Patrizia Valduga, da “Requiem”

[Il cuore sanguina, si perde il cuore]

 

Il cuore sanguina, si perde il cuore
goccia a goccia, si piange interiormente,
goccia a goccia, così, senza rumore,
e lentamente, tanto lentamente,
si perde goccia a goccia tutto il cuore
e il pianto resta qui, dentro la mente,
non si piange dagli occhi il pianto vero
è invisibile, qui dentro il pensiero.

[Dio, ti scongiuro, prendigli la mente]

Dio, ti scongiuro, prendigli la mente,
non torturare un cuore torturato,
oh, fa presto, fa’ che non senza niente,
che è insanguinato, cateterizzato,
piagato… Finisci pietosamente
l’opera che da tanto hai cominciato,
salvalo dall’angoscia, salvatore,
e fammi grande come il mio dolore!

 

[Io sono qui e ascolto il tuo ansimare]

Io sono qui e ascolto il tuo ansimare
che mi ha scavato un solco sopra il cuore
E guardo, io sopporto di guardare
la tua vita, la tua vita che muore…
e ti porgo la garza da succhiare…
oh padre mio, oh padre del mio cuore,
dell’essere mio, dell’essere in me
oh quanta parte muore insieme a te…

(Da Requiem, 1994)

Patrizia Valduga è nata nel 1953. Vive a Milano. Per Einaudi, ha pubblicato Medicamenta e altri medicamenta (1982), Cento quartine e altre storie d’amore (1997), Prima antologia (1999), Quartine (2001), Requiem (2002), Lezione d’amore (2004), Il libro delle laudi (2012), Poesie erotiche (2018) e Belluno. Andantino e grande fuga (2019). Ha inoltre pubblicato traduzioni da John Donne, Valéry, Molière, Shakespeare e, recentemente in questa stessa collana, Carlo Porta e ha curato inoltre, sempre per Einaudi, il Breviario proustiano (2011). Ha fondato nel 1988 il mensile «Poesia», che ha diretto per un anno.

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