Opere Inedite, Annamaria Ferramosca

Annamaria Ferramosca: “Ho sempre sentito, nei miei tentativi di scrittura poetica, di star cantando una voglia forte di prossimità. Nel senso largo dello stare accanto, della spinta incandescente a voler accogliere e restituire ogni voce, dunque, dello scrivere per avvicinarsi e poi far avvicinare, come in una catena calda e gioiosa e fertile di altri incontri. Assomigliare a chi mi si accosta, in un cerchio di reciproco ascolto-condivisione, cercando di innescare poi l’osmosi tra ciò che cola sulla carta e ciò che il lettore cattura e diventa tessera di un suo percorso, sua anima. Sento che sia a me che scrivo sia a chi legge/ascolta può accadere così di allontanarsi un po’ dal proprio buio e di nuovo avvertire desiderio. Quello, transitivo, di sentirsi vivi, vitali, rivolgendosi all’altro che è accanto. Una prossimità che mi auguro possa divenire contagio.”
                               di Annamaria Ferramosca Continua a leggere