Premio Internazionale di Poesia civile di Taranto. A Angelo Lippo, il Premio alla memoria

Angelo Lippo

Le icone non escono più a passeggio

I bambini vestiti a repertorio
all’assalto dei carretti di noccioline
e dei palloni che finiscono sempre nell’aria.
La gente che modula il passo
nella calca dei saluti e degli abbracci
mentre la musica spazza alta le case.
Un tempo al mio paese
le icone uscivano più spesso a passeggio.
Questi nostri occhi tumefatti
non sono buoni a lanciare preghiere.


Il Sud ribaltato

Dipingere di nero
le facciate delle case
del mio Sud è una voglia
che mi scoppia dentro

per scacciare l’orgia
consumistica dei mattini
lattiginosi e delle foglie

di fresca lattuga nell’orto.

per mettere la parola fine
alle luci che riverberano
sulle marine battute dallo scirocco.

Dipingere di bianco
le gramaglie delle bigotte
che recitano il futuro
tra una preghiera e una gravidanza.

Dipingere di libertà
le spalle abbronzate dei contadini
è un male che m’inchioda
alla terra e mi fa sanguinare.

Per dipingerlo così, il mio Sud,
Storia:
la mia vita ti cedo.

*

Se il sudore lasciato sulle zolle
non sarà stato inutile.

Se la fame urlata nel tempo
una spiga di grano avrà placato

Se l’acqua degli asettici rubinetti
avrà scacciato il pericolo del morbo.

Se i bambini a scuola non avranno
soltanto imparato a leggere e a scrivere

Se i treni non saranno
partiti per non più ritornare

Se questo un giorno accadrà
anche la morte avrà il sapore della fragola
colta di primo mattino
e gli occhi di una fanciulla innamorata.

*

A un tavolo verde
di una qualsiasi bisca
mi sono giocato
il folclore che tutti amano
per inchiodare le colpe
le responsabilità consumate
nel tumultuare dei secoli
passati infruttuosi
come le aride zolle
sulle quali fu vegetato
creando a priori il deserto.

Ad un tavolo verde
di una qualsiasi bisca
ti ho barattato folclore
in nome di miei figli
in nome dei miei nipoti.

*

Ho morti d’avanzo da lasciare
a testamento della mia sofferenza,
ma il difficile è ripetere qui
i nomi altisonanti o plebei
che la Cronaca ci onorò di darmi.

Ho morti d’avanzo che non sanno
acquietarsi nelle tombe troppo
strette per reprimere l’angoscia
che Qualcuno mi assegnò.

Ho morti d’avanzo da regalare
in confezioni dono – nastro rosso fuoco-
ai Politici che in vita di solitudine
e di abbandono mi coprirono.

Ho morti d’avanzo per tutti.

Classe 1939

La mia è una generazione di traditi.
La storia ci ha delusi come uomini
nutrendoci l’infanzia di paure e sgomenti
che non sapevamo e potevamo spiegarci,
né dopo, abbiamo compreso l’Urlo
disperato / gioioso della Liberazione.
Poi, paghi di corse al sole,
c’invase il raptus del benessere,
e ancora una volta ci trovò impreparati
e già vecchi il rumore del Sessantotto.
Non lasciarsi morire
da utili idioti
ora è l’ultima trincea possibile.

L’ostinato orgoglio della verità

Dopo quarant’anni d’inerzia
finalmente c’è chi scuote la mia gente
che non respira più
per paura di morire.
Il cielo plumbeo si è affrettato
a decimare le residue forze.
Eppure Dio non umilia mai
il suo popolo nelle fauci dell’oblio.
Tutti tacquero nell’ingordigia
del tintinnio del vitello d’oro,
senza accorgersi che greggi
morivano nei prati
o venivano abbattuti
dalla mano dell’inciviltà.
Forse erano uomini da piegare
al vento della discriminazione,
anche se nei loro cuori battevano
orgogliosi i segni di un tempo.
Così, dall’alto ci fu chi
pensò che bastava ignorarli.
Nessuno s’accorse
o peggio finse –
che un bambino
troppi bambini –
potessero essere uccisi
dal fumo delle ciminiere.

A turno mentivano e tarpavano le ali
lanciando il coltello del ricatto.
Ma un giorno
venne fuori il coraggio
l’ostinato orgoglio della verità
e si troncò il turpe mercato.
E fu la svolta della Storia.

Angelo Lippo, “LE RADICI NEL CIELO – ANTOLOGIA POETICA (1963-2011)”, Bertoni Editore, 2021.

Angelo Lippo (Taranto 1939- 2011), poeta, scrittore, critico letterario e artistico. Nipote di carrettiere, ha sempre militato nella sua Taranto pur non negandosi diversi momenti per partecipare alla vita culturale nazionale.

Negli anni ha partecipato a Convegni nazionali in qualità di relatore, nonché a manifestazioni poetiche e recital. L’inizio della carriera è fortemente segnata da un’attività pubblicistica espressa a più livelli, soprattutto su settimanali a diffusione regionale. Notevole la presenza sulle pagine de La tribuna del Salento (Lecce), Il Gazzettino dello Jonio (Siderno-Reggio Calabria), Il Giornale del Mezzogiorno (Roma), La rivoluzione liberale (Taranto), La Tribuna (Roma), con interventi di natura socio-culturale, di politica e di economia locale, anche sotto forma di inchieste ed interviste. Insolita, ma non meno importante, qualche sortita nel giornalismo sportivo, con corrispondenza locale per Il Giornale di Bergamo.

Nell’ambito delle lettere assume rilievo la presenza sui quotidiani regionali: La Gazzetta del Mezzogiorno, Corriere del Giorno, Puglia, Tempo, nonché sulle più importanti riviste di cultura nazionale: Lunarionuovo, L’Informatore librario, Spirali, Oggi e Domani, Laboratorio, Prospettive Culturali, Pietraserena, La Vallisa, Terra del fuoco, Impegno ’70, Punto d’incontro, Il Secondo Rinascimento, Quinta Generazione e decine di altre. Ha organizzato e organizza manifestazioni di ampio respiro su incarico di civiche amministrazioni.

Sul versante delle arti visive, ha firmato alcune monografie di artisti italiani contemporanei, scritti in catalogo o recensioni a rassegne d’arte, di cui soltanto una parte è stata raccolta in volume. Nel contempo tenta a più riprese una storicizzazione della pittura dell’area ionico-salentina, varando nel 1970 la rassegna Proposta ’70 (catalogo Centro Studi “Proposta” con introduzione critica di Ennio Bonea), poi Figurazione settantacinque, mostre delle quali si interessano le più qualificate riviste del settore, come Le Arti di Milano. Nel 1987, su mandato dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Taranto, organizza la mostra fotografica Obiettivo mare, nell’ambito della rassegna estiva, progetto che non passa inosservato, con degnazione sulla rivista milanese Reflex. Negli anni ’90 riprende il contatto con le arti figurative e vara alcune Rassegne: Percorsi e segnali – Arte di fine millennio nel Mezzogiorno d’Italia per il Comune di Massafra (Taranto), poi nel suggestivo scenario delle “gravine” a Palagianello (Taranto) la mostra Parole & Immagini, entrambe nel 1999, mentre nel 2000 attua il progetto itinerante Cinque percorsi dello sguardo, con tappe a Bari, Noicattaro, Castellaneta, Massafra, Grottaglie. Nel 2001 un’altra rassegna itinerante: L’immaginario silente, approdando a Palagianello, Sant’Andrea di Conza (Avellino) e Taranto, nel 2002 il progetto Un libro, una mostra, svoltosi di Atripalda (Avellino), che negli anni successivi si infoltisce di ulteriori rassegne: I colori del vino, Identità del contemporaneo, Magie Mediterranee, Arte in Salento (itinerante), Voci di frontiera (relativo volume poetico-artistico), Artisti e Briganti: questa èun’altra storia.

Sue poesie sono apparse nel tempo su moltissime riviste di letteratura italiana e straniera: Terra del fuoco, Materia, Laboratorio, Il Volto, Piccolissimo, Il Poliedro, Il Pensiero (Missouri), Il Policordo, Estuario, Italia Turistica, La Procellaria, Ghibli, e nelle pochissime occasioni in cui le presenta a concorsi, ottiene anche ampi riconoscimenti, fra i quali vale la pena ricordare: Silarus, 1970; Borgognoni, 1976; Tolentino Terme, 1978; Camposampiero, 1979; Beniamino Joppolo, 1983; Rabelais, 1999; Giovanni D’Alberto, 2000. Sue poesie sono state utilizzate da Luigi Bianco, direttore di Harta, per i progetti: Le case dellapoesia: poeti a cielo aperto e La strada della poesia.

Ha pubblicato numerose opere:
Opere di poesia: Quaderno d’amore (1963), Tra questo e l’altro (1976), La carne stretta (1979, prefazione di Marcello Venturoli), Filo Diretto (1982), L’ape invisibile (1985, prefazione di Giacinto Spagnoletti), Caprice des Dieux (1992), Alfabeto del mare (1992), La trama oscura (1992), Il castagno di Martino (1996), La vita si scandisce limpida (1996, prefazione di Enzo Santese), Origini(1997), La morte felice (1999), Le sillabe del vento (2001, prefazione di Dante Maffia), Calice (2002), Fragile artificio (2006), Elogio dell’ebbrezza (2009, prefazione di Luigi Scorrano), Se non matura la spiga (2011, prefazione di Dante Maffia); opere di saggistica letteraria e d’arte: Armando Meoni, profilo di uno scrittore (1979), La vigna azzurra (1994), Armando Meoni – La vita e le opere (1996), Il respiro delle mimose (2000), Il giardino degli dei (2001), Il rumore dell’erba – A Sud delle incertezze: la poesia (2003), Puglia: un’arte di frontiera (2005), Il filo dell’affetto – omaggio a Giacinto Spagnoletti (2008).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *