Jolanda Insana, “Due volte sette sono le parole”

Jolanda Insana, Credits photo Dino Ignani

La plaquette inedita Due volte sette sono le parole (Le Farfalle, 2018) è una breve raccolta di testi, datati tra il 2002 e il 2005, composti da Jolanda Insana a margine del lavoro di traduzione sulle tragedie di Eschilo condotto in quegli anni.
Il ritrovamento di una nota autografa dell’autrice, riconducibile all’estate prima della sua scomparsa, destina il testo da lei stessa impaginato, alla pubblicazione presso la casa editrice dell’amico poeta Angelo Scandurra.
Nella raccolta si trovano alcuni frammenti tratti dalla traduzione di Insana delle poesie di Saffo, risalente al 1985 e pubblicata dalla casa editrice &stro. A chiudere, un’intervista inedita di Anna Mauceri, del 2003, incentrata sulla resa della voce nella poesia della Insana.
Intervallano i testi alcuni disegni di mano dell’autrice.
Il volumetto offre al lettore, cenni, tracce di una storia poetica di percorsi incrociati e evidenzia la ricerca e l’attraversamento di più linguaggi attuata dalla Insana per dar voce al pensiero e all’esperienza.
ERINNI

Erinni, Erinni siamo. Sfiguranti.
figlie oscure della notte
siamo noi le Erinni nerovestite
con gli occhi impiastricciati.

Spogliate dei candidi pepli
siamo noi le Erinni maleodoranti,
vecchie bambine raggrinzite
ornate e cinte di serpenti,
attaccate alle costole del matricida.
Oh non ronfiamo, non dormiamo, noi.

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Jolanda Insana (Messina 1937-Roma 2016) dopo la laurea in filologia greca con una tesi sui frammenti de La Conocchia di Erinna, ha insegnato lungamente nei licei. Ha tradotto testi classici e moderni: Poesie di Saffo, Carmina Priapea, De amore di Andrea Cappellano e, per il teatro, La Casina di Plauto e Le Fenicie di Euripide. Ha inoltre curato la versione poetica di La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi e Per diritto di memoria di Aleksandr Tvardovskij. In riviste e antologie ha pubblicato traduzioni di Alceo, Anacreonte, Ipponatte, Callimaco, Lucrezio, Marziale. Esordisce nel 1977 con la silloge di poesie Sciarra amara a cui fanno seguito le raccolte Fendenti fonici (1982), Il collettame (1985), La clausura (1987), Medicina carnale (1994), L’occhio dormiente (1997), La stortura (2002), La tagliola del disamore (2005), riunite nel 2007 in Tutte le poesie 1977-2006 (Gli Elefanti-Garzanti). Del 2009 è Satura di cartuscelle e del 2012Turbativa d’incanto (Garzanti). Nel 2017 esce postumo Cronologia delle lesioni (Luca Sossella editore

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