Simoncelli, cinque poesie

Stefano Simoncelli, ph. di Daniele Ferroni

COMMENTO DI MATTEO BIANCHI

Dallo sfondo sfocato sono le forsizie a occupare lo sguardo del lettore con i loro fiori di un giallo intenso, ovvero le riserve del presente. Le piante in questione che simboleggiano l’anticipazione di qualcosa, la sua venuta fuori contesto, separano lo spazio vitale del custode dalla casa in disfacimento a cui bada, quasi fosse la carcassa di un passato irreparabile, insolvibile. In un momento tanto incerto e drammatico che impone un severo isolamento, il poeta si nasconde dietro il vissuto di qualcun altro proprio per non rinnegare il suo e metterlo a fuoco. L’io lirico non trova un senso alla memoria che sbiadisce, così la dimora fatiscente svuotata dalle boutade gravose del tempo riecheggia la Villa chiusa di Corrado Govoni, che circondata da una siepe pativa la stessa «solitudine forzata», la stessa ruggine, ma che aspettava la pace. D’altronde, Govoni era solito ricavarsi periodi di distacco totale dal brusio quotidiano per riconoscersi attraverso un ascolto più limpido di sé. Continua a leggere

Eugenio Vitali

Eugenio Vitali Credits/Daniele Ferroni

Nato a Ravenna nel 1934, Eugenio Gino Vitali è autore di numerose opere poetiche edite a partire dal 1965 (“Concerto Atomico”, per le edizioni Cappelli, gli valse nel 1984 la vittoria al Premio speciale Dino Campana e “Testata d’Angolo”, per le Edizioni dell’Orso, quella al Premio Internazionale Moncalieri nel 2006); il suo poemetto “Cantai la vita” appare nell’Almanacco dello Specchio 2010-2011 della Mondadori.

Le sue liriche sono tradotte in Francia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca e negli Stati Uniti.

Vitali ha raccolto i consensi formali della più alta critica italiana, da Maria Luisa Spaziani a Giorgio Barberi Squarotti a Roberto Roversi (due le raccolte di Vitali uscite per i tipi della “Libreria Palmaverde”).

Tra il ’69 e il ’70, Vitali sorprese l’Europa con il Libro d’Affissione, manifesti in formato elefante con cui tappezzò di poesie i muri delle grandi città italiane, dal Veneto alla Sicilia, un’operazione inedita per l’epoca e che aprì la strada a fenomeni imitativi, nel nostro paese e all’estero. Continua a leggere