Eduardo Lourenço, Mitologia della saudade

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Mitologia della saudade di Eduardo Lourenço  Edizioni Orientexpress, (EUR 11,00) Collana “Gli Ibischi” – Una collana di saggi che nasce dalla nostalgia.” (Perché la nostalgia non dev’essere solo un sentimento. Su di essa occorre ragionare, riflettere, cercare di capire).E se la nostalgia è una delle emozioni più forti che possano segnare un uomo e la sua opera, pensare la nostalgia è anche pensare su ciò che manca all’uomo: che sia rimpianto per ciò che fu, e si è perduto, o mancanza metafisica.

“Gli Ibischi” – come i fiori, dalla bellezza intensa e fugace -sono offerti a lettori che siano segnati, in un modo o nell’altro, da un’assenza.

Muovendosi a ritroso in quello spazio fecondo in cui l’espressione letteraria di un popolo ne definisce l’auto-percezione, Eduardo Lourenço delinea, nei saggi qui raccolti, le origini della parola-mito della saudade, quel sentimento tutto portoghese, di attesa e nostalgia insieme, che lega l’uomo alle maglie del tempo.

“Cerco di definire in maniera diretta la saudade, vista non solo in sé stessa, ma come chiave per comprendere il nostro immaginario. Sarà un tentativo (…) di spiegare l’autocoscienza portoghese dell’eccezionalità attraverso il culto della saudade così come essa è stata espressa dalla nostra cultura e dalla nostra poesia nel corso dei secoli.

Correndo dei rischi, cerco effettivamente di dimostrare che la mitologia culturale portoghese non può essere letta al di fuori della chiave interpretativa della saudade. Della mitologia della saudade, e non della sua ontologia.”

(Eduardo Lourenço)

Eduardo Lourenço è nato nel 1923 a São Pedro do Rio Seco ed è un filosofo e docente universitario. Durante il regime salazarista si trasferisce prima in Brasile e poi in Francia, dove tuttora risiede.Pur vivendo all’estero, è uno dei più acuti interpreti delle grandi questioni della cultura portoghese (e universale). Nel 1988 riceve il Premio Europeo di Saggistica “Charles Veillon” e nel 1996 viene insignito del Premio Camões, il più prestigioso riconoscimento letterario della lusofonia.

Secondo la critica, “la sua opera è senza dubbio uno dei punti più elevati della cultura portoghese del XX secolo”.

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