Nichts,
kein Ort.
Es lärmt noch immer
Das Unheil im Kopf,
und auf der Himmelskarte
bin ich nicht vorhanden.
Niemals war Frühling
Flüstern die Aschenstimmen,
auf der Sprachwaage
sei ich ein Wort ohne Gewicht
und beschneide die Zeit
mit bewaffneten Augen.
Zukunft?
Sie spricht mich nicht los,
mich Schiefgeborene,
Komm, sag sie,
der Tod ist eine Wimper
am Lid des Lichts.
***
Niente,
nessun luogo.
C’è ancora rumore
Di sventura nella testa,
e sulla mappa del cielo
io non sono presente.
Mai è stata primavera,
sussurrano le voci di cenere,
sulla bilancia del linguaggio
sono una parola senza peso
e trafiggo il tempo
con occhi armati.
Futuro?
Non assolve
Me, nata sghemba.
Vieni, dice,
la morte è un ciglio
sulla palpebra della luce.
***
Mauern stürzen
sterben
hohmlachend
Noch kämpfe ich
im blauen gewand
Ein gekreuzigtes
hirn zeichnet
fratzen und schlünde
Am rücken der nacht
lehne ich müde
mit zornigen fäuten
***
Muri cadono
Muoiono
Con risa sguaiate
Ancora io sto lottando
Di azzurro vestita
Un cervello
Crocefisso disegna
Crepacci e gole
Alla schiena della notte
Mi appoggio stanca
Con la rabbia in pugno.
***
auf rotem samt
fand ich meinen
körper wieder
lang wanderte
ich an diesen
berg heran
an den schwarzen
schmerz in
der körpermitte
***
sul velluto rosso
ho ritrovato
il mio corpo
a lungo ho camminato
avvicidandomi
a quel monte
al dolore nero
al centro
del mio corpo
Le poesie sono tratte da “Ognuno incatenato alla sua ora”, di Mariella Mehr, Einaudi
Traduzione a cura di Anna Ruchat
Mariella Mehr è nata a Zurigo nel 1947. Di etnia Jenisch, ha subito persecuzioni in nome del programma eugenetico promosso dal governo svizzero nei confronti dei figli appartenenti a famiglie nomadi. Da bambina piccolissima fu sottratta alla madre e assegnata in periodi diversi a varie famiglie e a tre istituzioni educative. Lo stesso accadde quando fu lei a diciotto anni ad avere un figlio, che le fu tolto. La rabbia contro le istituzioni sviluppò in lei uno spirito ribelle che la condusse a subire quattro ricoveri in ospedali psichiatrici e quasi due anni di carcere femminile. Dal 1975, come giornalista, ha scritto molti articoli di denuncia. Negli ultimi vent’anni ha vissuto prevalentemente in Toscana. Ha pubblicato diversi romanzi e quattro libri di poesia.
La selezione dei testi è a cura di Federica Giordano