Carla Mura, “autoritratto”

Arte e Poesia
a cura di luigia Sorrentino


Fino al 16 giugno 2012 la diagonale/libreria di Via dei Chiavari, 75 di Roma ospita la personale di Carla Mura, autoritratto.

Nella foto: autoritratto, 2005, filo di cotone e plexi cm 50 x 30.

Con questa nuova esposizione, viene proposta al pubblico romano una mirata scelta della produzione dell’artista sarda. In mostra 17 opere; lavori realizzati dal 2004 ad oggi, una selezione di giochi cromatici, intrecci, sovrapposizioni di fili, pietre, e la presentazione di un’opera pittorica del 2002.
Nel testo in catalogo, Luca Beatrice scrive dell’artista: “Nei segmenti e nei pattern cromatici di Carla Mura ci sono visioni di panorami, aperture su strade e città, finestre di una casa metropolitana, vetri opachi di un vagone di un treno, forse di un autobus, segnati dalla pioggia o dalla polvere stratificata.

Non c’è rappresentazione eppure crediamo di vederli. Il bisogno di realtà impone di attribuire nomi all’astrazione. In alcuni casi viene in aiuto il titolo: “Libellula”, “Pullman”, “Metropoli”. Sono dettagli e ingrandimenti che fanno parte di un insieme reale ricostruito solo percettivamente […] Carla Mura è sì una pittrice, ma nei suoi quadri non c’è più traccia del segno. Di fatto prosegue ed evolve l’esperienza della Process Painting che aveva avuto una certa fortuna critica negli anni Novanta, soprattutto in ambito britannico, il cui credo era far pittura senza dipingere, utilizzando materiali anomali e gestualità meccaniche, ripetute come un modulo insistito, al netto dell’ipersoggettivismo della mano dell’artista. Dalla pittura Carla Mura si allontana per guardare a quella componente tipica, piuttosto, dell’Arte Povera che mette a nudo il materiale e lo rende in qualche modo il protagonista dell’opera. Il filo di cotone si sostituisce così ad acrilici e olii in risultati di sorprendente armonia cromatica e di cartesiana – nel senso di equilibrata – composizione visiva. Travertino, legno, piccole pietre, i supporti sono interamente rivestiti di fili di diversi colori che attraversano tutte le tonalità dei grigi, dei beige per poi virare nei viola e nei blu, nei rossi carmini e nelle terre bruciate. C’è un senso di natura quando si tratta di marmi e legni sui quali s’intreccia la fibra fino a nasconderli. Diventano invece “mondrianeschi” quando preferisce il bianco, il nero e il rosso acceso trasformando la composizione astratta in omaggi ai maestri dell’astrazione pura, unica pittura meramente avanguardista… ”

La mostra, realizzata grazie al contributo di DELIA “Benessere e Bellezza”, MET Chino & Friends, sarà visibile fino al 16 giugno 2012.

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