Alessandro Cucchi & Dino Campana

canti_orficiUn poeta legge un poeta
a cura di
Luigia Sorrentino
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Video realizzato da Auro e Celso Ceccobelli con Alessandro Cucchi

Abbiamo scelto la poesia “Batte Botte” di Dino Campana per il suo ritmo, dell’onda e del verso, che tutto scuote: la nave, la notte e l’animo di chi viaggia nei pensieri e nelle vibrazioni pesanti contemporanee. Questo è il nostro stato d’animo attuale: i rumori di una camminata notturna fatta da gente nervosa, resa tesa dalla generazione precedente, i 50enni di oggi non mollano l’osso, pensano di stare sempre sul pezzo, si permettono ancora di interpellarci, succhiano la nostra energia, utilizzano i nostri mezzi di comunicazione.

Tutto questo genera una società stagnante, senza slancio, poiché il vecchio si mescola con il nuovo intorbidendo le acque, le idee; gli itinerari e i progetti non risultano chiari, manca il ricambio generazionale, soprattutto nei ruoli chiave.

Ci chiediamo spesso se i genitori di voi 50enni abbiano mai utilizzato i vostri registri verbali e stilistici… Ovviamente no! I nostri Nonni andavano in chiesa e voi ascoltavate il rock’n’roll..

Noi utilizziamo internet e voi pure, questo non è salubre. Dovrebbe essere istituito un blocco tecnologico, in modo tale che chi sia oltre i 50 anni possa al massimo guardare un po’ di TV, nulla più.

Una camminata notturna serve a schiarirsi le idee, a progettare cambiamenti, alla ricerca di un’esplosiva novità.

Auro Celso Ceccobelli e Alessandro Cucchi

 

 

BATTE BOTTE

Ne la nave
Che si scuote,
Con le navi che percuote
Di un’aurora
Sulla prora
Splende un occhio
Incandescente:
(Il mio passo
Solitario
Beve l’ombra
Per il
Quais)
Ne la luce
Uniforme
Da le navi
A la città
Solo il passo
Che a la notte
Solitario
Si percuote
Per la notte
Dalle navi
Solitario
Ripercuote:
Così vasta
Così ambigua
Per la notte
Così pura!
L’acqua
(il mare
Che n’esala?)
A le rotte
Ne la notte
Batte: cieco
Per le rotte
Dentro l’occhio
Disumano
De la notte
Di un destino
Ne la notte
Più lontano
Per le rotte
De la notte
Il mio passo
Batte botte.

Dino Campana


Poesia tratta da:
“Canti Orfici e altre poesie” a cura di Renato Martinoni, 2003, Einaudi Tascabili

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BIOGRAFIE

I gemelli Auro e Celso Ceccobelli sono nati a Roma nel 1986, vivono e lavorano insieme a Todi, sono attivi nel campo dell’arte dal 2002,  sperimentando con i vari materiali le diverse tecniche scultoree, e contemporaneamente la videoarte. Sono maestri di ceramica, nel 2004 hanno appreso la tecnica del Raku dal maestro Enzo Tilia, ed ogni anno tengono, nel loro studio, corsi di ceramica Raku seguiti sia da neofiti che da artisti d’Arte Contemporanea che vogliono sperimentare questa tecnica poco conusciuta; hanno lavorato con artisti quali: Gianni Dessì, Giuseppe Gallo e Stefano Di Stasio con i quali hanno approfondito le tecniche nell’uso dell’argilla refrattaria. Di recente si sono messi alla prova utilizzando le fibre resinate: carbonio, kevlar, titanio e vetro. Hanno già esposto i loro video d’arte e le loro ceramiche in diverse gallerie di Roma. Nella Videoarte Auro e Celso sono autodidatti: la predisposizione a fare video proviene da una passione condivisa con il loro nonno materno Toni Fabris (1915-1989), scultore, che sperimentò la pellicola 35 mm già nel 1937 facendo cortometraggi sperimentali con la tecnica della “Cineplastica” o “Scultura Animata” o “Passo Uno”, dando vita a sculture costruite con la plastilina riprendendole a scatti di millesimo di secondo una posa dopo l’altra. Sono nati così i Corti in bianco e nero di scultura animata “Gli amanti impossibili”, “Mutazioni” e “Apollo e Dafne” poi nel 1949 il Film “Gli uomini sono stanchi” con voce narrante di Giorgio Albertazzi e musiche originali di Luciano Chailly. Le altre grandi influenze sono state quella del loro papà Bruno, che negli anni ’70 si auto riprendeva mentre realizzava delle performance, oppure dipingeva direttamente sulla pellicola vuota intervenendo anche con la tecnica del collage plastico; e quella poi del video artista Theo Eshetu nato a Londra nel 1958 da papà etiope e mamma olandese che realizzò nel 1989 il film “Nativity” commissionato da Bruno Ceccobelli per celebrare la nascita dei suoi figli. Il video rappresenta la creazione del mondo, la nascita e la rinascita, immagini scientifiche rese simboliche intrecciate con le immagini delle opere d’arte di Bruno Ceccobelli che costituiscono l’installazione “Natività”. I video di Auro e Celso tendono ad essere dei documentari d’arte e spesso gli artisti stessi sono i protagonisti; tra i più importanti ripresi al lavoro ci sono Jannis Kounellis alla Fondazione Volume! di Roma, Enzo Cucchi ripreso per la Galleria Bibo’s Place di Todi all’opera nella fabbrica di ceramica Grazia Maioliche di Deruta e Beverly Pepper mentre illustra il procedimento della fusione delle sue colossali opere in ferro, documento questo che è stato proiettato nel 2012 durante una conferenza a Buffalo. ”Trentennale Pastificio Cerere 1983-2013” è l’ultimo documento realizzato in collaborazione con il fotografo Ottavio Celestino. Da qualche anno allestiscono le installazioni site specific” sia del padre che di altri maestri dell’Arte Contemporanea.

Mostre personali:

“Batte Botte” Video d’Arte ispirato dalla omonima poesia di Dino Campana e voce di Alessandro Cucchi, a cura di Luigia Sorrentino, Rai News / Blog / Poesia, caricato sul sito: rainews.it, 2015

“Dessì: ritratto a Schifano” Video d’Arte su Gianni Dessì e Mario Schifano, a cura di Luigia Sorrentino, Rai News / Blog / Poesia, caricato sul sito: rainews.it, 2014

“Scrigni d’Autore”, Video Documentario sull’omonima mostra, a cura di Manuela De Leonardis, Palazzo Valenti Fredi, Festival di Todi (PG), e caricato su: youtube.it, Poster, 2014

“Hans Hartung – La Radice del Segno”, a cura di Achille Bonito Oliva, Video Documentario sulla Performance di Gaia Riposati, Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Poli – Fontana di Trevi, Roma, caricato su youtube.it 2014

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Alessandro Cucchi è nato ad Ancona il 28 agosto 1984

1 pensiero su “Alessandro Cucchi & Dino Campana

  1. Grazie a Auro e Celso Ceccobelli, a Alessandro Cucchi (minimalista nella biografia), per la realizzazione di questo video-poema. Mi è sembrata la scelta migliore per inaugurare la sezione “Un poeta legge un poeta”.

    L’uitilizzo delle mani nel video, che si intravedono, compaiono e scompaiono, nel rumore dei passi, è bellissima. La mano è ciò di cui ciascuno di noi oggi ha bisogno. Per entrare- accededere, ad uno spazio, il proprio, riconosciuto come luogo di appartenenza.

    Bene!

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