Alessia D’Errigo, “Pasto Vergine”

 

foto-Alessia-D'ErrigoNon credo di aver scritto “Pasto Vergine”con molta consapevolezza; non mi ero data nessuna tematica, nessun riferimento, nessun punto di partenza. Ho lasciato che le parole arrivassero.

Vengo dal teatro e prima ancora dalla danza. Da anni porto avanti un enorme lavoro sulla ‘parola parlata’ e soprattutto sulla parola poetica. Negli anni e con l’esperienza, avida e curiosa, sono andata avanti con la mia ricerca in maniera sempre più estrema e assoluta, come se non ci fossero mai punti di arrivo ma sempre nuove possibilità di apprendimento, nuovi linguaggi e forme espressive. Via via si è andata a delineare una mia identità artistica e sono andata a definire i punti più importanti del mio lavoro: diventare corpo cavo, essere agiti, lavorare sugli stati alterati di coscienza. Continua a leggere