Il virtuosismo tecnico di Antonio Finelli

Antonio Finelli

 “Oltre la realtà”.

Il mondo artistico di  Antonio Finelli

Intervista di

Fabrizio Fantoni

 

Artista tra i più valenti della sua generazione, Antonio Finelli (classe 1985) si contraddistingue per la sbalorditiva perizia tecnica con cui esegue i suoi disegni.

Le sue figure, che si stagliano nette sulla carta, portano con loro la caducità e la fragile bellezza delle farfalle: volti segnati dalla vecchiaia ritratti con lenticolare precisione, immagini che sembrano emergere dal fondo della memoria per mostrarsi  ai nostri occhi un’ultima volta prima di scomparire definitivamente.

Il virtuosismo di Antonio Finelli non è fine a se stesso ma, al contrario, è il mezzo per andare oltre il visibile ed indagare le nascoste armonie che sorreggono i rapporti tra gli uomini.

 

Disegno di Antonio Finelli

Quale è stato il tuo percorso artistico?

 

Il mio amore e la mia passione per l’arte nascono grazie a mio nonno: Antonio Finelli, da cui prendo il mio nome.

Con lui ho iniziato a fare i primi passi nell’arte. Sin da piccolo, infatti, mi sono incuriosito di quel mondo, guardavo attentamente quello che mio nonno faceva ed amavo i profumi intensi di trementina e olio di lino che percepivo quando andavo a trovarlo a studio.

Molto spesso mi mettevo in silenzio in un angolo a guardarlo, poi pian piano mio nonno è diventato la mia guida ed il mio insegnante. Ho appreso quasi tutte le tecniche pittoriche con lui ed ho imparato seriamente a disegnare la natura che osservavo e che mi circondava.

Successivamente, con grande sostegno dei miei genitori (associato ad un po’ di titubanza iniziale), ho scelto di iscrivermi al liceo artistico di Campobasso, unica realtà per gli appassionati di arte nella mia piccola Regione.

Il salto di qualità sicuramente è avvenuto presso l’Accademia di belle Arti a Roma, dove ho avuto modo di perfezionare le mie doti e di conoscere grandi artisti del panorama internazionale: Enzo Cucchi, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone, Mimmo Paladino…

Anche se con grandi sacrifici da parte mia e dei miei genitori, dentro di me ero certo che la strada era ormai tracciata: volevo essere un artista e svolgere questo mestiere a tempo pieno!

Seppur con diverse difficoltà, fortunatamente ancora oggi orgogliosamente lavoro in questo settore.

Disegno di Antonio Finelli

Sin dall’inizio la tua arte si è distinta per un uso virtuoso della tecnica. Dietro i tuoi disegni così realistici, si coglie l’intenzione di andare al di là della materia per toccare ” l’invisibile”. Vuoi parlarci del tuo rapporto con la tecnica?

 

Come accennavo nella domanda precedente, i primi passi nell’arte li ho intrapresi grazie a mio nonno, che, per quanto sia stato autodidatta, aveva un’eccellente conoscenza delle tecniche pittoriche. Per cui mi ha trasmesso in maniera accademica quello che ogni artista deve sapere.

È quindi inevitabile che i miei lavori partano tutti da una buona conoscenza e padronanza della tecnica; contemporaneamente è doveroso considerare anche un altro aspetto: i disegni che realizzo devono “parlare” al fruitore.

La mia prima ricerca era improntata sul tema della vecchiaia e dell’invecchiamento della pelle. In quei disegni amavo imprimere la vera essenza dei personaggi che ritraevo.

Mi piaceva conoscere e parlare a lungo con le persone con cui avrei lavorato, proprio perché i ritratti che realizzavo non dovevano essere fini a se stessi, bensì dovevano “raccontare”, “parlare” a tutti coloro che vi si trovassero davanti.

Nonostante sono conscio di avere una buona abilità degli strumenti e della tecnica con cui con cui realizzo i miei manufatti artistici, trovo fortemente deludente essere etichettato come “un artista iperrealista”.

L’iperrealismo, proprio per un uso esclusivo e smisurato della sola tecnica, non mi interessa. Amo invece interagire, dialogando con il fruitore, attraverso i “graffi” delle matite sui miei fogli.

 

Disegno di Antonio Finelli

È  appena terminata una tua grande mostra presso la galleria Richter di Roma, con il titolo “3 UOVA”. Nei lavori esposti si evidenzia una strada diversa da quella precedentemente percorsa. Ci puoi parlare del tuo nuovo percorso artistico?

 

Credo profondamente che tutti gli artisti partano da un punto e inevitabilmente con il passare del tempo arrivino ad un altro senza nemmeno accorgersene. È qualcosa di irrazionale a cui non ci si può opporre. Così è accaduto anche per me.

Inizialmente ero fortemente attratto dal ritratto e dalla fisiognomica del viso umano; in quest’ ultimo periodo ho orientato la mia ricerca artistica verso il tema dei gesti delle mani e il potenziale comunicativo che queste hanno.

Proprio per questa mia mostra personale a Roma infatti ho realizzato una serie di studi a matita su tavola sulle mani.

Mi piaceva raffigurare la gestualità, il “linguaggio” dei gesti, evidenziando come la figura umana ha modo di comunicare non solo con la parola ma anche attraverso i movimenti delle mani.

Copertina in ceramica del libro d’artista di Antonio Finelli – Stamperia Bulla –

Ti sei cimentato da ultimo nella realizzazione di un ” Libro D’artista” con la stamperia “Bulla”.

Quale è il tuo rapporto con la tecnica della litografia?

 

A Romolo e Rosalba Bulla debbo molto proprio perché, come mio nonno mi ha guidato da piccolo nell’apprendere le tecniche pittoriche, così i Bulla mi hanno formato e fatto conoscere tutte le tecniche di stampa litografica durante gli anni trascorsi in Accademia.

La “serialità” delle opere d’arte mi ha affascinato da sempre! L’idea che un’artista realizzi un’opera della quale – grazie alle antiche tecniche litografiche – si possono ottenere tante immagini simili ma al tempo stesso diverse tra loro (per via degli inchiostri o del tipo di stampa) mi ha colpito sin dai tempi dei miei studi Accademici.

A tal proposito mi viene in mente un’analogia: le stampe di un’opera d’arte sono come l’eco che si diffonde in una vallata o in una caverna: una parola pronunciata, gridata torna all’orecchio riperpetua varie volte, ma avrà sempre una sonorità diversa.

A paragone, i gesti e le tecniche che l’artista compie ed impiega nell’eseguire un’opera, con la litografia vengono riprodotti tante volte quanti sono gli esemplari in cui è composta l’edizione; in questa “moltiplicazione seriale” però ogni copia sarà comunque unica ed originale poiché – nella sua riproducibilità – conserva sempre qualche piccola variazione o diversità di stampa che la differenzia dalle altre.

Inoltre, ritengo importante sottolineare la rilevanza introdotta dall’ingresso nella Bottega della nuova generazione dei Bulla: Flaminia e Beatrice; il loro impegno ha indubbiamente portato una “ventata di freschezza” all’ interno della storica stamperia; grazie a questo contributo si sta iniziando ad interagire con artisti contemporanei che perseguono una nuova progettualità dello spazio.

Debbo alla profonda stima esistente tra me e la Famiglia Bulla la pubblicazione di un libro d’artista realizzato con la tecnica della litografia.

Viva curiosità ho provato all’ idea di pensare e “raccontare” una storia attraverso le litografie dei miei disegni. Dopo diversi mesi di prove è stata finalmente realizzata una bellissima edizione dal titolo “3UOVA”, attraverso la quale si “narra” la storia della centenaria più anziana al mondo che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere circa tre anni or sono.

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Antonio Finelli (1985), è un giovane artista molisano. Vive e lavora tra Roma e Campobasso. Ha iniziato la sua formazione artistica frequentando il liceo G. Manzù di Campobasso, successivamente si trasferisce a Roma perfezionando le sue doti artistiche presso l’Accademia di Belle Arti.

Le opere che caratterizzano il suo lavoro e la sua ricerca sono gli “Autoritratti”: eseguiti con grafite su carta, narrano i segni del tempo registrati sulla pelle.

Di notevole importanza per la sua formazione, la conoscenza e la collaborazione con noti artisti del panorama internazionale: Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Giosetta Fioroni, Luigi Ontani, Carla Accardi, Felice Levini, Giuseppe Penone, Savinio Ruggero, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Giuseppe Salvatori, Jannis Kounellis, Paola Gandolfi, Stefano Di Stasio, Piero Pizzi Cannella, Bruno Ceccobelli, Maurizio Mochetti, Andrea Aquilanti, Marilù Eustachio, Aldo Turchiaro, Alfredo Pirri…

 

Mostre Personali

2019

– “In Vultu Veritas” a cura di Marcello Barbanera, Museo Dell’Arte Classica, Roma.

2018

– “Kalós” a cura di Aurelia Nicolosi, Galleria KōArt Unconventional Place , Catania.

– “The Passage of Time” a cura di Maria Laura Perilli, Galleria Triphé, Roma.

2017

– “Ecce Homo” a cura di Vittorio Sgarbi, Atelier Marcello Tommasi, Firenze.

– “BocsART” (Residenza d’Artista), a cura di Alberto Dambruoso, Cosenza.

2016

– “Pelle” a cura di Vittorio Sgarbi e Lorenzo Canova, Spazio Cent8anta, Isernia.

2015

– “L’Illusione del Corpo” a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, Galleria Aratro – Archivio delle Arti Elettroniche – Laboratorio per L’Arte Contemporanea, Campobasso.

2014

– “Rendez-vous” a cura di Alessandra Tontini, Galleria Incontro d’Arte, Roma.

– “De Senectute” a cura di Maria Laura Perilli, Galleria Triphè, Cortona (AR).

2013

– “Antonio Finelli: l’Osservatore del Tempo” a cura di Franco Fonzo e Roberta Gubitosi, presentazione di Mimmo Paladino, Galleria Web Art, Treviso.

– “Se non la Realtà” a cura di “TerraNullius”, Aranciera di San Sisto, Roma.

2012

– “De Passage” (Residenza d’Artista), presentazione di Mimmo Paladino, Abbaye de Léhon, Dinan (Francia).

2009

– “Studi Accademici” a cura di Rosanna Ricci, Galleria Sadurano Salus, Castrocaro Terme (FC).

2006

– “Studi Accademici”, Maschio Angioino di Riccia (CB).

 

[Per maggiori informazioni su Antonio Finelli vai qui.]

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