Corrado Benigni, da “Tempo riflesso”

In un atomo tutto è già scritto,
prima di noi.
Solo il buio mette davvero a fuoco il cielo,
questo è l’indizio.
Tieni un margine bianco sul fondo della pagina,
annoda in una parola suoni e volti,
i dettagli destinati alla perdita.
Un nome è il fossile che lasciamo.

*

La fotografia è un testimone che non mente
porta impressa, sicura, la memoria,
come la superficie l’orografia di un paesaggio.
Siamo se non nel segno di chi scrive
o guarda.
Così ci specchiamo nei corpi non trasfigurati
di un’immagine, nella loro violacea penombra.
Ma cosa divide dal nostro il loro destino?

*
Sono solo nella stanza,
eppure non è deserta.
Osservo la candela spegnersi
immergendosi un’ultima volta
nel guizzo della fiamma.
Così il movimento del tempo che scorre
e dilegua indifferente a se stesso,
mentre raccoglie tutto di me,
briciole, frammenti, tracce,
parole restate in voci altrui,
vita che mi sopravvive.
In un suono sento dissolvermi.

Corrado Benigni, da Tempo riflesso, Interlinea, 2018.

Corrado Benigni è nato nel 1975 a Bergamo, dove vive e lavora. Ha pubblicato i libri di poesia: Tribunale della mente (Interlinea 2012) e Alfabeto di cenere (LietoColle 2005). Nel 2010 la sua silloge Giustizia è stata inclusa nel Decimo Quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos). Sue poesie sono tradotte in inglese e spagnolo. Suoi testi sono apparsi su diverse riviste specializzate italiane ed estere. Con la raccolta Tempo riflesso (Interlinea) ha vinto il Premio Europa in Versi 2018.

La scelta dei testi qui pubblicati è a cura di Giovanni Ibello

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