Riapre il Museo Chillida

Nota di Alberto Pellegatta

 

Il 2019 è un anno di festa per la cultura spagnola, e non solo perché il cambio politico ha favorito un clima di distensione dopo lo scontro territoriale e la crisi economica, ma perché, a otto anni dalla chiusura per mancanza di fondi, ha riaperto il museo dedicato al maggiore scultore spagnolo del secondo Novecento, Eduardo Chillida. Un progetto espositivo avviato dall’artista stesso nel 1983, quando acquisì la tenuta dove si ambienta questa meraviglia: «Una volta ho sognato un’utopia: trovare uno spazio dove le mie sculture potessero riposare e la gente potesse camminare tra loro come per un bosco».

Il museo stesso diventa scultura, in pacificato dialogo con la natura. Il visitatore è invitato a percorrere i giardini seguendo la propria intuizione, lasciandosi guidare dalle opere – più di quaranta monumentali. Nel casale che fu casa e studio dell’artista, una mostra temporanea espone la serie più nota di Chillida,Pettine del vento – la stessa del celebre monumento a picco sul mare di San Sebastian: le mani che pettina gli elementi naturali, come in Dylan Thomas: «Nessuna onda può pettinare il mare/eincanalarsi in saldo sentiero… Vieni, stai per perdere la tua freschezza./Vuoi scivolare da te nella rete,/o devo io trascinarti/nella mia esotica compostezza?».

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