Simone Di Blasio, “Partita Penelope”

ac1456d9-f4cd-4cad-8074-d4ea4a751dbfdi Daniele Campanari

Dimenticate la famosa vicenda, narrata da Omero, che racconta l’attesa di Penelope per il ritorno di Ulisse. Dimenticatela e sostituitela con qualcosa che è nuovo. Perché nessuno mai aveva detto il contrario dopo quella notte (la notte d’amore narrata da Omero), quindi nessuno aveva ribaltato la storia. Prima di Simone di Biasio che con “Partita” (FusibiliaLibri, 2016, pp 64) immagina ciò che non è successo consegnando all’uomo il nervosismo dell’aspettativa. “Partita” è un lungo monologo in versi in cui l’eroe rimane solo sulla spiaggia di Itaca: è sconcertato e si rivolge alla sua compagna spiegando le ragioni dell’assenza. Adesso però non gli rimane che sperare nel ritorno di Penelope la quale, intanto, sembra aver tessuto non un velo bianco e senza ricami ma una vera e propria carta di navigazione. L’autore dà voce a una Penelope inedita pur senza farla parlare: ecco perché possiamo dirci curiosi per questo viaggio dell’eroina. Il libro è composto da una traduzione a fronte in greco moderno curata dalla traduttrice e poeta Evangelia Polymou, dall’introduzione della grecista Alessia Pizzi, e dalle opere di Stefania Romagna, pittrice e performer che ha disegnato le sue tele a forma di tante Penelope.

“[…] io tuo burattino aprivo golfi come le tue cosce […]”, scrive di Biasio in un verso. Come se Ulisse, in questa storia, fosse legato a un filo disordinato ma cosciente che gestisce le azioni, anche quelle sessuali.

Nella prefazione al volume, invece, la Pizzi certifica che “Non serve aver letto l’intero ciclo omerico per conoscere la storia di Odisseo e Penelope, non serve avere una laurea specifica per comprenderne il significato. Che siano esistiti veramente oppure no, che abbiano regnato realmente sull’isola di Itaca, che siano stati coinvolti in una – successivamente romanzata – guerra di Troia, non ci è dato saperlo. Quello che sappiamo con certezza, però, è che questo mitologico rapporto ha messo radici nell’immaginario umano, elevandosi come una quercia indistruttibile e resistente alle calamità del tempo, divenendo paradigma – non così positivo – del rapporto tra uomo e donna, come tanti altri exempla tratti dallo stesso conosciutissimo epos”. E ancora: “Per questo motivo parlare di Penelope nel XXI secolo significa dover fare i conti prima di tutto con una serie di stratificazioni ideologiche. Poiché, nonostante l’Odissea le abbia regalato una fama imperitura, il personaggio è vittima di una serie di cristallizzazioni accumulatesi di generazione in generazione. […] Nel rispetto dell’acclamata tradizione precedente, Simone di Biasio fa un passo in avanti, offrendo la parola d’amore a chi nel ciclo d’appartenenza non aveva avuto l’opportunità di aprire il proprio cuore, nella fattispecie gli eroi omerici. […] Penelope è partita, ha abbandonato la gabbia angusta di cui fu schiava per un ventennio: l’onta dei numerosi tradimenti, legittimati da una mentalità ingiusta, è stata vendicata, l’offesa è stata ripagata”.

Un estratto dal monologo di Ulisse

il viaggio indicasti a me lanciando ogni giorno
un grido un filo la voce come tela
io tuo burattino aprivo golfi come le tue cosce
ammaravo nelle insenature del tuo petto
col ventre a favore approdavo dentro le case
ho sfondato porte che credevo tue
entravo sempre in parti annunciate da acque rotte
non sapevo quali figli stessi mettendo al mondo

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Simone di Biasio, nato a Fondi (Latina) nel 1988, si è laureato in Editoria e Giornalismo all’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sulla “radiovisione”. E’ giornalista pubblicista freelance. Cofondatore dell’Associazione “Libero de Libero”, di cui riveste la carica di Presidente, che ha ideato il primo ‘Festival poetico della città di Fondi’, “verso Libero”, e il Premio di Poesia “Solstizio” per opere prime. Collabora con la rivista di poesia “Atelier” (www.atelierpoesia.it). Ha pubblicato “Assenti ingiustificati”, EdiLet, Roma, 2013, con la prefazione di Claudio Damiani che gli è valso il XXX Premio “A. Gatto”, e il XXXVIII Premio “Minturnae”. In preparazione un nuovo libro in versi, “Panasonica”. Ha un blog: giornalismopo-etico.blogspot.it.

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