Irene Paganucci, “Di questo legno storto che sono io”

irene_paganucciOPERA PRIMA
A cura di Luigia Sorrentino

La raccolta, come si evince dal titolo, parla di forme imprecise, di imperfezioni intrinseche, di quello che ogni uomo è ma che allo stesso tempo nasconde: un legno storto da «tutta la furia del tempo». Si tratta allora di una condizione di costante sofferenza che ha bisogno di trovare le parole che la decostruiscano, la analizzino, la comprendano fino a renderla possibile e accettabile.

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Irene Paganucci è nata a Castelnuovo di Garfagnana il 27 ottobre 1988. Vive a Lucca e si è laureata a Pisa nel 2012 in Scienze Politiche con una tesi sul ruolo della poesia araba nelle rivoluzioni del 2010/2011 in Nord Africa. Attuaolmente è iscritta alla laurea magistrale in Sociologia e politiche sociali. Appassionata di poesia contemporanea, scrive da diversi anni ed è alla sua prima pubblicazione.

ESTRATTI DA:
DI QUESTO LEGNO STORTO CHE SONO IO” DI IRENE PAGANUCCI, MARCO SAYA EDIZIONI 2013, EURO 7,00

Tu parli –  da un minuto, un’ora o un giorno:
non so da quanto questa moltitudine
mi sta davanti – diventa migliaia
di capelli, poi dita (una ventina)
e mi perdo nel tuo moltiplicarti
alle estremità. Non vi ascolto più.

* * *

L’endecasillabo è il verso sguaiato
di un gatto girovago innamorato

* * *

Oggi ti amo come in un film di Allen:
spettinato occhialuto
oltremodo disperato, disposto a
tutto il mio amarti per puntiglio,
per smacco alla morte.
Oggi ti stramo.

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