Opere Inedite, Vera D’Atri

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Quando scrivo è per cercare fiato. Con stato d’animo curioso  provo a star dietro a quelle visioni  che nascono ogni giorno e che sono una confusa e primitiva parte di me. Poi, con un lavoro che completa l’intuizione, una volta catturata l’immagine cerco l’equilibrio, il suono da adattare. Ogni parola deve prestarsi a tutte le altre, fornire oltre che un senso anche una specie di armonia. A volte procedo con tranquillità, altre è possibile ch’io venga dirottata dalla forza di singole parole, capitandomi in definitiva di dover ammettere che il testo (come fosse esso stesso una creatura indipendente dalla mia volontà) abbia voluto svelare una sua sconosciuta verità. A volte mi viene da pensare che proprio da questa prepotenza nasca la migliore poesia.

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