Opere Inedite, Steven Grieco

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

“Il poeta è prima di tutto osservatore della realtà, come questa appare ai sensi, originando allo stesso tempo al nostro interno. Per questo egli sa che l’oggettività in senso puro è un’illusione, che ogni faticare umano è eternamente in bilico fra “interiorità” e “mondo esterno”, fra essere e non-essere.
Ciò che egli trae dal mondo è quindi l’immagine sottile. L’immagine sottile è un fuoco che arde e purifica. Non è la gioia, e soprattutto non è il dolore, che tentano entrambi di assumerne le sembianze, ma sono soltanto stati d’animo che modellano le forme dell’esperienza e spesso tendono a deformare di questa la più profonda, inalterabile, natura. Possiamo, certo, ritrarre il dolore o la gioia, ma dovremmo essere sapienti nel farlo, se davvero è al superamento d’ogni emotività passeggera che l’arte per sua natura tende, come il pastore epirota che se ne sta sdraiato sulla via polverosa suonando la floghièra, flauto dei greggi. Continua a leggere