Silvia Rosa, “Tutta la terra che ci resta”

Silvia Rosa, photo di proprietà dell’autrice

All’estremità della notte le occhiaie
ci confortano, piccole chiazze di lune
piene sul volto. La redenzione del tunnel,
con i suoi boati corvini e le falene-bussole,
è una strada d’alluminio che accoglie
i nostri fantasmi, a 150 km orari.
Il roseto di abbagli ed errori resta fuori
da questa griglia di Hermann: le fucilate
degli antinebbia e i rimpianti sono espunti
da un elenco di cifre binarie, o bianco o nero.

Manca profondità a questo andare,
uno sguardo d’insieme, il talento
di sopravvivere alle lesioni del buio

*

È quel gesto che resta sospeso a metà,
la dirittura d’arrivo di un progetto
per un niente mancata, il filo di capelli
appeso come un sonaglio reattivo
al primo dente del pettine,
la velatura di madreperla che omette
le evidenze familiari del corpo, precisamente
è questa la dolenza che lasciano in sorte
quelli che se ne vanno, di spalle:
si avventurano dentro un budello argenteo
di zinco e fosfeni, fino a un risucchio lattiginoso
di luce, non sentono i nostri richiami
a voltarsi, a rientrare, oltre le soglie
di vetroresina da cui li osserviamo
perdere consistenza, diventare ricordi.

Dove ritrovare le loro orme di odori,
le ragioni della distanza, i loro commiati?

*

È un lampione questa luce che piomba sul tavolo,
allaga il conto delle notti a venire, un rebus scritto
con avanzi di briciole. La strada posa la sua coda
sonora per terra – dentro o fuori non fa più differenza –

Una volta c’era una casa fra ottantatré geroglifici urbani
e tre colate di cemento in tiro, puntati negli occhi:
una sagoma abita la sera, dietro una lamina di dubbi,
nell’odore cinereo, come sfugge – ma dove –

domani le voci si stendono ad asciugare tutti gli incubi Continua a leggere

Donne, poesie e storie di emigrazione

Da Poesie di Vera Lùcia de Oliveira

Ho messo dentro la terra un lettino
era autunno lasciavo le foglie
ammucchiarsi soffici sul suolo
facevo come un lenzuolo dorato
che si stendeva avvolgeva le orecchie
dentro la culla non so chi avevo
messo a dormire qualcuno c’era
piangeva a dirotto mai che avessi
potuto vedere il suo volto

*

Da Poesie di Adriana Langtry

Sette

Alcuni, a quei tempi
abitavano tutta la vita nella stessa casa.
Ville coloniali con madreselva sui balconi
E figli che crescevano all’ombra di grandi fichi e di messali
e adulti che invecchiavano nella memoria di razza e tradizioni
sotto il ritratto di un avo militare.
Molti, a quei tempi
abitavano tutta la vita nello stesso rione.
Suburbio di ringhiere, cortili a cannocchiale
e misture di accenti nella penombra degli androni
tra giochi censurati e il lamento di un tango
scosso dai primi accordi di Love mi do.
Alcuni, abitavano tutta la vita nella stessa casa.
Noi, a quei tempi,
nella scalata sociale verso il centro,
di case ne abbiamo cambiato giusto sette.
Una per ogni dittatura.

*


Da Poesie di Eliza Macadan

Qualcuno molto ironico
mi ha dato un’altra lingua invece della mia
poi mi ha lasciata cercare
vai da questa parte – potresti trovare un silenzio
che se ne frega della lingua
dall’altra vivresti senza nemmeno accorgerti
sto al bivio e prego per un altro po’ di tempo
per poter ascoltare tutti i silenzi
e parlare in lingue
prima o poi
non ho più patria
l’ho lasciata alle spalle
senza che se ne accorgesse
i fili sono impigliati
nel palco dell’infanzia
le parche tessono
di giorno una tela
che le notti districano

*


Da Poesie di Lidia Amalia Palazzolo

Madre
madrona
dei miei
rimpianti
Voce
che non riscalda
le ceneri
Matriarca
di un
regno
vuoto
Madrecita
dimentica
di carezze
Distratta
e perduta
nel perfido
tempo
della follia
Irriconoscibile
reproba
della morte
e l’esilio.

Da “Confine donna – Poesie e storie di emigrazione”, a cura di Silvia Rosa, con illustrazioni di Valeria Bianchi Mian, Vita Activa Nuova 2022. Continua a leggere

la poetica del corpo & il corpo poetico

maria_korporal

Appuntamento
 la poetica del corpo
& il corpo poetico

A cura del collettivo WSF in collaborazione con Silvia Rosa e Salvatore Sblando, presso la Libreria Belgravia in Via Vicoforte 14/d, Torino.Il programma prevede una mostra fotografica-artistica dal 29 marzo al 24 aprile; vernissage, reading poetico e videoproiezioni il 29 marzo 2014 dalle ore 18 alle 22.• cliccare qui per scaricare il manifestoIn programma: nuda sei …, un nuovo video di Maria (Felix) Korporal.