RaiPoesia2022. Uno sguardo sulla poesia italiana contemporanea

In primo piano

La reciprocità degli sguardi

Nell’immagine, un frame della sigla che introduce a partire da oggi, venerdì 16 dicembre 2022 alle 16.30 un ciclo di incontri con i poeti italiani contemporanei sul nuovo sito web della Rai: RaiNews&TGRCampania con il progetto Raipoesia2022 ideato e condotto da Luigia Sorrentino.

Raipoesia2022 è uno sguardo sulla poesia italiana contemporanea, uno sguardo nel quale ci si perde o ci si ritrova.

Raipoesia2022 è accoglienza, è la risposta a una chiamata che predispone un luogo e uno sguardo che viene in superficie.

Raipoesia2022 è un progetto pensato soprattutto per le giovani voci della poesia italiana contemporanea, ma non solo. Ai volti e alle voci dei più giovani, si affiancheranno poeti già noti ai lettori della poesia contemporanea italiana, perché se non fossero presenti ne sentiremmo l’assenza.

Raipoesia2022 mette in evidenza i volti, gli occhi pieni di fascino e d’inquietudine dei poeti, custodi dell’attenzione, della profondità e della verità della parola della poesia.

Ascolteremo frammenti di parole che tassello su tassello andranno a comporre un’unica grande opera.

(Luigia Sorrentino)

Postilla

Il titolo, Raipoesia2022, porta con sé l’anno in cui è nato il progetto.

 

Raipoesia2022

ideazione e progetto di Luigia Sorrentino

si ringrazia Dino Ignani per la cortese collaborazione

 

Sono intervenuti

Raipoesia2022. Francesco Iannone sul web da venerdi 16 dicembre 2022

Raipoesia2022. Mattia Tarantino sul web da venerdì 23 dicembre 2022

Raipoesia2022. Francesco Maria Tipaldi sul web da venerdì 30 dicembre 2022

Raipoesia2022. Eleonora Rimolo sul web da venerdì 6 gennaio 2023 

Raipoesia2022: Gian Maria Annovi sul web da venerdì 13 gennaio 2023

Raipoesia2022. Maria Borio sul web da venerdì 20 gennaio 2023

Raipoesia2022. Stefano Bottero sul web da venerdì 27 gennaio 2023

Raipoesia2022. Giulia Scuro sul web da venerdì 3 febbraio 2023

Raipoesia2022. Sacha Piersanti sul web da venerdì 10 febbraio 2023

Raipoesia2022. Vanina Zaccaria sul web da venerdì 17 febbraio 2023

Raipoesia2022. Davide Rondoni sul web da venerdì 24 febbraio 2023

Raipoesia2022. Giorgia Esposito sul web da venerdì 3 marzo 2023

Raipoesia2022. Gianluca Fùrnari sul web da venerdì 10 marzo 2023

Raipoesia2022. Claudia Di Palma sul web da venerdì 17 marzo 2023

Raipoesia2022. Domenico Brancale sul web da venerdì 24 marzo 2023

Raipoesia2022. Giovanna Marmo sul web da venerdì 31 marzo 2023

Raipoesia2022. Beatrice Zerbini  sul web da venerdì 7 aprile 2023

Raipoesia2022. Alessandro Bellasio  sul web da venerdì 14 aprile 2023

Raipoesia2022. Imperatrice Bruno  sul web da venerdì 21 aprile 2023

Raipoesia2022. Matteo Bianchi  sul web da venerdì 28 aprile 2023

Raipoesia2022. Gino Scartaghiande sul web da venerdì 5 maggio 2023

Raipoesia2022. Ilaria Palomba  sul web da venerdi 12 maggio 2023

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Iole Toini, “Dei colori dei luoghi”

Iole Toini

La donna continuava a cadere.
Cadeva nell’aria come una luna.
Azzurra. Fosforescente.
Ora toccava una nuvola, ora
la cima di una montagna. Goccia
a goccia, il tempo luccicava lontano,
senza accadere. Una nave,
con l’ancora che pendeva sul fianco,
muoveva lo sfondo. La donna
guardava l’incanto del viaggio.

Il prodigio le entrava dagli occhi.
Non c’era direzione, né intento se non

lo stare nel passo dell’aria come uno stormo.
Non c’erano suoni, né chiavi.
Niente da rivelare. Eppure
ogni cosa avveniva, con commozione,
come sa fare la luce.

*

Per l’altra – di più – la mai
numerata l’innumerevole
vista la bella invisibile
che fa le cose diverse – aperte e chiuse
dove si spinge e non si spinge
il desiderio dentro le canne
dopo lo sparo e dopo
che l’urlo ha scoperto il passaggio.
Per l’altra – senza terra – proprio qui
densa e battente
che fiore e non fiore
che alba e nel buio
quando non passando passa
smisurata la dolcezza
intanto che muore sboccia
la rigogliosa pira che spoglia la rosa
e arretra e resta rotta.

Così imperfetta
e poca e minuta e tutta di meraviglia piena.

*

Più dei fiori
essere il grano nel becco della luce,
entrare nella spina della rosa,
stare tonda nella vena, scoprirmi cosa
d’aria, levare dalle spighe l’ala
della luna, tenere in bocca il buio,
vivere di distanza piena, il nome
che avanza vicinissimo
al vuoto toccato a tutto palmo
quando la carezza sa farsi bosco;
più dei fiori posso essere muschio,
stelo minimo nel colpo della falce
levata volo nello spasmo
di un bacio scampato alla calura,
poi neve nelle grotte della pelle
quando l’orma del pensiero
tocca il battito dello stare fermi.

Mentre cado faccio terra
sul pioppo levigato dalla pioggia.

Poco è detto, meno il fatto
di essere solo mani,
tensione muscolare che teme il nulla
della carne, e duole sola e sente
nello strappo l’altissimo mai colto
grido conducimi o lasciami
terra in terra, volto appagante intero.

*

Nella terra che aprì maggio
un canto si levò dalle vene di pietra

la pioggia eresse l’intenzione del giglio
la luce tese la lancia che aprì la festa.
E gridò il pesco, gridò il croco e la rondine,
gridarono i pioppi e le sterpaglie;
a bracciate il grano accese il campo.
Esaudita la gioia dell’erba,
esaudite le solitudini dei tordi,
il silenzio infiammò le rotte dei venti
che stesero le mani ai tetti, ai fili tesi
fra le case, alle strade ai tram alle navi.
Infine i fiori.
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Due inediti di Iole Toini

Iole Toini

Un Oh basterebbe

Dopo la prima curva, all’ingresso del sentiero,
punture gialle di fiori mi svegliano.
Il becco della terra si schiude. Ciuffi d’erba
guizzano come pesci intorno ai sassi. I sassi
zigzagano fra cespugli di pino mugo e
rododendri. I piedi sono cavalieri in groppa al
verde.

In alto, gruppi di gracchi – indocili come tutto in
questo luogo – si allungano in vasche d’aria.
Nessuno è solo qui; tutto gorgheggia in
un persempreamore.

Senza l’ingombro di pensieri ogni cosa è
rivelata.
Ma sono i tentacoli di una lumaca che
squittiscono da un muretto a secco a esplodere
piena la gioia che si infilza in ogni punto visibile
e non visibile.

La bocca inghiotte ed è inghiottita – dentro
le asole dei larici, nei ronfi dei
gufi, nei trisavoli dei ceppi dei pini.
È vero quindi, si può toccare Dio e la sua
altitudine.

Da sopra la testa, i massi più grandi tengono
d’occhio ogni cosa con un mirino tanto potente
quanto – forse – scarico di miccia.

La fiamma della cima è ancora lontana e io
arranco dicendole vuoi essere mia amica?

Qui niente è complesso, tutto fonde in sé e in
altro da sé travasa; e la luce e i fili d’erba e me
siamo sui bastioni a chiamare, a larghe braccia:
avanti! Continua a leggere