Una poesia di Attilio Bertolucci

Attilio Bertolucci

PICCOLA ODE A ROMA

a P. P. Pasolini

Ti ho veduta una mattina di novembre, città,
svegliarti, apprestarti un altro giorno a vivere,
alacri fumi luccicando ai pigri margini orientali
percossi dalla luce tenera come un fiore,
argenti di nuvole più sopra infitti nell’azzurro
offuscandosi per brevissimi istanti, suscitatori di tremiti,
e risfolgorando a lungo, poi che il bel tempo è tornato
e durerà, se è neve quel viola lontano
oltre i colli che ridono di borghi noncuranti
le mortificazioni dell’ombra, poi che il sole ha vinto, o vincerà.
Tu eri viva alle nove della mattina,
come un uomo o una donna o un ragazzo che lavorano
e non dormono tardi, hanno gli occhi
freschi attenti all’opera assegnata,
nell’odore di legno bagnato e di foglie bruciate
o in quello amarognolo degli alberi sempre verdi
che crescono sui tuoi fianchi e si vedono dall’altura
per cui io scendo inebriato ai ponti
fitti di gente in transito, da qui silenziosi e bianchi
come ali d’uccello a pelo dell’acqua giallina.
Io penso a coloro che vissero in questa plaga meridionale
scaldando ai tuoi inverni le ossa legate da geli
senza fine in infanzie intirizzite e vivaci,
a Virgilio, a Catullo che allevò un clima già mite
ma educò una razza meno arrendevole della tua
e perciò soffrì, soffrì, la vita passò presto per lui,
passa presto per me ormai e non mi duole come quando
le gaggìe morivano a poco a poco per rifiorire
il nuovo anno, perché qui un anno è come un altro,
una stagione uguale all’altra, una persona all’altra uguale,

l’amore una ricchezza che offende, un privilegio indifendibile.

Attilio Bertolucci ( Parma 1911 – Roma 2000), trascorre l’infanzia nel podere di famiglia nella grande campagna parmigiana. Si laurea in Lettere a Bologna, segue le lezioni di Roberto Longhi, e lì conosce Giorgio Bassani.

La sua prima raccolta di poesie è “Sirio” (1929); seguirà “Fuochi in novembre” (1934).

Nel 1951 si trasferisce a Roma ospite del suo maestro Roberto Longhi, che lo inviterà a collaborare con la rivista Paragone. Collaborerà anche con i quotidiani La Gazzetta di Parma e Il Giorno.

Insegnante di storia dell’arte, ha diretto la collana di poesia “La Fenice” dell’editore Guanda. Ha tradotto dal francese e dall’inglese opere di Honoré de Balzac, Charles Baudelaire e Ernest Hemingway.

Nel 1955 fu invitato dal primo presidente dell’Eni, Enrico Mattei a dirigere la rivista aziendale “Il gatto selvatico” (1955-1964) alla quale collaborarono anche poeti e scrittori.

Nel 1957 fonda, con la sponsorizzazione di Pietro Barilla, la rivista letteraria “La Palatina”, diretta da Roberto Tassi.

“Viaggio d’inverno” (1971) raccoglie testi poetici databili 1955-1970, mentre “La camera da letto” (1984 la prima parte, 1988 la seconda) è un poema narrativo.

I più recenti volumi pubblicati da Attilio Bertolucci sono “Le poesie” (1990), “Al fuoco calmo dei giorni” (1991), “Aritmie” (sempre del 1991), “Verso le sorgenti del Cinghio” (1993), “Imitazioni” (1994), “I versi nel tempo” (sempre del 1994) e “La lucertola di Casarola” (1997).

Nel 1997 sono uscite, edite da Mondadori nella collana “I Meridiani” le “Opere” complete a cura di Paolo Lagazzi.

È sepolto a Parma, nella Cappella di famiglia al Cimitero della Villetta.

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