Simona De Salvo, “La camiceria brillante dei miei anni”

Simona De Salvo

A Matteo

 

Lo sai? Gli uomini che vanno a messa

mi ricordano i soldati di plastica

che si mettevano in fila sul davanzale se c’era

bel tempo. A noi però

i cartelli indicano giorni di pioggia

e non abbiamo nemmeno rubato un’auto

con tergicristalli contro la noia.

Cosa stiamo aspettando. amico mio?

Ora, non ti dirò che presto troveremo capelli chiari

allo specchio né ti mostrerò come, in fondo

stia scrivendo di te per la prima volta;

preferirei raccontarti della bellezza

che vive nascosta tra le immondizie, di quella

bellezza

per cui io ti dissi: è vita, e d’altro non mi interessa.

Ma ti ascolterei ancora mille anni respirare nella notte

– gli occhi sbarrati, le due e trenta precise –

finché, forse, mi dirai

girandoti nel buio: nessuno verrà mai a salvarmi.

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