Umberto Fiori, Poesie 1986-2014

cop_fioriE’ in libreria l’Oscar Mondadori con tutte le poesie di Umberto Fiori (prezzo di copertina euro 20,00).
Il libro che ha l’introduzione di Andrea Afribo, comprende opere diverse pubblicate dall’autore a partire dal 1986. Umberto Fiori, nato a Sarzana nel 1949,  vive a Milano dal 1954, città nella quale si è laureato in Filosofia. Negli anni Settanta era il cantante degli Stormy Six, e ha scritto numerose canzoni per uno dei gruppi storici del rock italiano. In seguito ha collaborato con il compositore Luca Francesconi (per il quale ha scritto due libretti d’opera ed altri testi), con il fotografo Giovanni Chiaramonte e con i videoartisti di Studio Azzurro. Del 2009 è un cd di canzoni basate su suoi testi poetici, Sotto gli occhi di tutti che ha realizzato con la collaborazione del chitarrista Luciano Margorani. E’ autore di saggi e di interventi critici sulla musica Srivere con la voce 2003 e sulla letteratura La poesia è un fischio, 2007, di un romanzo, La vera storia di Boy Bantàm, 2007 e del Dialogo della creanza, 2007. Il suo primo libro di poesie, Case, è uscito nel 1986 per San Marco dei Giustiniani. Sono seguiti per Marcos Y Marcos, Esempi, 1992, Chiarimenti, 1995, Parlare al muro, con immagini del pittore Marco Petrus, 1996, Tutti, 1998, e La bella vista, 2002. Del 2009 è Voi.

Da: Voi, di Umberto Fiori, Mondadori 2009
Anche nelle giornate più serene
di primavera, quando i veli del mondo cadono
e il muro, la strada, il glicine,
ritorna chiara la gioia
che li sostiene e li illumina
– è inutile: prima o poi
mi sento mordere dentro un veleno,
un’ombra, in dispiacere.
Siete voi.
***
Eccovi ancora.
Ecco l’accusa: il muro,
la strada, il glicine, brillano
negli occhi di qualcuno.
Io. Uno.
E uno è troppo poco.
E’ niente. E’ il suo rimorso.
Invece voi – là, tranquilli:
siete i milioni, gli infiniti.
Chi potrebbe scampare ai vostri inviti,
ai vostri giochi? Sì, eccomi.
Forza coi quattro cantoni, la mosca cieca.
Via con la musica.
pronti col ballo dell’orso.

“Per essere poeta”, ha scritto Umberto Fiori, “bisogna saper cantare”. Ma “chi canta perde tutte le bravure”: quelle tecniche, quei talenti che da sempre definiscono lo stile poetico e il suo scarto dal linguaggio comune. Per essere poeta, infatti, Fiori fa sua proprio la lingua senza asperità e senza artifici tipica della quotidianità. Eppure, per quanto (almeno apparentemente) piano, il suo stile rimane riconoscibile e memorabile attraverso l’intero arco della sua produzione, in cui ha saputo delineare un mondo compatto, ben identificabile, animato da una forte tensione morale. Lo testimoniano i versi qui raccolti: tutte le poesie pubblicate in volume, da “Case” (1986) a “Voi” (2009), a cui si aggiungono alcuni inediti. Ponendosi in una linea che da Montale arriva ai grandi lombardi del Novecento, Sereni e Raboni, Umberto Fiori dilata, “sporca” i confini del codice lirico e sceglie, come teatro per le sue poesie, un’ambientazione urbana, affollata di personaggi anonimi: passanti, taxisti, persone qualunque. Sono loro i protagonisti di apologhi esemplari capaci di illuminare, con un’inaspettata vena comica, i miracoli quotidiani che irrompono nella protettiva ma devitalizzante routine, spalancando così il mondo alla vita e illuminando l’ordinario di “una luce nuova, più vera”.

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