Vittorino Curci, il poeta e il sassofonista

Vittorino Curci

La parola poetica nasce dal silenzio. Solo dal silenzio. Questo sembra dirci Vittorino Curci in questo nuovo libro in cui certo non mancano spigolosità, spaesamenti, colpi di scure sulla lingua (fino all’utilizzo di parole ed espressioni inventate come “quartali” o “vèrbate collura”). Il tutto però sembra muoversi verso una schiarita, forse per il peso che ogni parola, ogni sillaba, assume nel contesto di una prassi compositiva che, sospinta da
una forza ineluttabile fatta di passione e verità, trova il suo fulcro nel legame indissolubile tra immagine e suono.

TESTUALITA’ DEI CORPI

1.

a te si addice il torpore che festeggia
la vita, il formicolio della quinta ora.
al primo svoltare
è questo il giorno, il vocativo conciso
della macchina del tempo
costruita con le tue mani.
e poi facce, facce una sull’altra.
di ciò che è stato
è rimasto appena un grido

ma anche questo è un tempo
un precipizio di luce
sugli anni che non vedremo.
e sono confusi i pensieri, confusi
i gesti che ci portano alla frontiera
di una terra diversa, ereditata

2.

il pittogramma del buon principio,
come una profezia dei boschi, si fissa
per sempre nei tuoi occhi dove
l’ipnagogico sillabare del fuoco
da luoghi lontani, africani
clessidra la forza lustrale del disarmo
e il magistero intonso dei dannati.
riportati a terra, niente è come prima…
nessun pentimento, neanche un cenno
all’albatros depennato al primo rigo…
alla febbrile assenza di un respiro…
alla piovana sequenza di un nome
tra voci sbussolate e nude sulle dune

3.

nel ventunesimo delle fortune mancate
la nostra terra è un disegno sulle carte,
il dono assente dei quasiversi orchestrati
per violini scacciamosche.
gli oscurati portano semi nel pugno, luce
imperitura di chi mai pensa alla resa
e al vessillo cencioso dei malvagi
che misura il tempo della fuga e il lontanare
dei frammenti rosicchiati al buio.
ieri invocavamo l’infinire del rubato
per disossare completamente il mare.
la notte per le mani spianava il cielo
a apostrofi di comete…

4.

dal corridoio con le luci al neon
scendiamo nell’interrato delle partite
perse, nell’obitorio degli annegati…
l’orecchio buono del silenzio
cade nella pania del talento
e ci esorta a lasciare senza tornaconti
l’andare a capo del braccio e questa
vigilia su cui declina un piccolo sole

 

SEGNALI DI FUMO

 

è giusto che si facciano un’idea del prezzo, che controllino
ogni cosa. hanno solo respirato aria. l’aria
di sempre. l’aria di tutti. ma spesso la luna dei pozzi
ci ripensa. utilizza il tempo a suo piacimento
la città industriale si sveglia al ticchettio di un orologio
[fermo.
memoria dei linfomi. pugno di consonanti in un vicolo
[cieco.
nebbia alle sei del mattino.
le scolaresche, dopo l’appello, sono pronte.
se potessero tornare indietro…

 

 

NON SONO LITANIE INSENSATE

 

se vengono inghiottiti dal tempo
ce ne facciamo una colpa,
quei giorni in cui eravamo noi
e che non possiamo raccontare
a nessuno. al ritorno è un’altra
strada – cose viste e pensieri
in disordinati elenchi
dove non c’è data e neanche
un fiore. il nome di un fiore

 

 

AL RITORNO SI E’ SOLI

 

qui lo vediamo di spalle
mentre cammina
per una strada sterrata.
i suoi pensieri larghi
rispondono al saluto
dei vicini, metteranno
radici nella terra
dei tanti anni
uno più degli altri
ricorda ogni viso, il tempo
senza fine qui intorno
per dire più forte suo padre
negli occhi chiusi
così come ci vedranno.
sarà l’ora del ritorno, il volo
più atteso

 

 

LA MEMORIA DEI PAESI

le parole a volte ci lasciano
e io non so che fare perché vedo
ogni giorno morire
tutto quello che ho visto vivere.
ma erano tutti per lui quella sera
per l’attore carlo cròccolo.
si assiepavano
all’ingresso del cinema
e non avevano i soldi per entrare.
una voce ogni tanto gridava
«e io pago!», e c’era chi rideva.
poi tutti dicevano così per dire

 

Vittorino Curci, “Liturgie”, La Vita Felice, 2017

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Vittorino Curci è nato nel 1952 a Noci (Bari).

Poeta e sassofonista di musica improvvisata, Vittorino Curci vive a Noci, in provincia di Bari, dove è nato nel 1952. Collabora alla rivista «Nuovi Argomenti» e cura per «Repubblica Bari» la “Bottega della poesia”. Nel ’99 ha vinto il Premio Montale per la sezione “Inediti”. È presente in varie antologie di poesia contemporanea pubblicate in Italia e all’estero. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, greco, rumeno e arabo.

Nell’anno accademico 2019-2020 il suo percorso poetico è stato oggetto di una tesi di laurea presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bari: Il poliedrico ingegno di Vittorino Curci (laureanda: Angela Paradiso; relatore: prof. Daniele Maria Pegorari).

Ha partecipato a importanti manifestazioni tra cui: il Festival Rumori Mediterranei di Roccella Jonica; il Baobab Festival di poesia sonora di Reggio Emilia; Bergamo Jazz; Iseo Jazz; Celebration of Jazz di Salonicco (Grecia); il Festival del teatro di Erice; Poesia in Chiostro e Festival Mediterraneo di Conversano; Notti di Stelle, Fonomanie e Swingin’ and Swimmin’ di Bari; Jazz in Parco di Nocera Inferiore; San Giazz di San Giacomo degli Schiavoni (CB); Alterfesta e Pietre che cantano di Cisternino; il Meeting internazionale degli scrittori di Belgrado; il Talos Festival di Ruvo; il Gezziamoci di Matera; il Festival Ibleo del Jazz di Ragusa; il Festival biennale di poesia di Pescara; gli Incontri internazionali di Amman in Giordania; il Festival della Filosofia, Controindicazioni, Live for Life e Una striscia di terra feconda di Roma; la Rassegna del Jazz d’Autore di Orsara di Puglia.
La sua formazione artistica si sviluppa negli anni Settanta all’Accademia di Belle Arti di Roma, città in cui espone i suoi primi lavori di arte concettuale alla Galleria Jartrokor diretta da Sergio Lombardo. Nel ’79 viene inserito nell’8ª Antologia Ipersperimentale Geiger, a cura di Adriano Spatola, e successivamente inizia a collaborare con la rivista «Tam Tam» e partecipa a diverse iniziative promosse dallo stesso Spatola in Italia e all’estero.

A cominciare dalla seconda metà degli anni Ottanta dà corso a una lunga serie di collaborazioni con musicisti jazz d’avanguardia. In questo periodo realizza numerose performance di forte impatto teatrale in cui utilizza oggetti scenici, attori, musiche originali e scenografie d’avanspettacolo (con forti reminiscenze delle serate futuriste). Nel ’94 è tra i fondatori a Reggio Emilia del Gruppo di poesia sonora Baobab.

Attualmente, pur dedicandosi molto a una scrittura di ricerca con forti ascendenze surrealiste, a livello performativo ama esibirsi in più discreti reading poetici – nei quali esegue anche partiture sonore – insieme con piccole formazioni musicali oppure, in completa solitudine, accompagnandosi con un sassofono.
In campo musicale ha collaborato con musicisti italiani e stranieri, tra cui Carlo Actis Dato, Ab Baars, Silvia Bolognesi, Conny Bauer, Roberto Bellatalla, Matthias Boss, Domenico Caliri, Daniele Cavallanti, Eugenio Colombo, Marco Colonna, Gianni Coscia, Ferruccio Corsi, Paolo Damiani, Tonino Dambrosio, Peppe D’Argenzio, Maria Pia De Vito, Antonio Di Lorenzo, Faraualla, Vyacheslav Gayvoronsky, Lucilla Galeazzi, Xristos Germenoglou, Michel Godard, Ig Henneman, Pasquale Innarella, Martin Joseph, Peter Kowald, Sergej Kuryokhin, Steve Lacy, Joelle Leandre, Gianni Lenoci, Sergej Letow, Marcello Magliocchi, Stefano Maltese, Agamemnon Mardas, Elio Martusciello, Maurizio Martusciello, Vincenzo Mastropirro, Sabir Mateen, Felice Mezzina, Gianni Mimmo, Pino Minafra, Louis Moholo, Filippo Monico, Patrizia Nasini, Maggie Nicols, Giorgio Occhipinti, Keisuke Ohta, Maresuke Okamoto, Roberto Ottaviano, Sakis Papadimitriou, Evan Parker, William Parker, Emanuele Parrini, Umberto Petrin, Ernst Petrowsky, Nicola Pisani, Ernst Reijseger, Yves Robert, Antonello Salis, Giancarlo Schiaffini, Mario Schiano, Gunter Sommer, Fabrizio Spera, Achille Succi, Georgia Sylleou, Yasuiko Tachibana, Julie Tippett, Keith Tippett, Tiziano Tononi, Gianluigi Trovesi, Jean-Michel Van Schouwburg, Luca Venitucci…

A suo nome ha pubblicato ventisette dischi e ha fornito la sua collaborazione a numerosi altri, pubblicati anche da etichette straniere come la ENJA di Monaco, la Modern Times di Lugano, la Leo Records di Londra, la SoLyd Records di Mosca, la Victo di Victoriaville.

Ha collaborato a lungo con il contrabbassista e compositore romano Bruno Tommaso. Con lui ha realizzato Nux Erat (per orchestra e solisti), Il diritto e il rovescio, un omaggio a tutti i caduti della Mafia, Alla conquista del Monte dei cocci (per il ventennale della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, eseguito il 22 e il 23 ottobre ’96 al Teatro Olimpico di Roma e parzialmente pubblicato in Musica per la Libertà, un CD edito dal quotidiano «Il Manifesto») e Lettere da Orsara, con Maria Pia De Vito e l’Orchestra di Jazz del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli.

Ha composto la musica del cortometraggio “ALR” (2020) di Ignazio Fabio Mazzola e ha collaborato con il fotografo Roberto Masotti, la Banda di Ruvo, l’Orchestra della Provincia di Bari, l’attore-regista Vito Signorile, i Solisti Dauni e i cantautori Vinicio Capossela, Bobo Rondelli e Luca Bassanese.
Nella veste di organizzatore culturale ha ideato e diretto l’Europa Jazz Festival di Noci e la rassegna Noci-Cinema. Nel 2002, con Pino Minafra, Roberto Ottaviano e Nicola Pisani, ha fondato la Meridiana Multijazz Orchestra e Canto General.

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