Domenico Brancale, “Per diverse ragioni”

Dalla nota di Alberto Manguel

Se volessimo immaginare il metodo di lavoro di Brancale, è esattamente la tecnica di Rodin: nello scolpire Rodin aggiungeva argilla alla forma che costruiva, Brancale sottrae, sottrae e continua a sottrarre finché non resta che un granello di senso, ma che grano! In una poesia Brancale dice: «Il cuore è perfetto in ogni battito dell’imperfezione», ossia il cuore raggiunge la sua perfetta condizione esistenziale attraverso l’imperfezione del suo battito, come – potremmo anche dire – il poeta raggiunge la sua perfetta condizione esistenziale attraverso l’imperfezione del linguaggio, attraverso ciò che non può essere detto. La metafora, lo sappiamo, è un’ammissione del fallimento del linguaggio; forse per questo Brancale utilizza metafore così di rado. Le sue immagini valgono a se stesse. L’originalità non è necessariamente ammirabile in un’opera letteraria, ma quando essa è riuscita, sentiamo che quell’opera potrebbe avere duemila anni di vita, come per esempio: «la porta sulla stagione di un altro corpo.»
(Traduzione di Federica Cremaschi)

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Cinque finalisti al Gregor Van Rezzori

Appuntamento

Jennifer Egan con “Guardami” (Minimum Fax), Etgar Keret con “All’improvviso bussano alla porta”  (Feltrinelli), Atiq Rahimi con “Maledetto Dostoevskij” (Einaudi), Juan Gabriel Vasquez con “Il rumore delle cose che cadono” (Ponte alle Grazie) e Jeanette Winterson con “Perché essere felice quando puoi essere normale?” (Mondadori). 

Sono questi i libri che compongono la cinquina del Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze per la migliore opera di narrativa straniera tradotta in Italia, giunto alla sua settima edizione. Continua a leggere