Lorenzo Mullon, il poeta di strada

per tanti anni
gli agenti della confusione
sono riusciti a distrarmi con i loro trucchi
poi un giorno
mentre il sole era allo zenit
le stelle sono apparse nell’azzurro del cielo

allora mi sono accucciato e ho capito
che sarei riuscito a partorire la realtà come creo i sogni
lungo lo stesso
misterioso percorso

Gino Scartaghiande, da “Oggetto e circostanza”

Gino Scartaghiande, credits Photo Dino Ignani

I raggi stanno tessendo
quest’addio. Non sono più
la fantasia. Non ho memoria
che sotto di me, furono
splendidi, freddi, quei
concavi cieli. A chi do
perdutamente
i miei baci,
se nella strada, in un attimo
ti fermi dietro di me?
Sto consumando lentamente
questa terra. Non per le strade
che seguo. Io se non te. Non
per conservare, ma essere
che tu sia. Dove si fa chiaro
io sto diminuendo dentro.
Che tu avvenga. Che tu possa
sopra un’urna chiara d’erba,
vedere quest’oasi di noi. Continua a leggere

Mariù Safier, “Ester”

ESTER

Il fasto del re persiano Serse
la corte prodiga e dissoluta di Susa
-stupore, scandalo, meraviglia diffusa-
alimentavano nel regno
la leggenda della sua grandezza.
Il mio popolo
asservito dai Babilonesi
nell’impero achemènide
crogiuolo di razze
lingua, cultura, religione
osservava i precetti del suo Dio.
Orfana di genitori ebrei
io, Ester, adottata dallo zio Mardocheo
con affetto allevata
alla fede dei padri, ero educata:
lui assegnato alla reggia, tra le guardie di palazzo.
Di due di loro conobbe il complotto
per assassinare il sovrano:
sventato l’attentato
più alti onori ottenne da Serse.
Colpevole Aman della congiura:
l’uomo perdente, non pagò niente
ma implacabile nemico
abile serpente
nascosto nell’ombra, giurò
di vendicare il fallimento.
A mostrare la sua gloria
conviti per sei mesi Serse imbandì
principi, nobili e prefetti
da ogni capo dello sterminato impero
accorsero a ossequiare il condottiero;
sfoggio di ricchezza e lusso
negli arredi dei palazzi, tra le pieghe delle vesti
nei ceselli dei gioielli. Continua a leggere

Una poesia di Fabiano Spessi

 

fabiano_spessiSabato mattina

Certe giornate di sole
in cui tutto è svelato
anche se niente è scritto
Ora, neanche, minuti
in cui anche solo
i semplici riti del sabato mattina
– ritirare le camicie in lavanderia,
comprare il Corriere –
rendono meravigliosa la vita Continua a leggere

Antonio Spagnuolo, “Oltre lo smeriglio”

 

spgnuolo_oltre-lo-smeriglioAntonio Spagnuolo è nato a Napoli il 21 luglio 1931. 

In poesia ha pubblicato : “Ore del tempo perduto” – Intelisano – Milano 1953 “Rintocchi nel cielo” – Ofiria – Firenze 1954, “Erba sul muro” – Iride – Napoli, 1965, “Poesie 74” – SEN Napoli 1974, “Affinità imperfette” – SEN Napoli 1978, “I diritti senza nome” – SEN Napoli 1978 , “Angolo artificiale” – SEN Napoli 1979, “Graffito controluce” – SEN Napoli 1980, “Ingresso bianco” – Glaux Napoli 1983 “Le stanze” – Glaux Napoli 1983, “Fogli dal calendario” – Tam-Tam Reggio Emilia 1984 – prefaz. G.B. Nazzaro “Candida” – Guida Napoli 1985, “Dieci poesie d’amore e una prova d’autore” – Altri Termini . Napoli – 1987,  “Infibul/azione” – Hetea – Alatri 1988 “Il tempo scalzato” – All’antico mercato saraceno – Treviso 1989, “L’intimo piacere di svestirsi” – L’Assedio della poesia – Napoli 1992, “Il gesto – le camelie” – All’antico mercato Saraceno – Treviso 1992 , “Dietro il restauro” – Ripostes – Salerno 1993 , “Attese” – Porto Franco – Taranto 1994 – illustrazioni di Aligi Sassu, “Io ti inseguirò” (venticinque poesie intorno alla Croce) – Luciano Editore – Na – 1999, “Rapinando alfabeti”,  Napoli 2001 – “Corruptions” – Gradiva Pubblications – New York . 2004,  “Per lembi” – Manni editori – Lecce 2004 , “Fugacità del tempo”, Ed. Lietocolle – Faloppio 2007,  “Fratture da comporre” Ed. Kairòs 2009,  “Misure del timore” Ed. Kairòs 2011,  “Il senso della possibilità” Ed. Kairòs 2013.

Una poesia da “Oltre lo smeriglio” di Antonio Spagnuolo, Ed. Kairos, 2014

CIGLIA

Tra le ciglia strappo ancora la luce
per strappare una rima inconsueta,
e questa attesa, illusione già inquieta,
soffice bisbiglia un foglio bianco.
Spesso è l’azzurro in cui credo ancora
il candido frastuono dei ricordi,
perché Signore non so più che fare
tra le mura ingiallite e le foto sgualcite nei cassetti.
Tutto è sopito nelle forme oblique,
strana la voluttà dell’indicibile,
o del sospetto che tutto si annulli
nel mio respiro in cerca del tuo sguardo.

Domenica Mauri, “Il trattamento della neve”


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“Trattare la neve” cosa può significare? Probabilmente il far sì che la neve si sciolga, torni acqua, sostanza che scorre, che passa, va altrove. Ma è legittimo ipotizzare anche l’intento contrario, vale a dire il conservare, il bloccare, l’adoperarsi per accudire l’inverno, il suo gelo. Trattare è un agire. La finalità di questo agire è tuttavia opaca, ambigua, ambivalente. E ambigua può apparire anche questa scrittura poetica, intessuta di lacerti, racconti sospesi, ipotesi che rimangono tali, contraddizioni irrisolte. Una scrittura poetica che potrebbe rischiare l’intellettualismo, ma che in effetti mantiene costantemente una curvatura lirica. Anche quando cerca di catalogare – dunque di disinnescare con la ragione – ciò che la vita produce in eccesso, il dolore che tutto attraversa (“Grumi. Grovigli. Viluppi. / Senza vie d’uscita. / Con vie d’uscita…”).

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Anna Bergna

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A cura di
Luigia Sorrentino

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Oggi vi presentiamo una poesia di Anna Bregna,  che vive a Blevio, sul lago di Como, tratta da “I CORPI E LE CISTERNE” (LietoColle, 2015).

Precedentemente Anna ha pubblicato CROCEVIA, sempre con LietoColle nel 2011 e PALAFITTE, con lo stesso editore, nel 2012.

Le “domande” che si pone Anna in questa poesia, “annegano” fin dalle prime ore del giorno, in quella che lei stessa definisce, “un’amara colazione”.

Domande senza risposta, oppure, risposte amare, “tempeste lessicali,” che vivono in uno spazio che non ha futuro, in cui ci si ritrova, come “un vento passeggero”, “nella pieghevolezza”  di un canneto.

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Marinella Cossu

segretipoesiaA cura di
Luigia Sorrentino

Nata a Venezia, Marinella Cossu vive a Sagrado.
In poesia ha pubblicato: “L’anima lo sa” (Empoli, 2006), “Galassie” (Empoli, 2007), “L’estate dei cardi” (Empoli 2008), “Imago” (Empoli 2010), “Segreti” (Marco del Bucchia Editore 2014).
Tra i diversi riconoscimenti ottenuti in ambito letterario si ricorda, in particolare, il Primo Premio conseguito nel 2008 al Concorso Internazionale “Anna Achmatova” di San Pietroburgo. Sue liriche sono presenti in antologie, alcune delle quali bilingue, che le propongono anche tradotte in russo e tedesco. Continua a leggere

Raffaela Fazio Smith

incompiutaA cura di
Luigia Sorrentino

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Raffaela Fazio Smith è nata ad Arezzo e vive e lavora a Roma. E’ laureata in Lingue e Politiche europee, specializzata in traduzione, interpretariato, e ha conseguito un diploma in Scienze religiose e un master in Beni Culturali.
Ha pubblicato le seguenti opere di poesia: “Per ogni copsa incompiuta”, “A un filo più lento”, “A garante il mistero” e la raccolta per ragazzi “Ogni onda è il mare” (Rime da regalare), con la stessa casa editrice, MEF, L’Autore Libri Firenze/ Poesia.

La poesia che vi proponiamo è tratta dalla raccolta “Per ogni cosa incompiuta”. Continua a leggere

Patrizia Giovannoni, “Visione al fuoco di un’architettura”

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Dalla Prefazione di Roberto Mussapi

“…leggendo questo libro viene in mente la versione fotografica di “messa a fuoco”. La poesia da cui il libro prende il titolo, poi, rappresenta una visione ispirata da un’architettura, che però appare come ossificata: contrario del pieno, del tornito, l’architettura qui è “un arco” che “sospende l’occhio a mezz’aria / tra il veggente e l’accecato”, l’occhio cade sui serramenti, una colonna bianca all’inizio, solitaria, mentre le fondamenta sono amalgama “collante la prossima rovina”. La visione è anche, quindi, la messa a fuoco di un’architettura, un edificio crollante, arco, colonna, serramenti: una visione spettrale. E l’ossessione ottica organizza questo libro complesso, irto, teso, fondato su un primigenio contrasto luce buio, con rapinose apparizioni di squarci di bianco, un racconto in bianco e nero fortemente contrastato.” Continua a leggere

Una poesia di Marzia Spinelli

 
nelle-tue-stanzeSogno acqua, tormenta di gente
che vaga da buio a buio,
corpi, mondezza, e un’infinita pioggia
di rami, di edere mozze.
Tuona dolce la voce di mio padre:
svegliati figlia,
tengo il tuo respiro nell’incavo della mano.
 
Da: Nelle tue stanze di Marzia Spinelli (Ed. Progetto Cultura – Collezione di quaderni di poesia Le gemme, giugno 2012) Continua a leggere

Una poesia inedita di Franco Buffoni


Franco-Buffoni-455Oggi che la Germania

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Oggi che la Germania
Non è più il mostro accucciato
Che ho conosciuto nell’infanzia,
Oggi che è tornata arrogante
E la sua
Meticolosità nell’efficienza
Mi appare per quel che è –
Nevrosi da obbedienza –
Io le ripeto: quieta, zitta, a cuccia
Già hai dato il meglio, non strafare.

Una poesia di Carlo Cipparone

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TOGLIERE I CHIODI
Come il cane
che – per liberarsi dalle pulci –
acciambellato si morde la coda,
m’incurvo e scrivo, riscrivo,
non per lasciare il segno
ma per stanare il tarlo
dalle fibre del legno,
togliermi i chiodi fissi nel cervello.
BIOGRAFIA
Carlo Cipparone è nato nel 1934 a Cosenza dove vive. Ha pubblicato tre raccolte poetiche: “Le oscure radici” (Bologna,1963), “L’ignoranza e altri versi” (Cosenza, 1985), “Strategie nell’assedio” (Cosenza, 1999), e un’indagine ricognitiva circoscritta agli autori della sua regione: “Censimento dei poeti calabresi” (Soveria Mannelli, 1986). Continua a leggere

Una poesia di Dario Nicolella

trenta_poesie_rabaramaFERITE
Devo dirti grazie
per le bende che hai avvolto
della tua pietas Crocerossina
sulle ferite in-tagliate
piagate ustionate
Lasciami però aperti gli occhi
perché vedano albe e tramonti
questo buio mi ferisce ancora
mi tormenta come un coltello.
da: “Trenta poesie” per Rabarama, di Dario Nicolella, Scuderi Editrice, 2013
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