Barnaba Maj, “Apocalisse e teologia: poetica del creaturale. Il ciclo Atemkristall

Atemkristall / Cristallo del respiro
di Paul Celan
Traduzione di Barnaba Maj

1.

Du darfst mich getrost
mit Schnee bewirten:
sooft ich Schulter an Schulter
mit dem Maulbeerbaum schritt den Sommer,
schrie sein jungstes
Blatt.

Non temere, tu puoi ospitarmi
offrendomi neve:
ogni volta che con il gelso spalla
a spalla io marciavo lungo l’estate,
gridava la sua più tenera
foglia.

La raccolta Atemwende (Svolta del respiro) è apparsa a Frankfurt am Main nel 1967. La prima parte è costituita da un ciclo di 21 poesie. Sotto il nome Atemkristall (Cristallo del respiro), che ricorre nella chiusa  dell’ultimo testo (21, 19), era già apparso nel 1965 a Parigi, con le illustrazioni di Gisèle Lestrange, moglie di Celan. Che la poesia sia una svolta del respiro è Celan stesso a dirlo. E’ un’immagine metonimica. Quindi Atemkristall è una metonimia nella metonimia.

21.

Weggebeizt vom
Strahlenwind deiner Sprache
das bunte Gerede des An –
erlebten – das hundert –
züngige Mein –
gedicht, das Genicht.

Aus –
Gewirbelt,
frei
der Weg durch den menschen –
gestaltigen Schnee,
den Büßerschnee, zu
den gastlichen
Gletscherstuben und – tischen.

Tief
in der Zeitenschrunde,
beim
Wabeneis
wartet, ein Atemkristall,
dein unumstößliches

*

Corrose e allontanate dal
vento radioso della tua lingua,
le variopinte chiacchiere del vissuto,
appiccicoso – la poesia,
della centuplicata lingua del “mio” ,
la non poesia.

Sospinto fuori dal
vortice,
libero
il cammino attraverso la neve
di umane figure,
la neve penitente verso
fili ospitali
stanze e tavolare dei ghiacciai.

Profondo
nella screpolatura dei tempi,
presso
il ghiaccio del favi
attende, un cristallo del respiro,
la tua irrevocabile
Testimonia.

La lingua poetica di Celan ha un rilevante rapporto con la prosa di Kafka, di cui ha la precisione “chirurgica” e la rigorosa referenzialità. Interpretazioni o commenti che prescindano da questo fatto primario sono destinati al andare fuori strada. Iosif Brodskij ha scritto che Omero ha inventato la lingua del mondo, Celan l’ha reinventata. In una sorta di una poesia “assoluta” – che non può esistere, è ancora Celan a dirlo -, i poeti cui può essersi avvicinato sono Pindaro, Dante e Hölderlin; lo scrittore: Tacito. Va aggiunto: la lingua di Celan non è un universum, ma un multiversum linguistico. […]

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