Antonio Spagnuolo, "Come un solfeggio"

antonio-spagnuoloIntroduzione dell’Autore
L’assenza con il suo vortice negativo imprime indicibili incisioni nel subconscio, tali da annullare ogni res extensa, in un naturale sottofondo di angoscia, che riporta i termini del logorio e del pronunciamento.
Così la poesia, intrappolata nelle circonvoluzioni, fra realtà materiale e realtà dell’immaginazione, trasforma il livello più alto della mesta riflessione nel possibile desiderio di trascendenza. Ecco che nel fondo mitopoietico della memoria si abbozza quello che sarà il “verso”, musicale e ritmico, per divenire sul destino soccombente della solitudine.
La suggestione vibra ancora di tutte le scintille di cui il tempo trascorso, generoso e spiritualmente fecondo, continua a infiammare il grembo che ha custodito un legame intimo e viscerale con la persona amata.
La lontananza lascia intatti i suoi spazi e i suoi tempi, perché respira quel sentimento in grado di preservare l’immaginazione e grida per un proprio rapporto con il mondo deserto, dove si genera la scrittura e nello stesso tempo la conoscenza di sé e del proprio rapporto con la poesia.
I cristalli sono ormai schegge di vetro, puntute e laceranti, e non appartengono più al poeta: appartengono al vacuo paesaggio dell’illusione, ne costituiscono i residui fatiscenti: Deve proporsi come gioco testamentario, e come gioco furioso, giocoso, potrebbe essere un luminoso programma di comunicazione, per saper dare l’indicibile, al di là di una poetica del frammento, rintronata e dentellata, urtante e folgorante.
L’abolizione di vincoli del tempo e dello spazio è, infine, fuga fantastica dalla prigionia del finito, sulla scia di un angoscioso ripensamento del perduto e nella tentazione di uno sguardo che non esiste più, stemperato da un fluire che non cerca di dimenticare, ma affonda nelle figure e negli annullamenti della fiamma residua.
Da “Come un solfeggio“, di Antonio Spagnuolo, Edizioni Kairòs, 2014
Misteriosa la notte
Misteriosa è la notte fuori del tempo,
che sappiamo scomporre, e a volte grida
all’ultimo rosario.
Incredibili note e multiformi gorghi
per ascoltare una poesia che trabocca,
meyre la fiamma è un guizzo di ricordi
incomposti
ove nascondere l’ultima promessa
della gioventù spinta al passato.
In questa solitudine d’ immagini
passa il mio giorno,
quasi una preghiera disperata.
Ecco ritorno solo,
con il bagaglio enorme dei pensieri.
***
Armonie
Altre armonie inseguono le mura
dove un giorno correvamo tra immagini
e colori:
un domani già ieri tormentati dal dubbio.
Risentire vorrei l’eco delle tue parole
e sperdermi nella fiaba che tracciammo.
Tu iridati capelli al sole,
impossibile aroma della gioventù
hai lineamenti d’ombre,
ed ora
il tuo abbandono è gioco dell’eterno.
***
Richiami
Continuo, nel vuoto che hai lasciato,
a cercare richiami, a inseguire brandelli
delle ore indecise.
Striscia nel sonno la memoria, quasi a nebbia,
per troncare il mio grido,
e la paura ha l’ansia oscura del tremore.
Non sei preghiera, nel tremendo squarcio di
bufera,
non hai ragione delle tenebre,
e non mi accoglie il sussurro.
– 
Antonio Spagnuolo è nato a Napoli nel 1931. E’ presente in molte mostre di poesia visiva internazionali, in antologie, in volumi della storia della letteratura italiana.
Ha pubblicato numerose raccolte di poesie (dal 1954), premiati più volte. E’ tradotto in inglese. Dirige la collana “Le parole della Sybilla”, per le edizioni Kairòs e il sito “Poetrydream” ( http://antonio-spagnuolo-poetry-blog-spot-com ).

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