civitate Dei”.  

“Vorrei sfatare una volta per tutte la presunta irreligiosità di mio padre. Si parla di un Caproni ateo. Iniziò un colloquio con Dio nella sua seconda stagione della vita – ricorda il figlio del poeta – o forse sarebbe meglio dire un colloquio con la trascendenza. Era un rapporto basato sulla ricerca del bene e del male. Faceva fatica a trovare Dio perché faceva fatica a trovare il bene, senz’altro meno appariscente del male, che invece si incontra tutti i giorni. L’etichetta di ateo è stata attaccata in modo troppo sbrigativo, anche perché lui era profondamente religioso”.

“Andava a Messa tutte le domeniche con mia madre – continua il figlio del poeta – Forse ci andava per accontentarla, ma comunque ci andava. Diceva le preghiere due volte al giorno e un po’ si seccava se
tu te ne accorgevi. Era molto devoto alla Madonna della Guardia di cui aveva un’immaginetta nel taccuino. Poi la smarrì e ci restò molto male. Era un’immagine molto consumata vecchia di quarant’anni. Mia
madre gliene porto’ un’altra. Sulla sua scrivania c’erano due testi che leggeva regolarmente: l’Antico e il Nuovo Testamento”.

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