Emanuele Canzaniello, poesie

Emanuele Canzaniello, Foto di proprietà dell’autore

Vi proponiamo la lettura di alcune poesie di Emanuele Canzaniello tratte da “In principio era la paura” (PeQuod, 2023)

Anche dove il piacere non sa nulla del divieto che infrange,ha pur sempre origine dalla civiltà, dall’ordine stabile, onde aspira a ritornare alla natura da cui quell’ordine lo protegge.
Solo là dove un sogno li riporta (…) alla preistoria senza autorità e disciplina,
gli uomini provano l’incantesimo del piacere.
T. W. Adorno e M. Horkheimer, Dialettica dell’Illuminismo

Con te nel passato
Nelle buie viscere
Senza ostacolo né premura
Nelle cavità della terra
Tra le prime ossa sepolte
E le divorate,
Lungo il Paleolitico inferiore,
Buio di due milioni di anni
E giorni e soli che non tornano
E terrori della notte.
Il primate omicida è nato
E biologia e colpa si erigono
Nei templi di pietra,
Arma e cerchio del fuoco.
La civiltà è questo doppio,
Il simulacro dei tori e dei cavalli
E l’animale ucciso,
La necessaria vista del sangue
Per il primate accresciuto
Dalla conoscenza estesa.
Con te nel passato
Nelle buie viscere,
Prima che ogni muscolo ogni spasmo
Ogni piacere conoscesse l’ordine
Che ci separa e protegge.
Le mani sulla roccia sono il grido.

***

Presto sarò donna,
Lo dice il mio corpo
Che dopo i trenta sperimenta
Orgasmi continui inanellati
Al cerchio magico del glande.
E stamattina, il diluvio
Mi scolora e svuota
Sin dai sogni della notte,
Ricchi di una polluzione densa.
Ricco di un mare lucreziano
E di idola dal ventre di seta.
Dopo ore, nel traffico
I segni di un nuovo orgasmo
Pulsano dall’inguine, si diramano
Si acuiscono, si concentrano
Mentre sfilo, solo, accanto al Maradona
Nel primo anniversario della morte,
E festeggio l’ascesa al cielo.

Una delle versioni
Dell’innumerevole
Enumera un’intera specie di uccelli hawaiani,
Moho è il loro nome.
A loro è toccata la fine,
L’ultimo esemplare
Ha cantato un’ultima canzone,
In un’unica notte immotivata
E da lontano e da vicino
Nessuno ha risposto
Nessun altro della specie esisteva più.
L’ultimo è scappato via,
Solo, è tornato a sentire una registrazione
Del suo canto, predisposta
Dall’ornitologia che misurava l’estinzione.
L’ultimo di un’intera specie
È morto così
In una sola notte.
L’uomo che registrava quel canto
D. Boynton
Solo morirà volando lontano da una rupe.
Di cosa moriremo tutti?
Cosa canteremo tutti?

***

Si costruisce la casa
Di rami intagliati,
La capanna fortezza
E i rami li intaglia una mano,
Come nel dipinto di Cranach
Una mano di collisioni
E di pianeti,
La mano intaglia la magia
E protegge l’antico rifugio
Dalla forza dell’astro,
Il sole padrone del cosmo,
Melancholia.
E dentro di essa c’è il sapere,
Il predisporsi alla gioia della rovina.
Il soggetto melancolico,
Chi nasconde crolli
Vive con familiarità e sollievo
La collisione che arriva,
Che si annuncia, che la guerra promette.
Dalla capanna intagliata
Ogni sera, alla luce di una candela,
Osserva le immagini dei cieli anneriti,
Della terra smossa, dei cementi resi radiografia di sé.
E quando avrà visto il busto
Viola, a terra, nel buio delle cose
Dai margini rialzati della pelle
Bruciata in un solo segno, alto
Escrescente e annerito, sulla pelle chiara,
Vorrà essere lui.

***


Mulholland drive

Sai che è il nome del creatore
Dell’acquedotto di Los Angeles,
È la strada collinare e a tratti sterrata
E non l’ho percorsa quando ero lì.
Adesso li vedrai apparire
Sparire e sostituirsi l’uno all’altro
Dentro di te
Che sei a terra mentre muori,
Le mani legate dietro la schiena,
Appena una bambina.

Mentre asciugo i capelli di mia figlia,
E poi si scopa.

***

Beh, una delle canzoncine assolute è lei
Underneath a sky that’s ever falling down, down, down
Ever falling down
Penso che l’arte, e più la musica,
Non faccia che suggerire segretamente,
E sfacciatamente, che nella vita,
E nel cosmo, non si possa che cadere
Cadere
Ever falling down
Down
Down
E perdere, perdere tutto e cadere,
Questo la forma copre e sostanzia.
Underneath a sky that’s ever falling down, down, down
Ever falling down

***

Mentre lavo i piatti
Qualcuno scrive
Senza sondare ed enumerare nulla
Di una vasca da bagno
Delle dottrine orientali insegnate un’intera vita
Della vasca in cui non avviene
Un gioco erotico con una bambina
Come nelle ripetizioni di tutte le cose
È sabato qualcuno mi aspetta a cena
E lei ha 92 anni, suo marito
Le frantuma il capo
Senza di lei si pugnala all’addome
Dopo aver resistito intera la vita
Dietro altri punti
E ogni punto contiene indecifrabili
E anomalie, e chi scrive
E chi i piatti ferisce nella mano

***

Anche la scelta di dormire di notte
E di stare in piedi di giorno
È vecchia di 230 milioni di anni in noi.
Dai rettili l’abbiamo ereditata.
Animali a sangue freddo,
Hanno trovato l’equilibrio
Restando fermi nel buio
E muovendosi nella luce,
Prima che le prime scimmie si muovessero sotto il sole.

E dentro il nostro dna,
Nella sequenza di noi stessi
Si trovano incistati,
Incassati nella notte
Antiche di milioni di anni
Sequenze di virus che oggi sono là,
Fossili
Nella struttura dell’essere.

***

Nella notte qualcuno brucia un corpo
Qualcuno sta bruciando un corpo
Qualcuno brucia
Siete nello spiazzo davanti a un campo di calcio,
Il corpo è una ragazza distesa prona
Ha diciassette anni, giocava a carte all’una,
Prima di andare in macchina con lui
Ha scritto all’altro mi vuole bombare
Ora sono le due e ha la testa colpita alla nuca,
Non ha vestiti nella parte superiore
E i jeans sono abbassati poco sotto i glutei.
Il liquido infiammabile viene versato,
Prende fuoco la parte superiore, non le mani inerti.
Le chiavi bruciano e restano lì a terra.
Lei viene buttata da una scarpata
A cinque minuti d’auto da lì,
Le piante, al passaggio del corpo che rotola
Non bruciano, lei ormai è spenta.

***

Mentre lavo i piatti
Qualcuno scrive
Senza sondare ed enumerare nulla
Di una vasca da bagno
Delle dottrine orientali insegnate un’intera vita
Della vasca in cui non avviene
Un gioco erotico con una bambina
Come nelle ripetizioni di tutte le cose
È sabato qualcuno mi aspetta a cena
E lei ha 92 anni, suo marito
Le frantuma il capo
Senza di lei si pugnala all’addome
Dopo aver resistito intera la vita
Dietro altri punti
E ogni punto contiene indecifrabili
E anomalie, e chi scrive
E chi i piatti ferisce nella mano

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Emanuele Canzaniello è nato a Napoli nel 1984. Ha pubblicato il libro Per l’odio che vi porto (2017), per la poesia e I migliori film mai girati (2019) una raccolta di recensioni a film immaginari, Ha pubblicato saggi di teoria e critica letteraria in riviste e in volume, e la monografia sull’influenza estetica del totalitarismo in Francia e in Italia Crimini della bellezza. Un canone del romanzo fascista (Aracne, 2016). Nel 2023 edito da PeQuod è stato pubblicato il nuovo libro di poesia, In principio era la paura (2023).

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