Il gesto atletico nella poesia di Milo De Angelis

Milo De Angelis, Credits ph Viviana Nicodemo

Vicina all’anima è la linea verticale.
Il pomeriggio ci portò suburbani in un canto,
l’attimo divenne nudità
e potenza greca del finale: siamo i supplici
rimasti ad ascoltare, il cielo che nasce
in ognuno di noi, pattuglia di ragazzi
innamorati del numero giusto,
la bella epopea, il peso mortale di un pallone.

da “Alfabeto del momento”, in “Quell’andarsene nel buio dei cortili”, Mondadori, 2010.
*

Non ho saputo capire
non so ancora
se l’incrocio dei pali
è legno o leggenda
se i baci sono freddi
nella mia poesia o nel primo sguardo
delle labbra sigillate,
se l’amore passa senza suono
tra i corpi nudi

che nessuna ombra custodisce.

da “Finale d’assedio” in “Quell’andarsene nel buio dei cortili”, Mondadori, 2010.

*

Il ragazzo eterno che risiede
in te gioca e gioca ancora e insegue un pallone
che lo porta nel grande urlo dello stadio, nell’aperto
sorriso del mondo… cosa ti manca cosa cerchi in una
donna quale ombra quale segreto quale danza indefinita
che tradisce il sacro appuntamento
dell’ultimo minuto, e lo fa più lungo più breve,

più simile alla vita.

da “Incontri e agguati”, Mondadori, 2015
La scelta dei testi di Milo De Angelis qui pubblicati è di Giovanni Ibello

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