Andrea Zanzotto, da “Vocativo”

Andrea Zanzotto

FUISSE

Pace per voi per me
buona gente senza più dialetto,
senza pallide grandini
di ieri, senza luce di vendemmie,
pace propone e supremo torpore
l’alone dei prati, la cinta
originaria dei colli la rosa
dispersa il sole
che morde tra le tombe.
Ah la cicuta e il poco
formicolio, non più, colà sepolto.
Ah l’acqua troppo tenue che mi cola
oltre la gola e gli occhi al di là s’invischia
in tiepidi miseri specchi
su cui l’ortica insuperbisce.
Ed ah, ah soltanto, nei modi
obsoleti di umili
virgili, di pastori castamente
avvizziti nei libri, nella conscia
terrena polvere,
ah ripeto io versato nel duemila.
– Ah – risuona il colloquio
in eterno sventato,
dovunque io passi, ovunque
l’aria mai sfebbrata mi sospinga,
la selva m’accompagni
e impari la vicenda non umana
del mio fuisse umano.
Futura età, urto di pietra
sulfureo sangue che escludi
che intellegibili fai questi
fiori e gridi ed amori,
non-uomo mi depongo
ad attenderti senza nulla attendere,
già domani con me nel mio fuisse,
pieghe tra pieghe della terra
cieca ad ogni tentazione d’alba.

da: Vocativo, (1957)

Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo 1921- Conegliano Veneto 2011).
Nel 1950 concorre al premio San Babila per la sezione inediti. La giuria, composta da Montale, Quasimodo e Ungaretti, lo decreta vincitore per alcune poesie composte tra il 1940 e il 1948, che entreranno nel 1951 nella raccolta Dietro il paesaggio. Seguono le raccolte Elegia e altri versi (1954) e Vocativo (1957). Nel 1962 Mondadori pubblica IX Egloghe. L’anno successivo viene pubblicato il suo primo libro di prose creative, Sull’altopiano. Racconti e prose (1942-1954). Nel 1968 esce La Beltà, presentata a Roma da Pier Paolo Pasolini, a Milano da Franco Fortini e recensita da Eugenio Montale; nel 1969 il poemetto polifonico Gli Sguardi, i Fatti e Senhal.

Negli anni Settanta pubblica la raccolta Pasque (1973), l’antologia Poesie (1938-1972) ed inizia a collaborare al Casanova di Federico Fellini. I testi per il film vengono pubblicati insieme al poemetto Filò, nell’omonimo volume.

Nel 1977 vince il premio internazionale Etna-Taormina per la sua produzione letteraria. È del 1978 la pubblicazione del primo dei tre volumi che costituiscono la trilogia Il Galateo in Bosco, con il quale vince il Premio Viareggio nel 1979.

Negli anni Ottanta continua la collaborazione con Federico Fellini scrivendo alcuni dialoghi e stralci di sceneggiatura del film La città delle donne e, nel 1983, i Cori per il film E la nave va. Esce la raccolta Fosfeni, secondo volume della trilogia, che vince il Premio Librex Montale e nel 1986 il terzo, intitolato Idioma. L’anno successivo riceve il premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei. Nella prima metà degli anni Novanta escono le due raccolte di scritti critici Fantasie di avvicinamento e Aure e disincanti nel Novecento letterario; nel 1996 la raccolta Meteo, con venti disegni di Giosetta Fioroni. Nel 1995 l’Università di Trento, e seguita negli anni successivi dalle Università di Bologna e Torino, gli conferisce la laurea honoris causa. Nel 1999 esce nella collana dei “Meridiani” Mondadori il volume Le poesie e prose scelte (Premio Bagutta).

Nel 2001 esce la raccolta Sovrimpressioni, e nel 2005 la città e l’Università di Tubinga assegnano a Zanzotto il premio Hölderlin.

Nel febbraio 2009 escono In questo progresso scorsoio, una conversazione col giornalista Marzio Breda, che richiama anche una vita spesa nell’impegno civile, e Conglomerati, raccolta poetica di scritti composti tra gli anni 2000 e 2009.

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