I dieci finalisti del Premio Viareggio

Ecco la rosa dei finalisti che si contendono l’edizione 2021 del Premio Viareggio Rèpaci per la sezione Poesia.

Bajani, Andrea, Dimora naturale, Einaudi
Biagini, Elisa, Filamenti, Einaudi,
Curci, Vittorino, Poesie (2020-1997), La Vita Felice
Deidier, Roberto, All’altro capo, Mondadori
Di Francesco, Tommaso, I rabdomanti. Quattro poemetti, quattro poesie colloquiali e una favola, Manifestolibri
Donzelli, Elisa, Album, Nottetempo
Renda, Marilena, Fate morgane, L’Arcolaio
Santi, Flavio, Quanti (truciolature, scie, onde) 1999-2019, edizioni Industria & letteratura
Sbuelz, Antonella, Chiedi a ogni goccia il mare, ed. Stampa 2009.

La giuria ha selezionato i poeti e i titoli dei dieci libri finalisti, dei quali vi proponiamo un testo tratto dall’opera in concorso.

Da questa prima rosa la giuria porterà in finale tre titoli fra i dieci qui riportati. Solo tre opere arriveranno alla serata finale per contendersi il Premio per la Poesia del Viareggio Rèpaci edizione 2021.

 

 

Andrea Bajani, Dimora naturale, Einaudi

C’è poi la gentilezza, che è senza
spiegazioni, non ha ratio, è istanza
cellulare, è forza pura e disarmata,
si propaga come suono nello spazio.
Non appartiene solamente ai buoni,
è un accadimento di natura, è come
un rancore che si spezza. Non vale
niente, ma riscatta una giornata.

 

 

Biagini, Elisa, Filamenti, Einaudi

quale è la lingua
che traccia il
proseguire, la mano
che pareggia
la terra dentro
l’orma?

esserci
nell’assenza,
verticali

 

 

Curci, Vittorino, Poesie (2020-1997), La Vita Felice

prossimità del bene

ciò che si presta alla discussione è niente
i morti sono stati dimenticati
e i vivi si accontentano di essere vivi.
oh quanto questo oscuro brusio
intorno a noi che fummo
ci restituisce il bene
di chi credette in noi, le donne e gli uomini
che ci tenevano in braccio
sul treno in corsa dell’avvenire

c’è, ci deve essere, un modo per piangere
e non lasciarsi andare alle cose
inventate, qui dove non c’è anima viva

 

 

Deidier, Roberto, All’altro capo, Mondadori

L’ombra della finestra sulla parete azzurra
All’alba, il profilo nero della bottiglia,
La santità del silenzio dopo l’amore
Forse li hai portati nel respiro
Del sonno, forse hai sentito
Quanto ero sveglio per non aver creduto
A un miraggio che durava,
Arreso infine a una stanchezza senza sogni.

 

 

Tommaso di Francesco, I rabdomanti. Quattro poemetti, quattro poesie colloquiali e una favola, Manifestolibri

 

Donzelli, Elisa Album, Nottetempo

sonetto per Hevrin

per un altro inverno vedremo scorrere
video-sequenze in paesaggi sonori
sotto il tuo viso ritratto a mezzobusto sul web
e sarà un’idea condivisa della guerra
in suono aspirato e coesistenza pacifica.
Ma oggi che apro l’immagine alla notizia
ancora ti vedo al mattino bronzea Nefertiti
stringere alta sul capo l’acconciatura,
di tremila anni sorella mostrare e punire
la minaccia alla troppa bellezza.
E cercarti vicina nel nome, allo specchio
riflesso della mia piú asciutta lingua
dove per variante potresti chiamarti Eva
mentre in curdo alla radice vuoi dire amica.

 

 

Renda, Marilena, Fate morgane, L’Arcolaio

Non sa se dimenticare o ricordare,
il cretto è da sempre sulla soglia dell’equivoco
che proclama la memoria il migliore dei destini.
È impossibile trovarlo solo, accovacciarsi
tra le sue vie, salutarlo da cima a fondo
come venendo da un paese straniero
senza trovare forestieri che non sanno
che potresti addormentarti tra le sue crepe
senza fare rumore, oppure canticchiando.
Neanche al tramonto lo trovi solo,
e quasi vorresti dire alle carovane:
sapete, abbiamo un discorso in privato, noi,
una conversazione antica in cui ogni volta mi dice
che vorrebbe sprofondare agli occhi del mondo,
con tutte le sue macerie, con le sue crepe, all’infinito,
nella ferita del tempo, e io gli do ragione.

 

 

Santi, Flavio, Quanti (truciolature, scie, onde) 1999-2019, edizioni Industria & letteratura

Il tubo catodico rimane acceso
così la compagnia di almeno uno
è salva. La sera è solo sennò.
Lo stipo dei medicinali
odora di troppo fresco.
La rondine ha un ritmo piovasco e
le sue inflessioni le sente attraverso
la zanzariera: illuminata
dalla rarefazione e dalla rete
del tubo catodico. È solo,
sennò. Ma sa
come dormendo le palme
dei piedi rimarranno
scoperte. Poi aspetterà che
la testa funzioni come
una latteria: il caglio offeso
negli scoli di pietra, il vapore
dei pensieri sulle placche ramate,
trame rapprese,
ferme al di là del
setaccio. Ma è solo
un quarto di sogno, il suo.

 

 

Sbuelz, Antonella, Chiedi a ogni goccia il mare, ed. Stampa 2009

Lupi dei pensieri

 

Tu li chiamavi i lupi dei pensieri.
Forse avevi incontrato lupi veri,
nei tuoi nove anni
di guerra, dalla Russia ai monti di Albania.
Oggi osservo le tue foto in bianco e nero.
Avevi il viso mite. Il corpo magro. Sul corpo
magro una divisa grigia, e sepolto più a fondo
un amore che ti aspettava indomito, cocciuto.
E il segreto di qualche puttana
che ti aveva salvato
a Durazzo, cullandoti come un bambino
sfuggito ai roghi e al gorgo delle onde
dopo l’incendio della Paganini.
Ma mi leggevi Dante con l’amore
di chi è sopravvissuto
ad altri inferni, a segreti gironi infernali.
E allora scrivi, io mi dico ancora. Scrivi
per i lupi dei pensieri,
per battaglie senza cornici, per la foto
in cui tu ti inginocchi accanto
a una croce di legno.
Per il nome del soldato sulla croce.
Scrivi perché il nome del soldato
non si legge più neppure con la lente.
Scrivi per le donne di Durazzo.
Per altre guerre.
Scrivi contro il niente.

 

BIOGRAFIE

Andrea Bajani (1975) ha pubblicato per Einaudi Cordiali saluti (2005 e 2008), Se consideri le colpe (2007 e 2016, Premio Super Mondello, Premio Brancati, Premio Recanati), Domani niente scuola (2008), Ogni promessa (2010 – Premio Bagutta, ET scrittori 2016), Presente (2012, con Michela Murgia, Paolo Nori e Giorgio Vasta), La vita non è in ordine alfabetico (2014 e 2015), Un bene al mondo (2016 e 2018) e i volumi di poesie Promemoria (2017) e Dimora naturale (2020). Collabora con diversi quotidiani e riviste. I suoi romanzi sono tradotti in molte lingue.

Elisa Biagini è nata nel 1970 a Firenze, dove attualmente risiede dopo un lungo periodo di studio e di insegnamento negli Stati Uniti. Ha esordito giovanissima con la raccolta Questi nodi (Gazebo, Firenze 1993), cui ha fatto seguito Uova (Zona, Genova 1999), libro bilingue con testi in italiano e in inglese. Ha pubblicato sue poesie e traduzioni su importanti riviste italiane e americane. Per Einaudi ha pubblicato L’ospite (2004), Nel bosco (2007), Da una crepa (2014) e ha curato l’antologia Nuovi poeti americani (2006). Una selezione delle sue poesie tradotte in inglese è uscita con il titolo The Guest in the Wood da Chelsea Editions (2013). Nel 2012 è stata invitata a rappresentare l’Italia al Poetry Parnassus di Londra.

Vittorino Curci poeta e sassofonista di musica improvvisata, vive a Noci, in provincia di Bari, dove è nato nel 1952. Collabora alla rivista «Nuovi Argomenti» e cura per «Repubblica Bari» la “Bottega della poesia”. Nel ’99 ha vinto il Premio Montale per la sezione “Inediti”. È presente in varie antologie di poesia contemporanea pubblicate in Italia e all’estero. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, greco, rumeno e arabo.

Nell’anno accademico 2019-2020 il suo percorso poetico è stato oggetto di una tesi di laurea presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bari: Il poliedrico ingegno di Vittorino Curci (laureanda: Angela Paradiso; relatore: prof. Daniele Maria Pegorari).

Ha partecipato a importanti manifestazioni tra cui: il Festival Rumori Mediterranei di Roccella Jonica; il Baobab Festival di poesia sonora di Reggio Emilia; Bergamo Jazz; Iseo Jazz; Celebration of Jazz di Salonicco (Grecia); il Festival del teatro di Erice; Poesia in Chiostro e Festival Mediterraneo di Conversano; Notti di Stelle, Fonomanie e Swingin’ and Swimmin’ di Bari; Jazz in Parco di Nocera Inferiore; San Giazz di San Giacomo degli Schiavoni (CB); Alterfesta e Pietre che cantano di Cisternino; il Meeting internazionale degli scrittori di Belgrado; il Talos Festival di Ruvo; il Gezziamoci di Matera; il Festival Ibleo del Jazz di Ragusa; il Festival biennale di poesia di Pescara; gli Incontri internazionali di Amman in Giordania; il Festival della Filosofia, Controindicazioni, Live for Life e Una striscia di terra feconda di Roma; la Rassegna del Jazz d’Autore di Orsara di Puglia.
La sua formazione artistica si sviluppa negli anni Settanta all’Accademia di Belle Arti di Roma, città in cui espone i suoi primi lavori di arte concettuale alla Galleria Jartrokor diretta da Sergio Lombardo. Nel ’79 viene inserito nell’8ª Antologia Ipersperimentale Geiger, a cura di Adriano Spatola, e successivamente inizia a collaborare con la rivista «Tam Tam» e partecipa a diverse iniziative promosse dallo stesso Spatola in Italia e all’estero.

A cominciare dalla seconda metà degli anni Ottanta dà corso a una lunga serie di collaborazioni con musicisti jazz d’avanguardia. In questo periodo realizza numerose performance di forte impatto teatrale in cui utilizza oggetti scenici, attori, musiche originali e scenografie d’avanspettacolo (con forti reminiscenze delle serate futuriste). Nel ’94 è tra i fondatori a Reggio Emilia del Gruppo di poesia sonora Baobab.

Attualmente, pur dedicandosi molto a una scrittura di ricerca con forti ascendenze surrealiste, a livello performativo ama esibirsi in più discreti reading poetici – nei quali esegue anche partiture sonore – insieme con piccole formazioni musicali oppure, in completa solitudine, accompagnandosi con un sassofono.
In campo musicale ha collaborato con musicisti italiani e stranieri, tra cui Carlo Actis Dato, Ab Baars, Silvia Bolognesi, Conny Bauer, Roberto Bellatalla, Matthias Boss, Domenico Caliri, Daniele Cavallanti, Eugenio Colombo, Marco Colonna, Gianni Coscia, Ferruccio Corsi, Paolo Damiani, Tonino Dambrosio, Peppe D’Argenzio, Maria Pia De Vito, Antonio Di Lorenzo, Faraualla, Vyacheslav Gayvoronsky, Lucilla Galeazzi, Xristos Germenoglou, Michel Godard, Ig Henneman, Pasquale Innarella, Martin Joseph, Peter Kowald, Sergej Kuryokhin, Steve Lacy, Joelle Leandre, Gianni Lenoci, Sergej Letow, Marcello Magliocchi, Stefano Maltese, Agamemnon Mardas, Elio Martusciello, Maurizio Martusciello, Vincenzo Mastropirro, Sabir Mateen, Felice Mezzina, Gianni Mimmo, Pino Minafra, Louis Moholo, Filippo Monico, Patrizia Nasini, Maggie Nicols, Giorgio Occhipinti, Keisuke Ohta, Maresuke Okamoto, Roberto Ottaviano, Sakis Papadimitriou, Evan Parker, William Parker, Emanuele Parrini, Umberto Petrin, Ernst Petrowsky, Nicola Pisani, Ernst Reijseger, Yves Robert, Antonello Salis, Giancarlo Schiaffini, Mario Schiano, Gunter Sommer, Fabrizio Spera, Achille Succi, Georgia Sylleou, Yasuiko Tachibana, Julie Tippett, Keith Tippett, Tiziano Tononi, Gianluigi Trovesi, Jean-Michel Van Schouwburg, Luca Venitucci…

A suo nome ha pubblicato ventisette dischi e ha fornito la sua collaborazione a numerosi altri, pubblicati anche da etichette straniere come la ENJA di Monaco, la Modern Times di Lugano, la Leo Records di Londra, la SoLyd Records di Mosca, la Victo di Victoriaville.

Ha collaborato a lungo con il contrabbassista e compositore romano Bruno Tommaso. Con lui ha realizzato Nux Erat (per orchestra e solisti), Il diritto e il rovescio, un omaggio a tutti i caduti della Mafia, Alla conquista del Monte dei cocci (per il ventennale della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, eseguito il 22 e il 23 ottobre ’96 al Teatro Olimpico di Roma e parzialmente pubblicato in Musica per la Libertà, un CD edito dal quotidiano «Il Manifesto») e Lettere da Orsara, con Maria Pia De Vito e l’Orchestra di Jazz del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli.

Ha composto la musica del cortometraggio “ALR” (2020) di Ignazio Fabio Mazzola e ha collaborato con il fotografo Roberto Masotti, la Banda di Ruvo, l’Orchestra della Provincia di Bari, l’attore-regista Vito Signorile, i Solisti Dauni e i cantautori Vinicio Capossela, Bobo Rondelli e Luca Bassanese.
Nella veste di organizzatore culturale ha ideato e diretto l’Europa Jazz Festival di Noci e la rassegna Noci-Cinema. Nel 2002, con Pino Minafra, Roberto Ottaviano e Nicola Pisani, ha fondato la Meridiana Multijazz Orchestra e Canto General.

In Poesia ha pubblicato:

2019. L’ora di chiusura, La Vita Felice, Milano;
2017. Liturgie del silenzio, La Vita Felice, Milano;
2015. Verso i sette anni anch’io volevo un cane, La Vita Felice, Milano;
2012. Il pane degli addii, La Vita Felice, Milano;
2009. Il frutteto, LietoColle, Faloppio (CO);
2008. Un cielo senza repliche, LietoColle, Faloppio (CO);
2005. La stanchezza della specie, LietoColle, Faloppio (CO);
2002. Figliolanze, Bosco delle Noci, Noci (BA);
2000. Sospeso tra due solitudini estreme, Bosco delle Noci, Noci (BA);
1998. La sensatezza e l’ospite, Premio Bodini 1997, La Vallisa, Bari;
1996. Allegoria di primavera, Bosco delle Noci, Noci (BA);
1991. L’uomo che dormiva (Poesie 1990-’81), Bosco delle Noci, Noci (BA);
1987. Motel, Edizioni Tracce, Pescara;
1986. L’imperfezione, prefazione di Dario Bellezza, Edizioni del Leone, Spinea (VE);
1984. Inside (Poesie 1976-’81), prefazione di Adriano Spatola, Edizioni TAM TAM, San Polo d’Enza (RE);
1983. Il viaggiatore infermo, prefazione di Domenico Cara, Selezione Premio Viareggio 1984, Forum/Quinta Generazione, Forlì.

 

Roberto Deidier nasce a Roma il 31 agosto 1965.
Dopo gli studi liceali si iscrive alla facoltà di Lettere dell’università «La Sapienza», dove si laurea nel 1991. Nella stessa università consegue, nel 1997, il Dottorato di Ricerca in Italianistica.

Il suo esordio poetico avviene nel 1989, sulla rivista «Tempo presente». Nell’autunno di quell’anno, con gli amici Marina Guglielmi e Fabrizio Bolaffio, inizia a pubblicare un piccolo quaderno di poesia, «Trame»: il titolo è suggerito da Amelia Rosselli, prima lettrice delle poesie di Deidier e prima collaboratrice della nuova rivista, che prosegue fino al 1996.

Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta Deidier frequenta gli ambienti letterari tra Roma e Milano, legandosi in amicizia con alcuni scrittori e poeti, come Elsa de’ Giorgi, Anna Cascella, Francesca Sanvitale, Dario Bellezza, Biancamaria Frabotta, Valerio Magrelli, Renzo Paris, Valentino Zeichen, Maurizio Cucchi, Antonio Riccardi, Milo De Angelis e Giovanna Sicari.
Nel 1992, a Macerata, in un convegno sulla nuova poesia, incontra Gianni D’Elia e Maurizio Marotta; nel 1994 è invitato da Giorgio Manacorda a collaborare al progetto dell’annuario di poesia, sponsorizzato dall’editore Castelvecchi.

Dopo avere pubblicato su numerose riviste, italiane e straniere, alla fine del 1994 Deidier consegna il suo primo libro alle edizioni Sestante, per la collana «Il mare in tasca», diretta da Fernando Marchiori e Silvia Raccampo. Il passo del giorno appare nei primi mesi del 1995, con una prefazione di Antonio Prete e la copertina di Piero Guccione, e ottiene il Premio Mondello per l’opera prima.

Dopo una breve collaborazione con le università di Roma Tre, di Cassino e con l’Enciclopedia Italiana, nel 1999 Deidier passa stabilmente all’università di Palermo. Con l’amico editore e stampatore Gaetano Bevilacqua pubblica la sua seconda raccolta di poesie, Libro naturale, arricchita da un’incisione di Giulia Napoleone, con la quale realizza altre plaquettes ed edizioni d’arte. Dal 2002 al 2017 si trasferisce a Palermo, alternando frequenti soggiorni a Roma, dove torna a vivere l’anno seguente. Anche in Sicilia incontra scrittori e poeti, come Domenico Conoscenti, Roberto Alajmo, Evelina Santangelo, Nino De Vita, Maria Attanasio.
Dopo l’improvvisa chiusura delle edizioni Sestante, propone a Marco Monina per le edizioni peQuod di Ancona di raccogliere in un unico volume le poesie dei primi due libri. Appare così Una stagione continua e nell’autunno dello stesso anno il nuovo libro, Il primo orizzonte, per le edizioni San Marco dei Giustiniani di Genova, con un’incisione di Piero Guccione.

Negli anni Duemila Deidier continua a pubblicare poesie in riviste, antologie, periodici, ma solo nel 2011 consegna a Marisa Di Iorio, per l’editrice Empirìa, un singolare quaderno di traduzioni, Gabbie per nuvole, senza i testi originali a fronte: un viaggio sentimentale tra le poesie che sono state importanti nel suo percorso di formazione. Infine, nel 2014, il lungo silenzio editoriale è interrotto da Solstizio, che appare nella collana «Lo Specchio» di Mondadori. Il volume ottiene diversi riconoscimenti, tra cui il Premio L’Aquila-Laudomia
Bonanni, il Premio Frascati-Antonio Seccareccia, il Premio Brancati Zafferana, il Premio Fogazzaro. Segue, nel 2017 e in edizione d’arte per Il bulino di Sergio Pandolfini, Dietro la sera, con acquarelli di Giancarlo Limoni. Nel 2021 appare il nuovo libro per Mondadori, All’altro capo, con copertina di Giulia Napoleone.


Tommaso Di Francesco
è condirettore del quotidiano comunista il manifesto, fa parte del gruppo del Manifesto dalla radiazione dal Pci a fine 1969. I suoi primi versi vennero pubblicati da Pier Paolo Pasolini su Nuovi Argomenti nel 1968.  Ha pubblicato i libri di poesia, Trobar, con introduzione di Roberto Roversi (Edizioni Barbablù 1984); Cliniche (Crocetti, 1987, con introduzione di Franco Fortini), Tuffatori (Crocetti, 1992), Disparte (Empiria, 2003) e con Manni Ed.  le raccolte poetiche Incorpora testo (1994), Il buio della specie (1998), Via Latina (2012), Reificar (2017). Ha scritto due romanzi, due libri di racconti e tre favole. Ha curato le antologie Veleno, la poesia satirica contemporanea italiana (1981) e La terra più amata, voci della letteratura palestinese, (ManifestoLibri 2002); sempre per la ManifestoLibri nel 2018 ha pubblicato “Breviario jugoslavo, colloqui con Predrag Matvejevic ; e nel 2021 I Rabdomanti, raccolta di poemi sui fondatori de Il manifesto. E’ autore di saggi di politica internazionale sui Balcani e sulla Cina.

Elisa Donzelli è nata a Torino nel 1979 e da piú di trent’anni vive a Roma. È autrice e curatrice di saggi e opere letterarie, tra cui Come lenta cometa (Aragno, 2009), Giorgio Caproni e gli altri (Marsilio, 2016), Poesie di René Char (Einaudi, 2018), Tra due città di Attilio Bertolucci e Roberto Tassi (il Mulino, 2019). Per l’editore Donzelli traduce e dirige la collana di poesia. Dal 2018 ricopre la cattedra di Letteratura italiana contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Album è la sua raccolta poetica d’esordio (nottetempo, 2021).

Marilena Renda è nata a Erice nel 1976, ha vissuto a Roma e Palermo e vive a Milano, dove insegna, scrive e traduce. È laureata in Lingue e ha conseguito un dottorato in Italianistica con una tesi su ebraismo e letteratura nel ‘900. Nel 2010 è uscita per Gaffi la monografia: Bassani, Giorgio. Un ebreo italiano e nel 2012 per dot.com press il poema Ruggine. Collabora ad Alfabeta2 e Poesia.

Flavio Santi (1973) vive in campagna tra il Pavese e la frazione friulana di Codugnella. Traduce autori classici e contemporanei, e insegna all’Università dell’Insubria di Como-Varese. Ha scritto diverse raccolte di poesia, tra cui Rimis te sachete/Poesie in tasca (Marsilio, 2011), Mappe del genere umano (Scheiwiller, 2012). Ha scritto vari romanzi, tra cui L’eterna notte dei Bosconero (Rizzoli 2006), Aspetta primavera, Lucky (Socrates, 2011, candidato al premio Strega); e di recente la serie gialla dell’ispettore Drago Furlan, La primavera tarda ad arrivare, L’estate non perdona (Mondadori 2016; 2017).

Antonella Sbuelz è nata e vive a Udine. Ha vissuto e studiato a: Trieste, Verona, Losanna. Ha esordito in versi, ma poi ha pubblicato i racconti  “Amori minimi” (Mobydick, 1997) e poi il suo primo romanzo, “Il nome nudo” (Mobydick, 2001).
Nel 2007, per Frassinelli, è uscito il secondo romanzo, “Il movimento del volo”, la cui storia si snoda attraverso il corso dell’intero Novecento. ”Greta Vidal” (Frassinelli, 2009) si concentra invece su un momento cruciale e controverso del primo dopoguerra: l’occupazione di Fiume dal parte del poeta Gabriele D’annunzio e dei suoi legionari.
E’ del 2016 “La fragilità del leone” (Forum) , ambientato tra Venezia e laguna friulana nei sussulto finale della Repubblica Veneta. Nel 2018, sempre per l’Universitaria Forum, è uscito “La ragazza di Chagall”, imperniato su uno dei momenti più cupi del nostro passato: la promulgazione delle leggi razziali. Nel 2021 “Questa notte non torno” ( Feltrinelli, Collana Up), romanzo di formazione che racconta la fatica di crescere, intrecciando le vite di due adolescenti diversissimi fra loro. Sullo sfondo, la rotta balcanica e i suoi drammi.

Fra le sue ultime raccolte poetiche,  Transitoria (Raffaelli, 2011; premio Colline di Torino, Città di ForlìCittà di Alberona), La prima volta delle cose (Culturaglobale, 2016), La misura del vicino e del lontano ( Raffaelli, 2016; Premio Caput Gauri e Città di Moncalieri; finalista premio Acqui Terme e Raffaele Crovi; Selezione Premi Città di Como e Tirinnanzi ) e Chiedi a ogni goccia il mare (Stampa2009, 2020).

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