Festival Internazionale di Roma

LETTERATURE

LETTERATURE

XIV edizione

cosa resta da fare alla letteratura

9 – 30 giugno 2015

 

Dal 9 al 30 giugno 2015 si svolge la XIV edizione di LETTERATURE Festival Internazionale di Roma, lo storico festival della Capitale ideato e diretto da Maria Ida Gaeta, responsabile della Casa delle Letterature di Roma, con la regia di Fabrizio Arcuri.

 

Promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Dipartimento Cultura, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, il Festival propone quest’anno agli autori di confrontarsi con un loro testo inedito sul tema Cosa resta da fare alla letteratura”, citando un noto intervento di Umberto Saba nel 1911 su quello che resta da fare ai poeti: “Ai poeti resta da fare la poesia onesta“.

 

Dopo una serie di anteprime alla Casa delle Letterature, all’Istituto Cervantes, al Goethe-Institut e all’Istituto di Cultura Polacco che, tra l’11 e il 21 maggio che hanno visto tra l’altro la partecipazione di importanti autori quali Irvine Welsh, Leonardo Padura Fuentes, Jorge Volpi, David Wagner e Daniel Kehlmann, torna dal 9 giugno l’edizione 2015 del Festival con tredici serate, tra piazza del Campidoglio e Casa delle Letterature, che vedranno protagonisti importanti autori italiani e internazionali, con la collaborazione di Ambasciate e Istituti culturali stranieri quali l’Istituto di Cultura Polacco di Roma, l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, l’Istituto di Cultura Francese, l’Ambasciata Slovena, la John Cabot University, l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, l’American Academy in Rome.  

  

LETTERATURE  INAUGURA :

 

–         con una mostra e un incontro alla Casa delle Letterature in piazza dell’Orologio martedì 9 marzo alle ore 19.00: Il racconto onesto, realizzata in collaborazione con Contrasto e Fondazione Forma per la Fotografia. All’incontro inaugurale, coordinato da Alessandro Leogrande, partecipano alcuni degli autori dei testi presenti nel volume Il racconto onesto, curato da Goffredo Fofi: VITTORIO GIACOPINI, ANTONIO PASCALE, FRANCESCO PECORARO e IGIABA SCIEGO.

 

–         con la prima serata del Festival in piazza del Campidoglio venerdì 12 giugno alle ore 21.00 con gli autori stranieri MIA COUTO e ROBERT McLIAM WILSON e l’autore italiano MARCO MISSIROLI. Gli autori stranieri saranno introdotti dall’attrice Lucrezia Lante della Rovere.  

 

Tra gli  autori ospiti delle successive serate in Campidoglio alle ore 21.00:  

EDMUND WHITE – DAŠA DRNDIĆ – NICOLA LA GIOIA – LOLA SHONEYIN (16 giugno ), DANY LAFERRIERE – CONCITA DE GREGORIO – BINYAVANGA WAINAINA (18 giugno), DONATO CARRISI – MATTHEW THOMAS – ANTONIO MANZINI (23 giugno), EMIDIO CLEMENTI – MAURIZIO DE GIOVANNI – VINICIO CAPOSSELA (25 giugno).

 

La serata conclusiva del 30 giugno in piazza del Campidoglio ospiterà il recital di FRANCESCO PICCOLO e i cinque autori candidati del PREMIO STREGA EUROPEO: RAFAEL CHIRBES, STEFAN HERTMANS, ALAIN MABANCKOU,  KATJA PETROWSKAJA, TOMMY WIERINGA. La seconda edizione del Premio Strega Europeo è sempre realizzata dalla Casa delle Letterature e dal festival in collaborazione con la Fondazione Bellonci e la Rappresentanza in Italia dell’Unione Europea.

 

Il coordinamento musicale delle serate del Festival in piazza del Campidoglio è di FRANCO PIERSANTI (compositore e pianista).

 

Altri incontri alla Casa delle Letterature piazza dell’Orologio ore 19.00:

Il 10 giugno si svolge un Omaggio a Tadeusz Różewicz, uno dei massimi poeti polacchi, prosatore e drammaturgo, nel primo anniversario della sua scomparsa.

Il 15 giugno si presenta il Programma Europeo Versopolis, che riunisce i principali Festival di Poesia d’Europa, con la partecipazione delle poetesse slovene KRISTINA HOČEVAR, STANKA HRASTELJ, KATJA PERAT. A seguire l’Omaggio al poeta romano DARIO BELLEZZAdei poeti  SILVIA BRE, NICOLA BULTRINI, BIANCAMARIA FRABOTTA, RENZO PARIS, ELIO PECORA, ANTONIO RICCARDI, ALBERTO TONI, VALENTINO ZEICHEN.

Il 17 giugno presentazione del volume fotografico di Ileana Florescu Libri Prohibiti, Castelvecchi editore.

Il 22 giugno saranno presentati i 9 autori selezionati e annunciati i 3 finalisti del Premio letterario John Fante 2015, in collaborazione con il Festival Il Dio di mio padre dedicato a John Fante.

Il 24 giugno si svolge, per la prima volta a Roma, l’incontro con gli autori finalisti del Premio Viareggio-Rèpaci 2015.

 

Incontro a Villa Bonaparte, Via Piave n. 23 ore 19.00:

L’11 giugno l’autrice francese LYDIE SALVAYRE dialoga con l’italiano MARCELLO FOIS.

In collaborazione con L’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede e con l’Istituto di Cultura Francese. Per assistere a questa serata è necessaria la prenotazione.

 

 

LETTERATURE Festival Internazionale di Roma

Piazza del Campidoglio – Casa delle Letterature – Villa Bonaparte

Le serate a Casa delle Letterature e Villa Bonaparte hanno inizio alle ore 19,00

Le serate in Piazza del Campidoglio hanno inizio alle ore 21,00

Ingresso libro fino ad esaurimento dei posti disponibili

Per la serata a Villa Bonaparte è necessario prenotarsi tramite la mail eventi@ifcsl.com

Per informazioni al pubblico:

Contact Center 060608 (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 21.00)

www.festivaldelleletterature.it

Twitter @LetteratureFest#letterature2015

 

 

 LETTERATURE_FOTO DI ANDREA FRANCESCHINI (5)

 

 

PROGRAMMA

 

 

Martedì 9 giugno  ore 19.00 – CASA DELLE LETTERATURE
piazza dell’Orologio n. 3

LA MOSTRA DEL FESTIVAL:  IL RACCONTO ONESTO ( 9 giugno – 3 luglio 2015)

Inaugurazione della mostra fotografica a cura di Alessandra Mauro tratta dell’antologia Il racconto onesto. Il volume, curato da Goffredo Fofi, raccoglie i testi di sessanta scrittori e i reportage di undici fotografi italiani. I contributi degli autori si alternano alle immagini dei fotografi in un rimando di voci, visioni e argomenti per spiegare come si possa oggi vivere e interpretare il nostro tempo e raccontando in modo incredibilmente vero il nostro paese.

Incontro, coordinato da Alessandro Leogrande con gli autori Vittorio Giacopini, Antonio Pascale, Francesco Pecoraro, Igiaba Scego.

In collaborazione con Contrasto e Fondazione Forma per la Fotografia                   

 

          

Mercoledì 10 giugno ore 19.00 – CASA DELLE LETTERATURE
piazza dell’Orologio n. 3

OMAGGIO A ROZEWICZ TADEUSZ

Uno dei più grandi poeti, drammaturghi e autori polacchi contemporanei

Interverranno il prof. Luigi Marinelli e il prof. Robert Cieslak

Proiezione del film Poeta Emeritus di Andzej Sapija 

In collaborazione con l’ Istituto di Cultura Polacco di Roma

 

Giovedì 11 giugno ore 19.00 – VILLA BONAPARTE, Via Piave n. 23

#DIALOGHI  

LYDIE SALVAYRE –  MARCELLO FOIS

L’autrice francese vincitrice del Premio Goncourt 2014 con il libro Pas Pleurer incontra l’autore di Luce perfetta.

In collaborazione con l’ Ambasciata di Francia presso la Santa Sede e con l’Istituto di Cultura Francese                                                                     

 

Venerdì 12 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

#DESTINI

ROBERT MCLIAM  WILSON – MARCO MISSIROLI – MIA COUTO

Letture di testi inediti 

Lucrezia Lante della Rovere introduce gli autori stranieri

Musica Franco Piersanti (pianoforte) con Pasquale Laino (sax) Adriano Martino (chitarra elettrica) e Vittorino Naso (percussioni)

 

Lunedì 15 giugno ore 19.00 – CASA DELLE LETTERATURE, piazza dell’Orologio n. 3

#POETI NEL MONDO

Programma Europeo VERSOPOLIS – Omaggio a DARIO BELLEZZA

La piattaforma è inserita nel programma Europa Creativa e riunisce i principali Festival  di Poesia d’Europa, coordinata dalla casa editrice slovena Beletrina.

Il progetto, a cui il Festival Letterature da quest’anno aderisce, sarà presentato da Anja Kovac che introdurrà anche le letture delle poetesse slovene Kristina Hočevar  Stanka Hrastelj Katja Perat.

Nella seconda parte dell’incontro i poeti Silvia Bre, Nicola Bultrini, Biancamaria Frabotta, Renzo Paris, Elio Pecora, Antonio Riccardi, Alberto Toni, Valentino Zeichen,  renderanno omaggio al poeta romano Dario Bellezza (1944 – 1996)   

In collaborazione con l’Ambasciata Slovena e con la rivista VIVA

 

Martedì 16 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

#RELAZIONI

EDMUND WHITE – DAŠA DRNDIĆ – NICOLA LA GIOIA – LOLA SHONEYIN

Letture di testi inediti

Musica Pasquale Laino (sax) Riccardo Manzi (chitarra) e Vittorino Naso (percussioni)

In collaborazione con John Cabot University, Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, Premio Gregor von Rezzori

Mercoledì 17 giugno ore 19.00 – CASA DELLE LETTERATURE, piazza dell’Orologio n. 3

#CENSURE
Presentazione del volume fotografico di Ileana Florescu Libri Prohibiti, Castelvecchi editore. Libri censurati dal Santo Uffizio (1559-1948) con lettura di citazioni tratte dai capolavori della letteratura italiana e straniera messi all’Indice dall’origine sino ai nostri giorni.

Giovedì 18 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

#MEMORIE
DANY LAFERRIERE – CONCITA DE GREGORIO – BINYAVANGA WAINAINA

Letture di testi inediti

Lucrezia Lante della Rovere introduce gli autori stranieri

Musica Madya Diebatè (kora) e Vittorino Naso (percussioni)

In collaborazione con American Academy in Rome

                                                            

Lunedì 22 giugno ore  19.00 – CASA DELLE LETTERATURE
piazza dell’Orologio n. 3

#OMAGGI JOHN FANTE

Verranno presentati i 9 autori selezionati e annunciati i 3 finalisti del Premio letterario John Fante 2015, alla presenza di Maria Ida Gaeta, responsabile della Casa delle Letterature di Roma e membro della giuria tecnica del Premio John Fante Opera Prima, della direttrice artistica del Festival, Giovanna Di Lello, e del Sindaco di Torricella Peligna, Tiziano Teti.

Proiezione del documentario di Jacopo Quadri dedicato al lavoro di Luca Ronconi su testi di John Fante, tra cui una lettera di John Fante indirizzata a suo padre.

Letture di brani dei libri finalisti di Francesca Fialdini, conduttrice di RAI 1.

In collaborazione con il Festival Il Dio di mio padre dedicato a John Fante  e Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia

 

Martedì 23 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

#MISTERI
DONATO CARRISI – MATTHEW THOMAS – ANTONIO MANZINI

Letture di testi inediti

Lucrezia Lante della Rovere introduce l’autore straniero

Musica Pasquale Laino (sax) Andrea Avena (contrabasso) Alessandro Gwis

(pianoforte)

In collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia

 

Mercoledì 24 giugno ore 19.00 – CASA DELLE LETTERATURE
piazza dell’Orologio n. 3

#PREMI

PREMIO LETTERARIO VIAREGGIO-RÈPACI

PREMIO INTERNAZIONALE VIAREGGIO-VERSILIA

liber et immunis

dal 1929

Incontro con gli autori finalisti del Premio Viareggio-Rèpaci 2015

Presentano  Maria Pia Ammirati  Ennio Cavalli  Giuseppe Leonelli  Gabriele Pedullà

 

Giovedì 25 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

#DIFFERENZE
EMIDIO CLEMENTI – MAURIZIO DE GIOVANNI – VINICIO CAPOSSELA

Letture di testi inediti

Musica Corrado Nuccini  e Emanuele Reverberi con Emidio Clementi

              Mirco Mariani con Vinicio Capossela                                                     

Martedì 30 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

#PERCORSI
recital di  FRANCESCO PICCOLO 

PREMIO STREGA EUROPEO – II edizioneI cinque autori candidati

RAFAEL CHIRBES, STEFAN HERTMANS, ALAIN MABANCKOU, KATJA PETROWSKAJA, TOMMY WIERINGA

Letture di testi inediti

Musica Franco Piersanti (pianoforte) con Pasquale Laino (sax), Adriano Martino (chitarra elettrica) e Vittorino Naso (percussioni)

In collaborazione con la Fondazione Bellonci e la Rappresentanza in Italia dell’Unione Europea

 

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Vinicio Capossela nasce ad Hannover, in Germania, nel 1965, da genitori di origine irpina e successivamente rientra in Italia.

È uno dei musicisti italiani più aperti a sperimentazioni e contaminazioni, e fra i cantautori che hanno saputo reinventare meglio il linguaggio della canzone con testi ricercati, ricchi di prestiti e allusioni letterarie che richiamano autori come Bukowski, Fante, Céline. Il suo primo album, All’una e trentacinque circa, pubblicato nel 1990, ha vinto la Targa Tenco come migliore opera prima. Un debutto felice, seguito nel corso degli anni da una serie di album (tra gli altri, Modì, del ’91; Il ballo di San Vito, ‘96; Canzoni a manovella, 2000; Ovunque proteggi, 2006; Da solo, 2008; e l’ultimo, Rebetiko Gymnastas, uscito nel 2012) pluripremiati e amati da pubblico e critica. Cresciuto con un immaginario musicale venato di jazz e ispirato da artisti come Paolo Conte e Tom Waits, Capossela già dal terzo album si distacca però da quella strada per imboccarne una propria, potentemente immaginifica e in un costante viaggio a ritroso verso le proprie radici.

Le collaborazioni intrattenute da Capossela nel corso degli anni spiegano meglio di ogni cosa il suo percorso artistico; dai primi reading dedicati a John Fante in compagnia di Vincenzo Costantino “Cinaski” al tour effettuato con la Kocani Orkestar di Neat Veliov, la fanfara di ottoni macedone resa celebre dal film di Kusturica Il tempo dei gitani; dalla costante collaborazione con il chitarrista Marc Ribot a quella con l’Orchestra d’Archi Italiana diretta da Mario Brunello, dalle registrazioni dei Sonetti di Michelangelo con Philippe Eidel a quelle degli strumenti giocattolo suonati per lui da Pascal Comelade, dai Concerti per le Feste a quelli dedicati alle morne, ai tanghi e al rebetico di Parole d’altrove fino ai progetti legati alla parola messi in scena negli ultimi anni (Fuggite, amanti, amor – Rime e lamentazione per Michelangelo e Storie di marinai, profeti e balene): tutto depone a favore di un’instancabile curiosità e della voglia continua di mettersi in gioco, seguendo suggestioni che prendono forma di canzoni e di parole, ma non solo. La radio, la scrittura, il cinema sono infatti confluiti nel percorso artistico di Vinicio Capossela a più riprese: Non si muore tutte le mattine, il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli nel 2004, è diventato in seguito anche un vero e proprio spettacolo teatrale, intitolato Voci, echi e visioni da Non si muore tutte le mattine.

Nel 2009 è stato pubblicato, ancora da Feltrinelli, In clandestinità, Mr Pall incontra Mr Mall, scritto con Vincenzo Costantino “Cinaski”, in cui è raccontata la storia di due amici – Mr Pall e Mr Mall – complementari e  indivisibili.

Del 2013 è Tefteri (Il Saggiatore), una sorta di quaderno di viaggio, poetico e documentato, attraverso le strade della Grecia contemporanea.

Il suo ultimo libro, Il paese dei coppoloni, pubblicato per Feltrinelli ad aprile scorso, è stato candidato al Premio Strega 2015. Con questo romanzo Capossela guarda alla sua Irpinia e chiude un lavoro più che decennale di ricerca e di messa a punto di storie scavate nella terra e dentro una lingua che impasta dialetto, mito e invenzione

Bibliografia

Non si muore tutte le mattine, Feltrinelli, 2004

In clandestinità, Mr Pall incontra Mr Mall, Feltrinelli, 2009

Tefteri. Il libro dei conti in sospeso, Il Saggiatore, 2013

Il paese dei coppoloni, Feltrinelli, 2015

 

Donato Carrisi è nato nel 1973 a Martina Franca e vive a Roma. Dopo la laurea in Giurisprudenza si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento per poi diventare sceneggiatore di serie televisive e per il cinema. Esordisce nel 2009 con il romanzo Il suggeritore pubblicato da Longanesi. Il thriller diviene in breve tempo un vero e proprio caso editoriale ancora prima di essere pubblicato in Italia, con 7 case editrici straniere che se ne aggiudicano i diritti. In pochi mesi il numero dei paesi in cui il libro sarà pubblicato salirà a 25. Il Suggeritore ha venduto oltre un milione di copie e ha scalato le classifiche mondiali raccogliendo critiche positive dalle principali testate giornalistiche e televisive. Con l’editore Longanesi, con cui pubblicherà anche tutti gli altri suoi lavori, dopo un intenso lavoro di ricerca nel 2011 pubblica, Il tribunale delle anime, un nuovo thriller di cui egli stesso scrive: “[…] Ci sono voluti circa sei mesi per scrivere il romanzo. Ho viaggiato molto. Sono stato a Roma, a Parigi, nella mia amata Puglia, a Milano. I capitoli sono sgorgati nei momenti e nei luoghi più impensati. Quello a cui tengo maggiormente l’ho scritto su un taccuino nella metropolitana di Roma, saltando la mia fermata e proseguendo fino al capolinea. Un altro è nato di notte, in una stazione di servizio in autostrada […]”. Col suo terzo romanzo Carrisi cambia genere pubblicando, nel 2012, un noir La donna dei fiori di carta. Dichiara in un’intervista lo scrittore: “Dopo aver scritto del lato oscuro avevo bisogno di una storia diversa, e la cosa più vicina a un omicidio è l’amore. La donna dei fiori di carta è un regalo alle donne”. Torna al thriller nel 2013 con L’ipotesi del male che rappresenta sia un prequel che un sequel de Il suggeritore e lo stesso Carrisi in un’intervista definisce i  libri “gemelli”. Sequel del Il tribunale delle anime è invece l’ultimo thriller pubblicato nel 2014 Il cacciatore del buio.
Oltre al premio Bancarella Carrisi ha ricevuto numerosi riconoscimenti italiani e europei tra cui il Prix Polar e il Prix Livre de poche, il più importante premio dei lettori in Francia.  Negli anni si è affermato come uno dei maestri del crime novel diventando l’autore italiano di thriller più venduto e apprezzato all’estero.

 Nel 2014 ha condotto su Rai Tre, in prima serata,  Il sesto senso, il programma televisivo di cui è anche autore.

Bibliografia

Il suggeritore, Longanesi, 2009

Il tribunale delle anime, Longanesi 2011

La donna dei fiori di carta, Longanesi 2012

L’ipotesi del male, Longanesi 2013

Il cacciatore del buio, Longanesi, 2014

 

Rafael Chirbes (Tavernes de la Valldigna, Valencia, 1949) inizia studiare all’età di otto anni alla scuola degli orfani dei ferroviari. A sedici anni si trasferisce a Madrid dove studia Storia moderna e contemporanea. Ha vissuto in Marocco, a Parigi, Barcellona, La Coruña, Extremadura e, nel 2000, è tornato a Valencia. Oltre che alla narrativa, si è dedicato alla critica letteraria e poi all’attività giornalistica con recensioni gastronomiche e racconti di viaggio.

Fin dal breve romanzo d’esordio Mimoum (Mondadori, 1993), arrivato finalista al premio Herralde, e con le opere successive, Chirbes si è rivelato come uno dei più interessanti e importanti narratori della scena spagnola contemporanea, ottenendo un grande successo presso la critica e i lettori, e molti premi. Feltrinelli ha pubblicato Sulla sponda (2014, vincitore del Premio de la Crítica de narrativa castellana 2013, del Premio Francisco Umbral e riconosciuto da “El Pais” come il miglior romanzo del 2013).Bibliografia

Mimoum, Mondadori, 1993

La bella scrittura, Le Lettere, 2004

L’equatore delle cose, Garzanti, 2009

Sulla sponda, Feltrinelli 2014

 

Emidio Clementi è nato ad Ascoli Piceno il 20 febbraio 1967. La sua produzione artistica si divide tra scrittura e musica almeno da quando, agli inizi degli anni ’90, fonda a Bologna i Massimo Volume un gruppo rock per il quale scrive i testi delle canzoni, canta e suona il basso. Con  questo gruppo pubblica otto album in studio, l’ultimo dei quali, del 2013 si intitola Aspettando i Barbari. Già dalla fine degli anni novanta, Clementi propone i suoi reading nel progetto Minimo Volume, accompagnato da altri due membri dei Massimo Volume, Egle Sommacal e Marcella Riccardi. Inizia così un’attività di scrittore che lo porterà a pubblicare, nel 1997, il suo primo libro Gara di Resistenza (Gamberetti), seguito da altri romanzi e raccolte di racconti tra cui: Il tempo di prima (Derive/Approdi, 2000), La notte del Pratello (Fazi, 2001), L’ultimo dio (Fazi, 2004 e Playground 2014, versione corretta e ampliata), Matilde e i suoi tre padri (Rizzoli, 2009) e infine La ragione delle mani pubblicato da Playground nel 2012. Clementi promuove i suoi libri soprattutto attraverso reading a cavallo tra musica e scrittura che lo caratterizzano come un interprete unico nel suo genere.


Bibliografia

Gara di resistenza, Gamberetti, 1997

Il tempo di prima, Derive/Approdi, 2000

La notte del Pratello, Fazi, 2001

L’ultimo dio, Fazi, 2004

La principessa del parco, in Dodici passi di Bellitti e Pacoda, Cairo editore 2006

In Barca, in Periferie. Viaggio ai margini delle città di S. Scateni,  Laterza 2006

Matilde e i suoi tre padri, Rizzoli, 2009

La ragione delle mani, Playground, 2012

 

António Emílio Leite Couto, meglio noto come Mia Couto, è nato nel 1955 a Beira, seconda città del Mozambico. E’ uno degli autori più noti dell’Africa lusofona. Dopo aver iniziato a studiare medicina, si è dedicato alla letteratura e al giornalismo, diventando direttore dell’Agenzia di Informazione del Mozambico. Successivamente ha ripreso gli studi scientifici e si è laureato  in biologia.

Il debutto letterario di Couto fu la pubblicazione di alcune poesie nell’antologia Sobre literatura moçambicana (Sulla letteratura mozambicana) realizzato nel 1980 da un altro grande poeta del Mozambico, Orlando Mendes (anch’egli biologo). Nel 1983 Couto pubblicò la prima raccolta personale di poesie, dal titolo Raiz de orvalho (Radice di rugiada). In seguito la sua produzione letteraria si volse ai contos (racconti), genere nel quale Couto sviluppò uno stile originale basato su un uso creativo del portoghese, che viene considerato la sua peculiarità stilistica principale (e il principale ostacolo alla diffusione della sua opera in altre aree linguistiche, date le difficoltà di traduzione). Ha scritto anche diversi romanzi e pubblicato una raccolta di articoli. Luis Sepùlveda ha scritto di lui “… un poeta capace di fare della storia del suo paese, il Mozambico, una grande metafora: la metafora della speranza e della magia come antagoniste di una realtà sinistra” (prefazione a un’edizione di  Sotto l’albero del frangipani).

Mia Couto ha vinto numerosi premi letterari tra i quali: il Prémio Vergílio Ferreira (1999) per l’insieme della sua opera, il Premio dell’Unione Latina di Letterature Romanze (2007), l’assegnazione del quinto scranno dell’Accademia Brasiliana di Lettere e nel 2013 il prestigioso Prémio Camões, il più importante  riconoscimento del mondo lusofono.

Nel 2014 ha pubblicato con l’editore Sellerio il romanzo Le confessioni della leonessa, nel quale l’autore, ripercorrendo un fatto realmente avvenuto in Mozambico, svela un’Africa segnata dalla guerra civile ma anche un luogo d’immersione totale in un mondo arcaico in cui non avviene nessuno scontro tra tradizione e modernità.

Bibliografia

Il dono del viandante e altri racconti, Ibis, 1998

Terra sonnambula, Guanda, 1999

Sotto l’albero del frangipani, Guanda, 2002

Un fiume chiamato tempo, una casa chiamata terra, Guanda, 2005

Ogni uomo è una razza, Ibis, 2008

Perle, Quarup, 2011

Veleni di Dio, medicine del diavolo, Voland, 2011

Ventizinco, Edizioni dell’Urogallo, 2013

La confessione della leonessa, Sellerio, 2014

 

Maurizio de Giovanni. Nasce nel 1958 a Napoli città dove vive e lavora. Nel 2005 alcuni amici lo iscrivono ad un concorso letterario per giallisti esordienti che De Giovanni vince con un racconto incentrato sulla figura di Ricciardi, il commissario che diventerà il protagonista dei  suoi primi lavori. Dopo questa vittoria pubblica nel 2006 con l’editore Graus  il suo primo romanzo Le lacrime del pagliaccio. La storia viene letta da Francesco Pinto, direttore della Rai di Napoli, che intuisce il talento del grande scrittore e mette in contatto Maurizio de Giovanni con la casa editrice Fandango. Fandango ripubblica Le lacrime del pagliaccio con il titolo Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi. Ed è subito successo. Seguono i romanzi La condanna del sangue (Fandango, 2008), Il posto di ognuno (Fandango, 2009), Il giorno dei morti  (Fandango, 2010), Per mano mia, (Einaudi 2011), Vipera (Einaudi, 2013 – Premio Selezione Bancarella 2013) e In fondo al tuo cuore (Einaudi, 2014), tutti con protagonista l’ispettore Ricciardi.

Nel 2012 pubblica con Mondadori  Il metodo del Coccodrillo (Premio Scerbanenco), dove fa la sua comparsa l’ispettore Lojacono che sarà poi fra i protagonisti della fortunata serie ambientata nel cosiddetto Commissariato di Pizzofalcone: I bastardi di PizzofalconeBuio, entrambi pubblicati da Einaudi Stile Libero nel 2013 e Gelo, pubblicato nel 2014 sempre da Einaudi Stile Libero. La serie,  ispirata dai romanzi  L’87º Distretto dell’autore statunitense Ed McBain, segna la transizione dell’autore dal genere noir al police procedural.

Nel 2014, sempre per Einaudi Stile Libero, pubblica anche Giochi criminali (con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli) e per, le edizioni Cento Autori, l’antologia intitolata Le mani insanguinate, una raccolta di quindici tra i suoi migliori racconti noir.

Dagli anni in cui esordì come autore di gialli, Maurizio De Giovanni ha vissuto una stagione di produzione letteraria molto intensa e fortunata ricevendo premi e riconoscimenti. Tra i suoi lavori anche testi teatrali e racconti a sfondo calcistico sul Napoli di cui è un acceso tifoso.  Nel 2015 ha pubblicato Il resto della settimana che ha per soggetto proprio il gioco del calcio o la passione calcistica dei napoletani per la loro.

Tutti i suoi libri sono tradotti o in corso di traduzione in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Russia, Danimarca e Stati Uniti dimostrandosi un indiscusso ambasciatore di Napoli “l’unica città sudamericana fuori del Sud America” e della napoletanità nel mondo, attento alla valorizzazione di una lingua, il vernacolo napoletano, che è stato riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio immateriale dell’Umanità.

Bibliografia

Le lacrime del pagliaccio, Graus Editore, 2006

 Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi, Fandango, 2007

 La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi, Fandango, 2008

Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi, Fandango, 2009

Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi, Fandango, 2010

Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi, Einaudi, 2011

Le stagioni del commissario Ricciardi (4 volumi tascabili),  Einaudi, 2012

Le prime indagini del commissario Ricciardi, Cento Autori, 2012

Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi, Einaudi, 2012

L’omicidio Carosino, Cento Autori, 2012Il metodo del coccodrillo,  Mondadori, 2012

I Bastardi di Pizzofalcone, Einaudi, 2013

Buio, Einaudi, 2013

Vipera , Einaudi, 2013

In fondo al tuo cuore, Einaudi, 2014

Una lunga notte, Cento Autori, 2015

Il resto della settimana, Rizzoli, 2015

Concita De Gregorio nasce a Pisa nel 1963.

Conseguita la laurea in Scienze Politiche, inizia la professione giornalistica nelle radio e TV locali toscane. Nel 1985 inizia a lavorare presso il quotidiano Il Tirreno, dove rimarrà per otto anni. Nel 1990 approda al quotidiano La Repubblica, di cui è tuttora firma, per il quale segue gli avvenimenti di politica interna, cronaca e cultura. Dal 2008 al 2011 è stata direttrice de L’Unità. Dal 2013 cura e conduce su RaiTre il programma di letteratura e cultura Pane quotidiano.

Nel 2001 pubblica il suo primo libro, Non lavate questo sangue (Laterza), racconto che segue i fatti del G8 di Genova. Nel 2006 pubblica per Mondadori Una madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfetto, tra i finalisti del Premio Bancarella 2007.

Nel 2011 e nel 2013 pubblica con Einaudi, rispettivamente Così è la vita. Imparare a dirsi addio e il saggio Io vi maledico, ritratto dell’Italia contemporanea dal punto di vista di chi non ha voce.

Nel  2015, e ancora con Einaudi, pubblica è Un giorno sull’isola. In viaggio con Lorenzo. In questo libro (scritto con il figlio Lorenzo), madre e figlio siedono allo stesso tavolo, una di fronte all’altro e scrivono. Cercano una storia smarrita. Trovano il piacere del tempo perso e attraverso i racconti si scambiano parole che forse non si sarebbero mai detti costruendo una nuova storia, che è la loro, e che durerà per sempre.

L’ultima pubblicazione con l’editore Feltrinelli è Mi sa che fuori è primavera, un libro che è un autentico thriller psicologico, rapido, incalzante, pieno di sorprese, e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile. È la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l’ha vinta, e Concita De Gregorio la racconta prendendo i fatti, semplici e terribili, di questa storia vera ed entrando nella voce della protagonista. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l’uomo si uccide. Delle bambine non c’è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l’amore che salda e che resta. Irina scrive alla nonna, al fratello, al giudice, alla maestra delle gemelle, abbozza ritratti, scava nei gesti, torna alle sue radici, trova infine un approdo. Un libro che racconta il bisogno di essere ancora felice, ripetuto a voce alta, una sfida contro le frasi fatte, contro i giudizi e i pregiudizi.

Bibliografia

Non lavate questo sangue. I giorni di Genova, Laterza, 2001

Una madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfetto, Mondadori, 2006

Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, Mondadori, 2008

Un paese senza tempo. Fatti e figure in vent’anni di cronache italiane, Il Saggiatore, 2010

Così è la vita. Imparare a dirsi addio, Einaudi, 2011

Io vi maledico, Einaudi, 2013

Un giorno sull’isola. In viaggio con Lorenzo, Einaudi, 2015

Mi sa che fuori è primavera, Feltrinelli, 2015 (in libreria dal 3 giugno)

 

Daša Drndić nasce a Zagabria nel 1946.

Si laurea in Filologia all’Università di Belgrado, presso la Facoltà di Lingua e Letteratura Inglese, e completa poi la sua formazione conseguendo un Master in Teatro e Comunicazione, con una borsa di studio Fullbright, all’Università dell’Illinois, Stati Uniti. Infine ottiene un dottorato (con una ricerca su Sinistra e Protofemminismo) presso la Facoltà di Discipline umanistiche e Scienze sociali all’Università di Fiume (Rijeka).

Oltre ad essere docente universitaria, Drndić lavora per anni come editor e produttrice a Radio Belgrado, realizzando oltre trenta sceneggiati radiofonici, venduti anche all’estero.

Ha pubblicato saggi, testi teatrali, poesie ed è scrittrice di romanzi tradotti in inglese, francese, polacco, sloveno, tedesco, slovacco. Ha vissuto in Canada e negli Stati Uniti.

I sui lavori, non in traduzione italiana, includono: Put do subote (1982); Kamen s neba (1984); Totenwande (2000); Leica format (2003); Sonnenschein (2007); April u Berlinu (2009); Belladonna (2012).

In Italia è stato pubblicato nel 2015, per i tipi Bompiani, Trieste. Un romanzo documentario, in cui l’autrice racconta attraverso un dramma personale la tragedia del mondo. Il libro si apre con la  protagonista Haya, a Gorizia, sola e circondata da fotografie e ritagli di giornali. È una donna anziana, che dopo più di sessant’anni aspetta di ricongiungersi a suo figlio, avuto da un ufficiale delle SS (Kurt Franz, realmente esistito) e rapito dalle autorità tedesche per far parte del programma segreto di Himmler: il progetto “Lebensborn”. In Trieste, Haya, attraverso la ricerca di suo figlio, riflette sulle esperienze della sua famiglia ebrea convertita al cattolicesimo, e sul massacro degli ebrei italiani nella Risiera di San Sabba, il campo di concentramento di Trieste.

Daša Drndić con questo libro racconta la sconcertante cronaca dell’occupazione nazista nel nord Italia: riporta tutti i nomi dei novemila ebrei italiani morti nei lager e ci conduce al processo di Norimberga, tra vittime e carnefici, in una ballata sul male, al cui centro c’è forte il tema della responsabilità.

Bibliografia

Trieste. Un romanzo documentario, Bompiani, 2015

 

Ileana Florescu nasce ad Asmara (Eritrea) da madre italiana e da padre inglese di origine romena. Dopo aver seguito la famiglia nei suoi numerosi spostamenti (Marocco, Inghilterra, Francia, Svizzera), giunge in Italia da adolescente. A Firenze si laurea in Lettere e Filosofia. Nonostante una predisposizione per la pittura e il disegno, si dedica alla ricerca in campo storico, studiando la storia della Commedia dell’Arte e delle corti del Rinascimento e partecipando a Laboratorio di Storia di Sergio Bertelli. Pubblica per Bompiani, Mondadori, Ponte alle Grazie, Bulzoni.

Nel 2001, a Roma, la galleria Pio Monti Arte Contemporanea espone per la prima volta una sua fotografia, Meteorite I, nella collettiva Tra Cielo e Terra. L’incontro determinante sarà con Diego Mormorio che, nel 2002, la propone per una personale fotografica, Scie, alla galleria romana Acta International. Lo stesso anno trasferisce il suo studio nell’ex-pastificio Cerere, storica sede della Scuola di San Lorenzo. Ha tenuto personali in prestigiose gallerie italiane e musei stranieri.

Bibliografia

Libri prohibiti

 

Marcello Fois nasce a Nuoro nel 1960.

Conclusi gli studi in Italianistica all’Università di Bologna, nel 1992 pubblica Ferro recente, con cui vince il Premio Italo Calvino. Nel 1995 pubblica Picta e nel 1998 Sempre caro (Premio Scerbanenco-Noir in festival e Premio Zerilli-Marimò/ City of Rome), primo romanzo di una trilogia che comprende Sangue dal cielo (1999) e L’altro mondo (2002): così come gli altri lavori, anche questi testimoniano l’aderenza al genere noir, spesso inserito nel contesto regionale dell’autore, quello sardo.

Seguono poi numerose altre pubblicazioni, tra cui Dura madre (2001), Piccole storie nere (2002), Memoria del vuoto (premio Super Grinzane Cavour 2007, premio Volponi 2007 e premio Alassio 2007), Nel tempo di mezzo (2012), con cui è stato finalista al Premio Campiello e al Premio Strega.

Nel 2006 ha pubblicato la raccolta di poesie L’ultima volta che sono rinato, mentre nel 2005 e nel 2008 ha scritto due racconti per le antologie di Einaudi Crimini, Crimini italiani e L’altro mondo (2011).

Nel 2008 pubblica per Laterza In Sardegna non c’è il mare che è un testo a cavallo tra il saggio, l’autobiografia e il manifesto, in cui Marcello Fois si racconta e racconta la sua Sardegna (lontana da ogni stereotipo), i profumi, la luce, il pregiudizio della “sarditudine”.

Del 2014 è la cura del volume antologico Sei per la Sardegna, contributo in favore degli alluvionati sardi che, oltre al suo, raccoglie scritti di Francesco Abate, Alessandro De Roma, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia e Paola Soriga. È inoltre fra gli autori di Scena padre (Einaudi 2013) e ha curato l’antologia Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).

Cofondatore del Festival letterario di Gavoi, Marcello Fois è anche sceneggiatore (televisivo, cinematografico e teatrale) e ha lavorato alle serie televisive Distretto di polizia e Crimini, e ad alcuni film, tra cui, Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni (2003) per la regia di Ferdinando Vicentini Orgnani, Certi bambini (regia di Andrea e Antonio Frazzi tratto dall’omonimo romanzo di Diego De Silva, 2003) e L’ultima frontiera (2006) per la regia di Franco Bernini.

Nel 2015 Einaudi ha ristampato L’importanza dei luoghi comuni, un libro del 2013 definito da La Repubblica “un dramma familiare senza via d’uscita, in cui nulla è come sembra”; un testo pieno d’intelligenza e di sentimento, che si interroga a ogni frase, a ogni colpo di scena, sull’onestà e sul segreto, sulle omissioni e le bugie: le armi a doppio taglio che possono tenere insieme una famiglia, o disperderla per sempre.

Di prossima pubblicazione per Einaudi è Luce perfetta.

Bibliografia

Ferro Recente, Metrolibri, 1992

Meglio morti, Granata, 1994

Picta, Marcos y Marcos, 1995

Sheol, Hobby & work, 1997

Sempre caro, Il Maestrale, 1998

Sangue dal cielo, Frassinelli, 1999

Gap, Frassinelli, 1999

Dura madre, Einaudi, 2001

L’altro mondo, Il Maestrale, 2002

Piccole storie nere, Einaudi, 2002

L’ultima volta che sono rinato, Einaudi, 2006

Memoria del vuoto, Einaudi, 2007

In Sardegna non c’è il mare: viaggio nello specifico barbaricino, Laterza, 2008

Stirpe, Einaudi, 2009

Nel tempo di mezzo, Einaudi, 2012

L’importanza dei luoghi comuni, Einaudi, 2013

Luce perfetta, Einaudi, 2015 (in uscita a inizio giugno)

 

Stefan Hertmans, (Gand 1951), tra le voci più importanti della letteratura di lingua nederlandese contemporaneaa, ha ottenuto con Guerra e trementina (Marsilio 2015) un sorprendente successo di critica e pubblico. Tradotta in quindici lingue, la sua appassionante storia di guerra, d’arte e d’amore è stata premiata con i riconoscimenti più prestigiosi quali l’AKO Literature Prize, il Golden Owl – premio del pubblico – e il Premio alla cultura fiamminga per la letteratura.

Bibliografia

Guerra e trementina, Marsilio, 2015

 

Dany Laferriere. Nato a Port-au-Prince nell’aprile del 1953. Inizia giovanissimo a lavorare per Radio Haiti e a scrivere per un giornale locale. In seguito all’assassinio politico di un suo collega e amico  nel 1976 lascia Haiti per trasferirsi in Canada nel Québec dove svolge diversi impieghi prima di cominciare a scrivere. Il suo primo romanzo, Come fare l’amore con un negro senza far fatica (trad. it. La Tartaruga, 2003), viene pubblicato nel 1985. Il successo è immediato e le reazioni molto positive. Laferrière diventa così uno dei principali rappresentanti di una nuova generazione di scrittori nel paesaggio letterario del Québec. Scrive in seguito romanzi e saggi  tra cui  Éroshima (VLB, 1987), poi  L’odeur du cafè (VLB, 1991), che sarà ricompensato con il premio Carbet des Caraïbes. Nel 2000 scrive, Le Cri des oiseaux fous (Lanctôt), romanzo nel quale testimonia le ragioni che lo hanno spinto a lasciare Haïti e che ottiene il premio Carbet des Lycéens. Dal suo romanzo Verso sud (La tartaruga, 2006) è stato realizzato l’omonimo film di Laurent Cantet con Charlotte Rampling.  Il suo romanzo  L’enigma del ritorno (Gremese, 2014) ha ottenuto un grande successo, l’autore è stato in lista per il premio Femina. Molto conosciuto in Canada e negli Stati Uniti ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi: il premio Médicis e il Grand Prix du livre di Montréal nel 2009, così come il Grand Prix littéraire international Metropolis Bleu e il Premio dei libraires nel 2010. E’ stato insignito diverse volte e in varie paesi del mondo, del Dottorato Honoris Causa. Nel 2013 è stato eletto membro dell’Académie Française e Officier de l’Ordre national del Québec nel 2014. Laferriere è anche un noto giornalista, autore televisivo e sceneggiatore. In uscita a giugno 2015 due suoi libri:  Il paese senza cappello (nottetempo) e Tutto si muove intorno a me ().

Bibliografia

Come far l’amore con un negro senza far fatica, la tartaruga 2003 ( e dalai nel 2008)

Come diventare famosi senza fare fatica, la tartaruga 2004

Verso sud, la tartaruga, 2006

L’enigma del ritorno, Gremese,  2014

Il paese senza cappello, nottetempo (18 giugno) 2015

Tutto si muove intorno a me, 66thand2nd (11 giugno), 2015.

 

Nicola Lagioia nasce a Bari nel 1973. Esordisce nel 2001 con il romanzo Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi) pubblicato da minimum fax, con cui vince il premio Lo Straniero. Nel 2004 pubblica per Einaudi il romanzo Occidente per principianti (vincitore premio Scanno, finalista Premio Bergamo, finalista Premio Napoli).

Nel 2005, insieme a Francesco Pacifico, Francesco Longo e Christian Raimo, scrive 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile Libero), firmato con il nome collettivo di Babette Factory, in cui si raccontano le rocambolesche vicende di un gruppo di giovani rivoltosi, un killer improvvisato, un conduttore di successo e due registe underground su uno sfondo di missioni in Estremo Oriente, feste vorticose e raduni massonici. Con il romanzo Riportando tutto a casa (Einaudi, 2009), un romanzo di formazione ambientato nella Bari degli anni Ottanta, si aggiudica diversi premi tra cui il premio SIAE-Sindacato Scrittori, il premio Volponi e il premio Vittorini. Del 2013 è il libro I miei genitori (Einaudi), un racconto sulla giovinezza, la fortuna e l’impossibilità di essere felici. Ancora per Einaudi, nel 2014, pubblica La ferocia, candidato al Premio Strega 2015. Un romanzo che è insieme un noir, un racconto familiare e un ritratto della società attuale, in cui l’autore mette in scena, con ritmo serrato, misteri, segreti e rivelazioni.

Acclamato dalla critica (“I Buddenbrook pugliesi” lo ha definito Paolo di Paolo), conteso da diversi registi per realizzarne un film, molto amato dal pubblico, è andato in ristampa a solo un mese dalla prima pubblicazione.

Ha pubblicato racconti in varie antologie, tra cui Patrie impure (Rizzoli, 2003), La qualità dell’aria (minimum fax, 2004), Periferie (Laterza, 2006), Deandreide, un omaggio a Fabrizio De André (Biblioteca Universale Rizzoli, 2006), La storia siamo noi (Neri Pozza, 2008).

Nel 2013 e nel 2014 è tra i selezionatori della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Dirige nichel, la collana di letteratura italiana di minimum fax. Scrive per diversi quotidiani, settimanali e riviste, tra cui  La Repubblica, Lo Straniero, Repubblica XL ed è una delle voci di Pagina3, la rassegna stampa culturale di Radio3.

Bibliografia

Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi), minimum fax, 2001

Occidente per principianti, Einaudi, 2004

2005 Dopo Cristo, Einaudi, 2005

Babbo Natale. Dove si racconta come la Coca-Cola ha plasmato il nostro immaginario, Fazi, 2005

Riportando tutto a casa, Einaudi, 2009

Fine della violenza, :duepunti edizioni, 2010

Un altro nuotatore, Feltrinelli, 2012

I miei genitori, Einaudi, 2013

La ferocia, Einaudi, 2014

 

Alain Mabanckou. Eclettico e irriverente, il poeta e romanziere Alain Mabanckou è nato nel 1966 nella Repubblica del Congo. Figlio unico, è cresciuto nella caotica Pointe-Noire, capitale economica del paese, insieme all’amatissima madre, figura centrale della sua vita: non a caso tutti i suoi libri sono dedicati a questa donna forte e determinata che lo ha spinto nel 1989 a trasferirsi in Francia per completare gli studi. A Parigi Mabanckou è rimasto per oltre dieci anni, assaporando il clima multietnico delle banlieue, dove culture diverse si incontrano e si scontrano, creando quel mix fertile che riaffiora nei suoi romanzi. Primo autore francofono dell’Africa subsahariana a essere pubblicato nella prestigiosa collana Blanche di Gallimard, Mabanckou ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi romanzi, tra cui il premio Renaudot per Memorie di un porcospino e il premio Georges Brassens per Domani avrò vent’anni. Attualmente Mabanckou insegna alla Ucla dove si è guadagnato il soprannome di «Mabancool» perché è considerato il professore più cool di tutta la California. Nel frattempo Black Bazar è diventato un disco e sono in preparazione due film tratti dai suoi libri. L’Académie française gli ha attribuito il Grand Prix de Littérature Henri Gal 2012 per l’insieme della sua opera.

Il suo quinto romanzo, Verre cassé, diffuso in Francia nel 2005, viene pubblicato in Italia nel gennaio del 2015 da 66thand2nd con il titolo Pezzi di vetro. Questo romanzo imprime un punto di svolta nel percorso dell’autore segnando il suo ingresso nella «repubblica mondiale delle lettere». Suggestivamente definito dalla critica un «ufo letterario» riscuote un larghissimo successo aggiudicandosi numerosi premi letterari e ottenendo importanti riconoscimenti fra i quali la candidatura al prestigioso Prix Renaudot.

Bibliografia

African psycho, Morellini, 2007

Memorie di un porcospino, Morellini 2009

Black bazar, 66thand2nd, 2010

Domani avrò vent’anni, 66thand2nd, 2011

Zitto e muori, 66thand2nd, 2013

Le luci di Pointe-Noire, 66thand2nd, 2014

Pezzi di vetro, 66thand2nd, 2015

 

Antonio Manzini è nato a Roma nel 1964 . Allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, ha esordito nella narrativa nel 2005 con un racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini. Ha pubblicato i romanzi Sangue marcio (Fazi 2005) e La giostra dei criceti (Einaudi 2007). Con Sellerio editore, Antonio Manzini dà alla stampa racconti e romanzi che hanno come protagonista il Vicequestore Rocco Schiavone, poliziotto fuori dagli schemi, poco attento al potere ed alle forme. La serie con Rocco Schiavone ha inizio con il romanzo Pista nera (2013) cui è seguito La costola di Adamo (2014) e Non è stagione (2015). Fanno parte delle serie anche i racconti presenti nelle antologie poliziesche Capodanno in giallo, Ferragosto in giallo e Regalo di Natale, pubblicate sempre da Sellerio. Nel suo ultimo romanzo, Non è stagione (Sellerio 2015), ritorna ad essere protagonista il vicequestore Rocco Schiavone e torna il racconto dell’Italia di oggi dalle quattro pareti di una questura di montagna. Tra nordici e meridionali, cittadini e paesani, vittime e carnefici. Una rilettura della tradizione del giallo all’italiana, capace di coniugare crimine e passione, lo sguardo più dolente e la risata più sfrontata.

Bibliografia

Sangue Marcio, Fazi 2005

La giostra dei criceti, Einaudi 2007

Pista nera, Sellerio 2013

La costola di Adamo,  Sellerio 2014

Non è stagione, Sellerio 2015

 

Robert McLiam Wilson nasce a Belfast nel 1964.

Già dalla scelta del parziale pseudonimo si può intuire la personalità autoironica e pungente di McLiam Wilson: ‘McLiam’ è infatti la traduzione gaelica di ‘Wilson’ – ‘will’ ‘son’ e cioè ‘figlio della volontà’ – che lo scrittore ha deliberatamente inserito tra nome e cognome veri. Robert in questo modo ha due cognomi, uno irlandese e uno inglese: un messaggio chiaro e provocatorio.

La scrittura entra presto nella sua vita: a ventuno anni lascia gli studi universitari al S. Catharine’s College di Cambridge per dedicarvisi completamente. Il giorno precedente alla fine della sua  carriera universitaria accade qualcosa che lo stesso McLiam Wilson racconta così: “Comprai una macchina da scrivere per iniziare una dissertazione su non ricordo quale argomento, e ne venne fuori invece il primo capitolo di un romanzo”.

Comincia così un periodo della sua vita in cui svolge le professioni più disparate: dal muratore alla guardia di sicurezza, dal venditore di finestre al venditore di kilt, fino all’insegnante e a al regista di documentari. Ma per lui questi anni spesi a fare “la prima cosa che capita” si riveleranno un prezioso apprendistato letterario. È così che nel 1989 vede la luce il suo primo romanzo, Ripley Bogle,, accolto dalla critica come un eccezionale esordio letterario e che verrà pubblicato in Italia da Garzanti nel 1996. Con questo suo primo lavoro, che narra la storia di un colto e stravagante giovane clochard, un indimenticabile antieroe dei bassifondi in una Londra fredda e indifferente, McLiam Wilson (che si dice abbia vissuto egli stesso in strada per otto mesi) inizia a vincere alcuni dei numerosi premi che costelleranno la sua carriera: Rooney Prize e The Hughes Prize, entrambi nel 1989,  The Betty Trask Prize e The Irish Book Award, entrambi nel 1990.

Nel 1992 scrive il suo secondo romanzo, Il dolore di Manfred (Fazi Editore, 2004), che fa dire a Antonio D’Orrico che “McLiam Wilson scrive come un dio”.

Nello stesso anno, con Donovan Wylie, scrive The Dispossessed, un saggio sulla povertà in Gran Bretagna.

La fama internazionale arriva nel 1996, con il suo terzo romanzo, Eureka Street (Fazi Editore, 1999), acclamato dalla critica, vincitore del Belfast Arts Award for Literature e tradotto in quattordici lingue. Con una mescolanza sapiente di tragedia e humour, McLiam Wilson racconta la drammatica situazione politica dell’Irlanda del Nord negli anni Ottanta attraverso la storia di Jake e dei suoi amici alle prese con le piccole vicende quotidiane a Belfast, in un mondo dilaniato da conflitti irrisolti e dalle bombe dei terroristi. Da questo romanzo è stata tratta una serie televisiva.

Nel 2003, è stato nominato da Granta Magazine uno dei venti “Migliori giovani narrator inglesi”.

Il suo ultimo romanzo,  The Extremists, sarà pubblicato da Fazi nel 2015.

Bibliografia

Ripley Bogle, Garzanti, 1996

Eureka Street, Fazi Editore, 1999

I sognati in New British Blend. Il meglio della nuova narrativa inglese, minimum fax, 2003

Il dolore di Manfred, Fazi Editore, 2004

 

Marco Missiroli è nato a Rimini nel 1981. Si trasferisce a Bologna per iscriversi al corso in Scienze della Comunicazione dell’Alma Mater Studiorum. Nel 2002, segue i corsi della Scuola Holden a Cesena. Si laurea nel 2005 con la tesi L’oggetto culturale nell’industria italiana. Il caso del Signor M. ovvero i criteri di pubblicazione di un libro.

Con il suo romanzo d’esordio, Senza coda (Fanucci, 2005), ha vinto nel 2006 il premio Campiello Opera Prima. Per Guanda ha pubblicato Il buio addosso (2007), Bianco (2009, con cui vince il premio Comisso, il premio Tondelli e il premio della critica Ninfa-Camarina 2010) e Il senso dell’elefante (2012, vincitore del premio Campiello Giuria dei Letterati 2012, del premio Vigevano e del premio Bergamo).

Oggi Marco Missiroli vive a Milano dove lavora come caporedattore di «Riza», rivista di psicologia, e scrive per la cultura del «Corriere della Sera». È tradotto in Europa e negli Stati Uniti.  Il suo ultimo romanzo, Atti osceni in luogo privato pubblicato da Feltrinelli nel 2015, ha vinto il Premio Mondello.

Atti osceni in luogo privato è un percorso di educazione letteraria con cui Libero Marsell, il protagonista, scopre la propria educazione sentimentale. E’ una storia che comincia quando il protagonista, dodicenne, intuisce come si può imparare ad amare. E’ la storia, raccontata in prima persona, di un dodicenne che si muove come una sonda dentro la separazione dei genitori, dentro il misterioso mondo degli adulti. Un percorso articolato tra le stagioni della vita e due mondi separati: Parigi e Milano.

Bibliografia

Senza coda, Fanucci 2005

Il buio addosso, Guanda 2007

Bianco, Guanda 2009

Il senso dell’elefante, Guanda 2012

Atti osceni in luogo privato, Feltrinelli 2015

Racconti:
Sette e mezzo, pubblicato nella raccolta collettiva Dodici passi, a cura di Chiara Belliti e Pierfrancesco Pacoda, Cairo editore 2007

 

Katja Petrowskaja è nata nel 1970 a Kiev. Ha studiato scienze della letteratura e slavistica a Tartu (Estonia) e si è laureata presso l’Università di Mosca. Dal 1999 vive con il marito tedesco a Berlino e lavora come giornalista per alcune testate russe e tedesche come ad esempio la «Frankfurter Allgemeine Zeitung». Nel 2013 ha vinto il Premio Ingeborg Bachmann con il suo romanzo Forse Esther pubblicato in Italia da Adelphi nel 2014. Questo libro, scritto in tedesco, è la testimonianza di come in lei si coniughino diverse culture: la russa, l’ucraina, la tedesca e l’ebraica.

Bibliografia

Forse Esther, Adelphi, 2014

 

Francesco Piccolo nasce a Caserta nel 1964. Si laurea in Lettere Moderne con una tesi dal titolo Le teorie comiche nel teatro del Settecento. Trasferitosi a Roma partecipa alla fondazione della casa editrice Minimum Fax e comincia a scrivere per il Manifesto e per Diario. Nel 1993 invia il proprio manoscritto dal titolo Diario di uno scrittore senza talento al Premio Calvino, posizionandosi tra i finalisti. Nel 1994 pubblica con Minimum Fax il saggio Scrivere è un tic. I metodi degli scrittori e nel 1996 con Feltrinelli  Storie di primogeniti e figli unici una raccolta di racconti (ripubblicata con un’introduzione inedita nel 2012 da Einaudi) con cui vince il Premio Giuseppe Berto e il Premio Piero Chiara. Nel 1998 pubblica E se c’ero, dormivo e, due anni dopo,  Il tempo imperfetto, entrambi editi da Feltrinelli. Poi Allegro occidentale (Feltrinelli, 2003) e nel 2007 il saggio L’Italia spensierata per la collana Contromano di Laterza, un viaggio in cinque tappe nell’Italia del divertimento di massa. Nel 2008 pubblica con Einaudi La separazione del maschio e, nel 2010, Momenti di trascurabile felicità (Einaudi), un sorta di mappatura delle piccole gioie della vita quotidiana, da cui il regista Valerio Aprea ha tratto l’omonimo spettacolo teatrale in collaborazione con lo stesso Piccolo. Il 2013 è l’anno de Il desiderio di essere come tutti (Einaudi) con cui vince il Premio Strega 2014. Nel 2015, dopo il successo di Momenti di trascurabile felicità, torna a raccontare l’allegria degli istanti di cui la vita è composta con Momenti di trascurabile infelicità (Einaudi) anche qui  un piccolo catalogo di quotidiani imbarazzi, fastidi, pezzi di vita stonati e pensieri che è capitato a tutti di pensare. Francesco Piccolo è anche un importante sceneggiatore e scrive per il cinema. Tra le recenti sceneggiature che ha firmato si ricordano quelle per Caos calmo, 2008; La prima cosa bella, 2010; Habemus papam, e Gli sfiorati, entrambi del 2011; Il capitale umano, 2013 e Mia madre, 2015. E’ inoltre autore di programmi televisivi di successo e cura il laboratorio di sceneggiatura al Dams dell’Università di Roma tre.

Bibliografia

Scrivere è un tic: i segreti degli scrittori, minimum fax, 1994

Storie di primogeniti e figli unici, Einaudi, 1996

E se c’ero, dormivo, Feltrinelli, 1998

Il tempo imperfetto, Feltrinelli, 2000

Allegro occidentale, Feltrinelli, 2003

L’Italia spensierata, Laterza, 2007

La separazione del maschio, Einaudi, 2008

Momenti di trascurabile felicità, Einaudi, 2010

Il desiderio di essere come tutti, Einaudi, 2013

Figuracce, Einaudi, 2014

Momenti di trascurabile infelicità, Einaudi, 2015

 

Lydie Salvayre nasce nel sud della Francia nel 1948.

Scrittrice di lingua francese, figlia di rifugiati spagnoli sfuggiti al Franchismo, si laurea in Lettere moderne e successivamente in Psichiatria, esercitando questa professione medica per molti anni prima di esordire nella scrittura alla fine degli anni Settanta.

Inizia pubblicando racconti su riviste letterarie francesi, e quindi, nel 1990, il suo primo romanzo, La dichiarazione (Feltrinelli, 1991), con cui si aggiudica il prix Hermès. A seguire, tra gli altri: nel 1991, La vita comune (Bollati Boringhieri, 2001), La medaille (1993), La puissance des mouches (1993), e nel 1997 il fortunato La compagnia degli spettri, pubblicato in Italia da Guanda nel 1999, che le è valso la notorietà internazionale. Per Bollati Boringhieri pubblica La vita comune (2001), Anime belle (2002) e Passaggio alla nemica (2005). I suoi libri sono tradotti in venti lingue.

La scrittrice, vincitrice del Prix Novembre nel 1997 e del premio François-Billetdoux nel 2009, è anche autrice di numerosi testi teatrali ed è dotata di un potente sguardo introspettivo che crea trame complesse spesso legate al tema autobiografico della guerra, del ricordo e della memoria. Vince nel 2014 il prestigioso prix Goncourt con il libro Pas pleurer, romanzo sulla guerra civile spagnola in cui si fanno potenti i richiami alla sua storia familiare. In questo libro Salvayre fa parlare lo scrittore Georges Bernanos, ispirandosi al suo pamphlet antifranchista Les Grands Cimetières sous la lune e facendone un testimone della guerra civile spagnola. Bernanos, reazionario, monarchico e cattolico, davanti ai massacri commessi dai nazionalisti con la benedizione della Chiesa spagnola attraversa una profonda crisi personale e dialoga con Montse, madre della narratrice, che sessantacinque anni dopo i fatti di Spagna ricorda la sua infanzia con leggerezza, avendo rimosso un passato terribile. Ne derivano due visioni che si contrappongono, tra brutalità e finezza, in una prosa impeccabile.

Il 2014 è anche l’anno dell’uscita italiana, per la casa editrice bolognese Bébert, di Contro, una forte riflessione sull’esistenza dell’individuo e sulla decadenza e i limiti culturali dell’attuale società. Un’esortazione a opporsi (ad andare contro), un manifesto di profondo spessore narrativo, un invito al risveglio dal torpore quotidiano, un’onda d’urto per capire i limiti, gli eterni ritorni e le costrizioni che viviamo quotidianamente, fuori e dentro di noi. Contro è uno sguardo obliquo sul presente, un libro caustico e necessario di una grande intellettuale francese, in cui la carica espressiva del testo e le invettive magistrali spingono il lettore a prendere di nuovo coscienza della realtà e ad aprire gli occhi. Nelle parole dell’autrice: “Uscite dal coma, gli dicevo, e ritornate in voi, non siete dei vitelli. Era a me stessa che parlavo in verità ed era me stessa che in questo modo esortavo.”

Bibliografia

La dichiarazione, Feltrinelli, 1991

La compagnia degli spettri, Guanda, 1999

La vita comune, Bollati Boringhieri, 2001

Anime belle, Bollati Boringhieri, 2002

Passaggio alla nemica, Bollati Boringhieri, 2005

Contro, BéBert, 2014

 

Lola Shoneyin è una scrittrice e poetessa nigeriana. Vitale, agguerrita, fiera sostenitrice dei diritti delle donne, Lola Shoneyin è nata nel 1974 a Ibadan, in Nigeria, da una famiglia di religione cristiana. Durante l’infanzia ha studiato in diversi college del Regno Unito, per poi tornare nel suo paese e laurearsi in Letteratura inglese. Appassionata lettrice di Toni Morrison e Isabel Allende, amante della grande poesia americana (da Allen Ginsberg a Sylvia Plath a Alice Walker), ha pubblicato vari racconti su riviste letterarie, un libro per bambini e tre raccolte di poesie. Prudenti come serpenti è il suo primo romanzo (66thand2nd, 2012), inserito nel 2010 nella longlist dell’Orange Prize for Fiction -il premio letterario più importante in Africa- ha ottenuto numerosi riconoscimenti.  Figlia di una donna cresciuta in una famiglia poligama, tema quello della poligamia che ricorre nei suoi racconti e nella sua scrittura,  dopo il primo matrimonio, durato solo quaranta giorni, ha sposato il medico Olaokun Soyinka (figlio del premio Nobel nigeriano Wole Soyinka). La coppia vive in Nigeria, a Abuja, dove la scrittrice insegna Inglese e Teatro in un liceo.

Bibliografia

Prudenti come serpenti, 66thand2nd, 2012

 

Matthew Thomas è nato nel Bronx, a New York, e cresciuto nel Queens. Laureato alla University of Chicago, ha un Master of Arts in scrittura presso la Johns Hopkins University  ha conseguito poi un Master of Fine Arts presso la University of California, da cui è stato premiato con il Graduate Essay Award. Vive con la moglie e i figli in New Jersey. Il suo romanzo d’esordio, Non siamo più noi stessi, è stato pubblicato in italianel 2015 da Neri Pozza. Balzato subito ai primi posti della classifica dei bestseller del New York Times, il romanzo di Matthew Thomas è un magnifico affresco che ripercorre la vita di una coppia alle prese, dapprima, con il Grande sogno americano e, poi, con una malattia crudele che sembra voler cancellare i loro anni felici. Incensato dalla critica come uno dei libri più belli dell’anno, è una storia epica, coinvolgente e magnificamente scritta che, mettendo insieme una documentazione sterminata e una scrittura impeccabile, ci parla dei sogni, delle promesse mantenute e di quelle accantonate, e della lotta che ognuno deve compiere ogni giorno per dare un significato alla propria vita.

Bibliografia

Non siamo più noi stessi, Neri Pozza 2015

 

Binyavanga Wainaina. Nato nel 1971 a Nakuru, Kenya, da madre ugandese e padre keniano, Binyavanga Wainaina cresce in una bella casa, situata in un quartiere dove fino a pochi decenni prima vivevano solo bianchi. Studente brillante, non può accedere ai migliori licei del paese a causa della corruzione e del tribalismo imperante (Wainaina è un gikuyu mentre al governo ci sono i kalenjiin). Pur essendo innamorato della scrittura, decide di lasciare il Kenya per studiare Economia e commercio in un Sudafrica ancora lacerato dalle ferite dell’apartheid. Ne segue un lungo periodo di depressione e, non avendo superato l’anno accademico, Wainaina si vede costretto a tornare a casa. Il fatto decisivo che gli cambia la vita e un viaggio in Uganda, e il relativo ritorno in Kenia,  fatto insieme alla famiglia

Di ritorno scrive una lunga email a un amico in cui descrive il viaggio con uno stile aneddotico,  riflessivo, ironico e commosso allo stesso tempo. Il testo, con il titolo Discovering Home, vince il Caine Prize, il premio letterario più importante del continente africano, nel 2002. È l’inizio della sua carriera di scrittore.

Poco dopo Wainaina fonda con un gruppo di scrittori la rivista «Kwani?» e comincia a viaggiare per l’Africa e l’Europa. Nel 2005 pubblica su «Granta» Come scrivere d’Africa, un irriverente articolo satirico che scardina i cliché occidentali sul continente. Il pezzo è stato tradotto in venti lingue ed è ancora il più cliccato sul sito web della rivista.

Nel 2007 il World Economic Forum gli assegna un premio in quanto «Young Global Leader», ma lo scrittore rifiuta il riconoscimento. “ Il problema qui è che io sono uno scrittore […] sarebbe un atto di grande fraudolenza per me accettare la banale idea che io possa avere un impatto significativo negli affari mondo”.  Il suo non è stato un gesto ingenuo ma una protesta contro il tono paternalistico e l’autocompiacimento che una simile cerimonia di premiazione porta .

Direttore per un certo periodo del Chinua Achebe Center for African Literature and Languages, ha scritto articoli per il «National Geografic», «Vanity Fair», «Granta», il «New York Times», il «Guardian». Considerato uno degli intellettuali più importanti del continente africano, nel 2014 è stato nominato da «Time» – su presentazione di Chimamanda Ngozi Adichie – nel suo annuale Time 100 come uno dei Most Influential People in the World. In Italia nel 2006 un suo racconto era stato incluso nell’antologia Guida alla coppa del mondo per tifosi dotati di cervello (Mondadori).Nel 2013 la casa editrice 66thand2nd ha pubblicato il suo romanzo Un giorno scriverò di questo posto.

Bibliografia

Un giorno scriverò di questo posto, 66thand2nd, 2013

 

Edmund White nato nel 1940 a Cincinnati, Ohio, è cresciuto a Chicago dove si è laureato nel 1962. Trasferitosi a New York ha lavorato  come membro dello staff a Time Life Books e freelance per Newsweek. Ha vissuto poi per un periodo a Roma e successivamente in Francia per poi tornare a New York e continuare la sua carriera di giornalista per diverse testate, scrittore e saggista. Esordisce nella letteratura nel 1973 con il romanzo Forgetting Elena ma ha conseguito un enorme successo di pubblico e critica con la tetralogia, di ispirazione autobiografica, che comprende i romanzi Un giovane americano, La bella stanza è vuota, La sinfonia dell’addio e L’uomo sposato. Nella teatralogia  descrive le fasi della vita di un giovane omosessuale dalla fanciullezza alla mezza età. Un indimenticabile ritratto degli Stati Uniti che a partire dal Midwest degli anni Cinquanta nei diversi volumi descrive le grandi trasformazioni sociali degli anni successivi.

Agli inizi degli anni Ottanta White vive in Francia ed è tra i fondatori della prima organizzazione mondiale che si occupa della lotta all’Aids. Dopo il ritorno in America White mantiene il suo interesse per la letteratura francese e pubblica una biografia su Jean Genet, in Italia pubblicata con il titolo Ladro di stile (Il Saggiatore, 1997) con cui vince nel 1994 il  prestigioso National Book Critics Circle Award. Pubblica poi i saggi  ll flâneur. Vagabondando tra i paradossi di Parigi ( Guanda, 2005) Ritratto di Marcel Proust, (Lindau, 2010) e La doppia vita di Rimbaud (minimum fax,  2009)

Nel 2005 pubblica la sua autobiografia non fiction, My Lives (Playground, 2007) in cui Edmund White racconta gli Stati Uniti “sedati” e omofobi dell’era Eisenhower, gli anni della rivoluzione sessuale, ma anche l’oggi attraverso una storia d’amore inconsueta e toccante.

Sempre l’editore Playground ha pubblicato negli ultimi anni Hotel de Dream (2008), Caos (2009) e Ragazzo di città (2010) Un giovane americano con una nuova traduzione (2011) Jack Holmes e il suo amico (2012). Il suo più recente libro, Inside a Pearl: My Years in Paris, è stato scritto nel 2014.
Considerato uno dei più grandi scrittori americani viventi è membro della American Academy of Arts and Letters ed è ufficiale dell’Ordine Francese delle Arti e delle Lettere ed è stato vincitore nel 2013 del Premio France-Amériques pere la sua opera Rimbaud.

Nel 2007 Tiziano Sossi ha realizzato il film intervista Edmund White. A conversation in New York.

 Narrativa

Un giovane americano, Einaudi, 1990

E la bella stanza è vuota, Einaudi, 1992/ Playground 2013

La sinfonia dell’addio, Baldini e Castoldi, 1998

Stati del desiderio. Guida alle città e agli uomini americani, Zoe, 1999

L’uomo sposato, Baldini e Castoldi, 2001

Scorticato vivo, introduzione di David Leavitt, DeriveApprodi, 2002

My lives, Playground, 2007

Hotel de Dream, Playground, 2008

Caos, Playground, 2009

Ragazzo di città, Playground, 2010

Un giovane americano, Playground, 2011, nuova traduzione

Jack Holmes e il suo amico, Playground, 2012

Saggistica

Le gioie dell’omosessualità, Ed. Centro Studi Terapie Sessuali, 1985
Altars, Leonardo 1995

Ladro di stile. Le diverse vite di Jean Genet, Il Saggiatore, 1997
ll flâneur. Vagabondando tra i paradossi di Parigi, Guanda, 2005

Ritratto di Marcel Proust, Lindau, 2010

La doppia vita di Rimbaud, minimum fax,  2009

 

Tommy Wieringa, nasce nel 1967 a Goor in Olanda, al confine con la Germania, e debutta nel 1995 raggiungendo la fama internazionale nel 2002 con il romanzo Alles over Tristan (Tutto su Tristano), che si aggiudica il Premio Halewijn ed è nominato al prestigioso Premio AKO. Con Joe Speedboat vince il Premio Bordewijk nel 2006 e con Questi sono i nomi conquista la critica che l’ha paragonato a Salinger, John Irving e Paul Auster. Wieringa scrive per varie testate ed è colonnista di De Volkskrant.

Bibliografia

Joe Speedboat, Iperborea, 2009

Questi sono i nomi, Iperborea, 2014

 

ATTRICE

 

 

 

Lucrezia Lante Della Rovere

 

Debutta sul grande schermo nel 1986 con il film di Mario Monicelli Speriamo che sia femmina. Nel 1988, dopo il film tv Quando ancora non c´erano i Beatles, viene diretta da Pupi Avati in Storia di ragazzi e di ragazze. Negli anni ‘90, recita con Vanessa Redgrave in Diceria dell´untore e con Noiret in Zuppa di pesce. Sarà poi diretta per il cinema da Pino Quartullo in Quando eravamo repressi e in Le donne non vogliono più e in tv da Mauro Bolognini nella miniserie Casa Ricordi. Seguono i film tv Uno di noiLes amants de rivière rougeTrenta righe per un delitto e Cronaca nera. Nel 2000 è La carbonara, diretta da Luigi Magni. Partecipa al programma Rai Uno Tutti gli zeri del mondo e recita nelle serie tv Il lato oscuroOrgoglio e Attenti a quei tre. Nel 2005 gira, per la regia di Gianpaolo Tescari, Gli occhi dell’altro con il quale vince il Taormina Film Festival. Viene introdotta al teatro da Luca Barbareschi con il quale lavorerà per molti anni, oltre che con Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi, Duccio Camerini, Luca Ronconi, Emanuela Giordano. Nel 2007 è la protagonista della fiction Rai Donna detective. Nel 2008 vince il premio come migliore attrice protagonista al Roma Fiction Fest con Ovunque tu sia di Ambrogio Lo Giudice che la dirigerà anche in Una musica silenziosa. È nel cast di Quantum of Solace e nel film Viola di Mare diretto da Donatella Maiorca. Nel 2011 recita in Tutti pazzi per amore 3. Nel 2012 vince il Premio Flaiano come miglior interprete femminile con il suo spettacolo teatrale Malamore, dal testo di Concita De Gregorio, regia di Francesco Zecca; partecipa al talent show di Rai Uno Ballando con le stelle, e in teatro recita in John Gabriel Borkman di Ibsen. Nel 2013 è in scena con Come tu mi vuoi per la regia di Francesco Zecca, libero adattamento di Masolino d’Amico della commedia di Pirandello. Nel 2015 torna in tv ne La Dama velata diretta da Carmine Elia in prima serata Rai Uno.

 

 

 

 

 

MUSICISTI

 

 

 

Franco Piersanti

 

Assistente di Nino Rota all’inizio della carriera, Franco Piersanti, compositore poliedrico, ha composto dal ’75 ad oggi oltre 100 partiture per il cinema lavorando con Nanni Moretti, Gianni Amelio, Daniele Luchetti, Ermanno Olmi, Margarethe von Trotta, Carlo Mazzacurati, Emanuele Crialese, Cristina Comencini, Carlo Lizzani, Alberto Sironi, Paolo Virzì, Gianfranco Cabiddu.

 

 

 

Madya Diebate

 

Madya Diebate è un griot, cantastorie da sette generazioni, proveniente dalla Casamance, regione nel sud del Senegal. Virtuoso della kora, è un attento interprete della cultura mande. Suona sia da solo che in gruppi tradizionali che in progetti di fusione che esplorano le possibili sinergie tra jazz, musica popolare e tradizione orale dell’Africa occidentale.

 

 

 

Pasquale Laino

 

Il sassofonista Pasquale Laino ha esperienza a 360 gradi dalla musica sinfonica alla musica leggera, dal jazz alla musica contemporanea, fa parte del quartetto di saxofoni “Arundo donax”, del gruppo di world music “Klezroym”, dell’ensemble “Open Trios”. Come compositore e arrangiatore ha collaborato alla produzione di diverse colonne sonore per il cinema e la televisione. Nel 2010 incide per la Cni il disco “The river will carry me“ con Alessandro Gwis e Andrea Avena.

 

 

 

Alessandro Gwis

 

Pianista tra i più apprezzati, dal 1988 svolge un’ intensa attività professionale. E’ membro del gruppo “Aires Tango” sin dalla fondazione; nel 2006 ha pubblicato il suo primo lavoro da solista, intitolato “Alessandro Gwis”, in trio con Luca Pirozzi e Armando Sciommeri, a cui nel 2010 ha fatto seguito il secondo cd, intitolato “#2”.

 

 

 

 

 

Andrea Avena

 

Contrabbassista, compositore e arrangiatore ha all’attivo due dischi a nome proprio, fa parte del gruppo “Klezroym” e del gruppo “Acustimantico”, collabora costantemente sia dal vivo che per le registrazioni con Nicola Piovani e con Germano Mazzocchetti, è autore di un metodo di teoria, armonia e lettura musicale in quattro volumi (“Teoria e Armonia” ediz. Sinfonica) e di due libri dedicati all’analisi delle melodie e alla loro armonizzazione.

 

 

 

Adriano Martino

 

Il chitarrista Adriano Martino vanta una carriera quasi trentennale. Nel 2007 vince il primo premio “Miglior chitarrista italiano 2007” conferito dalla rivista specializzata “InSound”. In qualità di chitarra solista ha collaborato per numerose colonne sonore e incisioni, tra cui 20 Films con Ennio Morricone, Savio Riccardi fictions TV, Louis Bacalov films, Armando Trovajoli films, Andrea Guerra films, La Vita è bella Nicola Piovani. Nell’ambito pop, la sua discografia include collaborazioni con artisti quali Max Pezzali, Renato Zero, Gianni Morandi,  Antonello Venditti, Laura Pausini.

 

 

 

Vittorino Naso

 

Diplomato in Strumenti a Percussione presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma, le sue collaborazioni orchestrali includono: Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, etc.

 

Collabora abitualmente con alcuni fra i più importanti compositori italiani di musiche per film, televisione e teatro, tra cui Franco Piersanti, Nicola Piovani, Ennio Morricone.

 

Tra le moltissime colonne sonore cinematografiche nelle quali ha suonato, si possono ricordare: “La Vita è Bella”, “Malena”, “La Stanza del Figlio”, “Tutta la Vita Davanti”.

 

 

 

Riccardo Manzi

 

Chitarrista, cantante, compositore e autore ha sempre cercato di mescolare differenti linguaggi creando un suo stile personale.Ha fondato con Gabriele Coen i KlezRoym e ha suonato tra gli altri con Max Manfredi, Nada, Mango, Marcello Murru, Badara’ Seck e Mauro Pagani, Agricantus, Sidh, Alessandro Gwis, Michele Rabbia, Marco Siniscalco, Raul Scebba, Andrea Marcelli, Frank London, Kocani Orkestar, Vieux Farka Toure, Cheick Tidiane Seck.

 

In teatro ha lavorato con Ascanio Celestini, Marco Presta, Giancarlo Ratti, Ulderico Pesce, Olek Mincer, Anna Ammirati, Sara Modigliani.

 

 

 

 

 

 

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