Elisabetta Pigliapoco, “L’equilibrio”

Elisabetta Pigliapoco / Credits ph Dino Ignani

L’equilibrio è un taglio orizzontale
tra la gola e il petto.
E’ la bolla d’aria ferma
in mezzo alla livella
quando neanche il respiro
è più certo.

ho trovato il mio centro nella goccia
che scavava la vena all’avambraccio
ho vomitato in dodici ore interi
i miei sedici anni e qualche giorno

L’equilibrio ce l’ho stampato
in faccia, come una smorfia
serra le labbra in un sorriso
distilla sagge sillabe e poche.

le borse sotto gli occhi di mia madre,
lo sguardo senza più orizzonti
per sempre vinto, riflesso nello schermo
acceso su un Sanremo senza gloria

Ancora oggi resta l’ossessione
la mano che passo tra i capelli
indice e medio a misurare
il venti per cento di speranza,
l’ho sciacquato tutto nella vasca
col rasoio ancora tra le mani

Equilibrio, una forma d’attesa
stand-by senza scadenza
tra vertigini e voragini
certe.

c’era l’ossigeno che entrava dalla porta
spalle forti e  viso da bambino
col giubbotto scuro, l’incoscienza
del sorriso. Diceva già domani

il dolore di mio padre non entrava
spuntava la sua testa dalle scale
si appoggiava muto alla finestra
la mano apriva, in segno di saluto

da La luce di taglio, Archinto 2018

Continua a leggere