Amir Or, “Tredici poesie”

13_poesiedi Nadia Agustoni

Amir Or, classe 1956, nato a Tel Aviv, all’attivo svariate raccolte di poesia, ha insegnato all’Università di Gerusalemme l’antica religione greca e dal 1990 insegna poesia e scrittura creativa all’ Helicon Society di cui è co-fondatore. Alle scarne note biografiche torno dopo la lettura di “Tredici poesie” edito da The Writer 2014. i tredici testi proposti, con una presentazione di Paolo Ruffili, hanno l’impronta di un disincanto che rende la lingua di Amir Or viva, priva di orpelli, ma capace di trattare una materia difficile, senza cadere nella disaffezione al mondo. Il discorrere dell’autore collega immagine e gesto, parola e voce, simbolo e materia e il mondo è il libro in cui legge. Un senso religioso è ben presente, ma libero, a tratti un po’ segreto o fermo a una soglia che non sembra potere oltrepassare. Eppure da lì lo sguardo è acuto.

 

Questi testi hanno il pregio di sorprendere, di non dare niente per scontato. il fondo interrogante dei versi di Or ha il pessimismo, temperato dalla capacità, di condurci davanti alle nostre paure:

<< Straniero nel mio corpo, capace eppure incapace, ho assaggiato laria; / Quanti anni ancora ci muoveremo su queste sabbie morte?’  []  Le sabbie si muovono sotto i piedi/ come un ricordo senza inizio, e ogni luogo è tutti i luoghi. >> (p. 15)

 

L’immortalità stessa ci è servita con un’ironia feroce e dalle interiora del corpo fatto di carne e sangue: “ Tre cuochi / che puliscono le interiora, / le riempiono di gamberi e funghi. / Ci sono voluti dodici tuoi duovo/ Che cosa posso dire? / Ha liberato la lingua e proibito lelogio. / Proprio come nella vita era carne e sangue, / da morto squisito e amato”. (p.17) Un’inquietante eucarestia ovvero un enigma, come ogni sacrificio.

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Amir Or. Tredici poesie. Casa Editrice The Writer. I poeti di Smerilliana

Pubblicato su Qui Libri n. 30 luglio/agosto 2015

 

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