Patrizia Giovannoni, “Visione al fuoco di un’architettura”

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Dalla Prefazione di Roberto Mussapi

“…leggendo questo libro viene in mente la versione fotografica di “messa a fuoco”. La poesia da cui il libro prende il titolo, poi, rappresenta una visione ispirata da un’architettura, che però appare come ossificata: contrario del pieno, del tornito, l’architettura qui è “un arco” che “sospende l’occhio a mezz’aria / tra il veggente e l’accecato”, l’occhio cade sui serramenti, una colonna bianca all’inizio, solitaria, mentre le fondamenta sono amalgama “collante la prossima rovina”. La visione è anche, quindi, la messa a fuoco di un’architettura, un edificio crollante, arco, colonna, serramenti: una visione spettrale. E l’ossessione ottica organizza questo libro complesso, irto, teso, fondato su un primigenio contrasto luce buio, con rapinose apparizioni di squarci di bianco, un racconto in bianco e nero fortemente contrastato.”

 

Ninna nanna americana

Coricato e deterso
non ricordo
chi fosse mio fratello
guardo la notte al chiuso
del tuo amore disperso
in un bicchiere annidato
cado in sonno e sogno
te incendiario o sminato
dall’indice artificiere
appuntato su di me
coricato e deterso
non piango ed ho paura
del mio amore disperso

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Da: “Visione al fuoco di un’architettura” di Patrizia Giovannoni, LietoColle,  2014
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Patrizia Giovannoni è nata a Firenze nel 1960. Attrice teatrale e radiofonica, doppiatrice, è cresciuta artisticamente tra Genova, Milano e Genova. Ha già pubblicato diverse raccolte di poesia e collabora a diverse riviste di cultura.
 

 

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