Le poesie giovanili di Carmelo Bene

Carmelo Bene

Scritte tra il 1950 e il 1958, custodite tra i documenti di famiglia, riportate alla luce dal nipote Stefano De Mattia, le poesie giovanili di Carmelo Bene ci offrono l’occasione preziosa di incontrare di nuovo un artista unico e indimenticabile. Sono testimonianze di una voce che vibra e canta l’adolescenza e la scoperta, pagine di un diario intimo in cui amore, solitudine, desiderio di fuga e d’indipendenza si mescolano con il racconto del mondo osservato e il paesaggio là fuori riverbera e riflette quello interiore, evocando, come scrive Filippo Timi nell’introduzione, “una sconfinatezza selvaggia, una foresta di costellazioni, nebulose e vie lattee, un universo in continua espansione”.

INTRODUZIONE DI FILIPPO TIMI

Come in un big bang primordiale, Carmelo Bene ad ogni parola creava un infinito. Le sue liriche giovanili, reperti di un’architettura sentimentale, ci fanno ascoltare l’origine dirompente della sua voce, forse l’unica che ha saputo incarnare la poesia. Siamo davanti a una sconfinatezza selvaggia, una foresta di costellazioni, nebulose e vie lattee, un universo in continua espansione.

L’esistenza, l’amore,la vita, la morte, il disincanto, hanno qui un’omerica grazia di sguardo nel prendere coscienza di sé come “bersaglio appariscente” in cui “le passioni del fango/ han fatto centro in una volta sola”, divenendo consapevolezza nella sconfitta di essere nato uomo.

Ma alla sconfitta il poeta contrappone una “febbre di vita” nell’affermare l’imperativo: “noi vivremo!”

Comincia il viaggio, l’interrogarsi sul mondo, il perdersi ad “ammirare incantato/ l’avvenire/ stellato di sogni”, per ricadere di nuovo nel pensiero all’umano fango.

Bassorilievi di una Grecia intima, età dell’oro di un giovane Apollo che scorge come un futuro ineluttabile la nascita di una divina tragica commedia. Assistiamo alla creazione e all’abbandono di quel mondo apollineo e sentiamo avvicinarsi l’eco dionisiaca in cui presto il poeta s’immergerà.

“Come chi torni/ al luogo che non ha mai/ lasciato, eccomi a te:/no! Non aprir le braccia!” E’ il sogno quel luogo, nel suo necessario abbandono.

Il giovane uomo guarda il cielo e si confronta con esso, domandandosi come “cogliere senza sosta/i frutti del presente/ per preparare ciò ch’è da venire”. Diventare egli stesso opera d’arte.

In una primavera senza ritorno, l’intimo sposa il sublime nello slancio dell’acerbo e il mondo resta nudo.

Questi versi di Carmelo Bene sono perle custodite “in uno scrigno/di cui la chiave fu smarrita, / abbandonato in un mare/senza fondo”.

Quel mare è l’anima del poeta che canta per noi: “Nulla è rimasto./ E dissi: un dì accadrà”.

 

 

ESTRATTI

 

Ho sognato di vivere!

Ho sognato di vivere:
era bello!
Seguì un risveglio brusco:
pensai alla morte
e mi misi a ridere!

 

***

 

E verrà un’ora…

 

Un’ora verrà
schiacciare il tempo,
carnefice implacabile,
che infierisce sullo spazio,
frustando l’umanità avvilita:
e uomini crocifissi
si strapperanno dal supplizio
a gridare alleluia,
perché il sole
non brucerà le acque!

***

Io cerco un nome

 

Io cerco un nome
per poter dire: io esisto!
Un giorno avevo un nome:
l’ho perso dimenticandomi.
Ora, per ritrovarmi,
io cerco un nome!

 

Da: Carmelo Bene  ho sognato di vivere! poesie giovanili, Nota di Stefano De Mattia, Introduzione di Filippo Timi, Bompiani, 2021

Carmelo Bene è nato a Campi Salentina (Lecce) nel 1937 ed è morto a Roma nel 2002. È stato attore, drammaturgo, regista, scrittore e poeta. Dopo gli studi classici e una breve esperienza all’Accademia di Arte Drammatica, debutta nel 1959 come protagonista del Caligola di Camus. In breve tempo diventa regista di se stesso in spettacoli teatrali come Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor HydePinocchioSalomèAmleto e in film come Nostra Signora dei Turchi (Premio speciale della giuria a Venezia nel 1968). Presso Bompiani sono disponibili: Nostra Signora dei TurchiDiscorso su due piediSono apparso alla Madonna’L Mal de’ FioriCanti Orfici (rivisitazione del testo di Dino Campana), Pinocchioe con Giancarlo Dotto Vita di Carmelo Bene. Il volume Opere (1995) raccoglie nei Classici Bompiani tutti i suoi lavori.

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