Primo Festival Nazionale dell’Acqua

 
porretta1Dal 18 al 21 settembre 2014 a cura dell’unione dei Comuni dell’Alto Reno.

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Basta guardarsi attorno per comprendere subito che quassù, fra le creste dell’Appennino Tosco-Emiliano, da sempre l’acqua è la protagonista assoluta. Lo è stata nel modellare il territorio, lo ha fatto diventando nei secoli la risorsa fondamentale per la vita e l’economia dei suoi abitanti, lo è ancora oggi come elemento principale di quella qualità ambientale su cui si basa il turismo locale. Da qui la scelta, sia di organizzare un festival nazionale dedicato all’acqua, sia di sceglierla come l’elemento unificante dell’Unione dei Comuni dell’Alto Reno e identificativo del progetto di promozione turistica che ha portato da poco alla nascita del “distretto turistico del benessere”.
Era quindi naturale per i quattro Comuni dell’Unione Alto Reno iniziare questo cammino con un evento sull’acqua che avesse il duplice scopo, da un lato, di fare conoscere e valorizzare il suo legame con il territorio, dall’altro di tutelare il patrimonio idrico locale e farlo conoscere alle generazioni future. Non è un caso, quindi, se ampio spazio del Festival è dedicato alle scuole del territorio, con incontri, appuntamenti e iniziative specifiche, che le vedranno come protagoniste di questa manifestazione.
E attraverso le quali speriamo di trasmettere ai giovani la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio che riceveranno in eredità.
L’obiettivo è che il Festival dell’acqua possa diventare, con il tempo, un punto di riferimento nazionale per la discussione, il confronto e la conoscenza di un tema fondamentale per il territorio dell’Alto Reno, per la nostra Regione e – speriamo – per tutto il Paese, ma soprattutto per il futuro dell’umanità.
Giuseppe Nanni, Sindaco di Granaglione e presidente dell’Unione Alto Reno
Alfredo del Moro, Sindaco di Camugnano
Elena Torri, Sindaco di Lizzano in Belvedere
Gherardo Nesti, Sindaco di Porretta Terme
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L’acqua e l’identità di un territorio
di Loretto Rafanelli
(direttore artistico del Festival)
Quando mi fu chiesto di immaginare qualche evento di carattere culturale che potesse dare un certo riscontro positivo per il territorio, pensai che era bene evitare la genericità di certe manifestazioni che ormai accompagnano le recenti estati italiane. In particolare, per intenderci, il pensiero andava ai molteplici festival, quantunque alcuni abbiano avuto, e hanno, grandi meriti nella promozione culturale, per esempio il Festival della letteratura di Mantova o il Festival della mente di Sarzana o il Festival della filosofia di Modena. Ma raramente queste manifestazioni hanno avuto a che fare con le peculiarità del territorio dove si tengono. Era invece necessario proporre una manifestazione che, oltre che attirare l’attenzione generale, permettesse di valorizzare ed esaltare alcune tipicità della nostra zona. Allora, da qui partendo, divenne facile pensare all’acqua. Cioè l’elemento che identifica completamente i luoghi dell’Alto Reno. Ciò per la ricchezza delle fonti e dei corsi grandi e piccoli qui esistenti, per le attività e le strutture che storicamente sono state realizzate proprio per la presenza dei fiumi (mulini, fonderie, ecc), per i laghi e gli invasi che sono stati costruiti, per la neve con le discipline sciistiche, per le acque termali che hanno fatto, sin dall’antichità, di Porretta una località famosa, ricordata da scrittori (Machiavelli) e scienziati (Marconi). L’acqua quindi è il più forte elemento identitario del nostro territorio, ed è stata la fonte di vita e di sostentamento più preziosa per la vallata. Creare un evento attorno al tema all’acqua si è presentato come una necessità, come un percorso straordinario attraverso la vita delle genti di questi luoghi.
Ma l’idea dell’acqua è ovviamente l’idea di qualcosa che travalica i confini territoriali. E’ il bene che ci permette di parlare del mondo e del timore esistente per una risorsa che diviene sempre più difficile da trovare, da conservare e da distribuire con equità.
Sappiamo dei mille problemi legati all’elemento acqua, con milioni di persone che ogni giorno percorrono strade quasi impossibili per avere un briciolo di questa ricchezza.
Sappiamo che l’acqua investe la questione dei diritti e della democrazia, perché l’accesso a questa risorsa definisce la possibilità per un popolo di vivere e di guardare al futuro.
Sappiamo che questi sono temi fondamentali che hanno a che fare anche con gli equilibri mondiali, non a caso le strategie delle grandi potenze mirano a tale risorsa, ormai accostata per la sua valenza socio-economica al petrolio.
Esistono poi le questioni relative all’inadeguatezza del nostro sistema idrico nazionale, problemi tecnici ma pure problemi di accesso e di utilizzo delle fonti, e del discorrere dell’acqua come bene comune, che portò anche ad un referendum, nel 2011, e pose la problematica, come grande questione sociale e ambientale per il paese.
Temi cruciali che è importante affrontare, perché la riflessione sul tema è ancora carente, ritenendo i più l’acqua una risorsa inesauribile, quasi scontata. Di questo si parlerà anche nelle scuole della zona, un coinvolgimento indispensabile se si vuole che le giovani generazioni siano avvertite e sensibilizzate e proiettate nel futuro.
Il 1° Festival Nazionale dell’Acqua, titolo impegnativo, ma espressione della volontà dei quattro comuni delll’Alto Reno di dare luogo a una manifestazione che abbia un respiro ampio e da continuare nel tempo, ha come sottotitolo La meraviglia dell’acqua tra ambiente, economia, storia, arte e spettacolo, questo perché l’acqua non rimanda solo ad un aspetto tecnico-scientifico, ma nella sua vitalità e nella sua dimensione eterna, come dice un noto poeta americano, ci porta a molteplici considerazioni. Ci porta ad annotazioni profonde, a colori infiniti, a mille parole evocative, a storie e ricordi, alle tante attività economiche e sociali che le comunità locali e internazionali, attraverso l’acqua, hanno creato.
Dobbiamo quindi allargare lo scenario e vivere il tema dell’acqua come un concetto globale, universale, con tanti riferimenti e visioni.
Dobbiamo contemplare una sensazione semplice e umile, ma pure di grandezza, in sintonia con ciò che esprime il territorio dell’Alta Valle del Reno, un luogo dalla bellezza infinita tra boschi e vallate, alture e picchi, corsi d’acqua e animali, luoghi d’arte e di svago, un insieme che riporta ad un senso di gioia, a una giovanile freschezza, a uno stupore quasi fanciullesco, e ad una paziente lentezza del tempo.
Si è voluto pensare a un evento che sapesse unire una comunità e i tanti turisti che qui giungono rispetto a una idea che fosse in grado di coniugare attorno al “pensiero” dell’acqua: la serietà scientifica e la creazione artistica, la dimensione morale e la conoscenza storica, le implicazioni ambientali e la riflessione sul futuro, ecc.
C’è bisogno, come diceva il filosofo Bachelard, di sistemare tutto in un’ampia, seria, fenomenologia, dove l’immaginazione può trasformare l’elemento acqua in sogno, creazione artistica, vita, profondo magico inconscio collettivo.
Per questo abbiamo messo insieme storici e letterati, scienziati e tecnici, poeti e musicisti, artisti e cuochi, politici ed economisti, legislatori e attori, giornalisti e antropologi. (In ordine sparso: Guccini, Staino, Corona, Mussapi, Rotelli, Ontani, Galaverni, Piumini, Tozzi, Marescotti, Facchini, Corelli, Mucciarelli, ecc.). Ognuno di loro ci permetterà di costruire un virtuoso, prezioso, spazio scientifico e narrativo. Un racconto indispensabile per la vita e la fantasia degli uomini.
Una speciale sensazione che ci porta a ricordare Giuseppe Ungaretti, alla sua vita dettata dall’esodo, tra lontane terre, e alla sua disperata ricerca di un appagamento interiore, ciò attraverso i suoi fiumi, quei corsi d’acqua che toccano costantemente come un flusso misterioso il suo vivere, e divengono il battito del lacerato cuore.
Un battito che è anche il nostro respiro, che è quel segreto infinito scorrere del fiume Reno, che tanto ha scandito il tempo dell’intera comunità e fa pensare, come disse il romanziere Paolo Volponi, che si può vedere il mondo solo partendo dalla propria piccola patria.

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