Amedeo Modigliani e la collezione Netter

Elvireconcollettobianco1E’ in corso a Roma la mostra “Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter” (a cura di Marc Restellini, Museo Fondazione Roma – Palazzo Cipolla, dal 14 novembre 2013 al 6 aprile 2014).

LA MOSTRA

Sono oltre 120 le opere esposte, per ricostruire il percorso di artisti che vissero a Parigi nel quartiere di Montparnasse agli inizi del Novecento: Modigliani, Soutine, Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling e altri ancora. Queste opere non sono state mostrate al pubblico da più di settant’anni, e oggi ricompaiono come se fossero uscite da un altro mondo. Così Marc Restellini, curatore della mostra ‘Modigliani, “Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter” in corso nelle sale del Museo della Fondazione Roma, promossa da Fondazione Roma, Comune di Milano, Palazzo Reale, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della Città di Roma e prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con la Pinacothéque de Paris.

Modigliani arrivò a Parigi nel 1906 sapendo che in quella città avrebbe potuto realizzare il suo sogno. E proprio Montparnasse dove andò a vivere, divenne, in quegli anni, il quartiere degli artisti. Non soltanto pittori, ma anche scrittori, come Hemingway e Miller, intellettuali come Jarry e Cocteau, rifugiati politici come Lenin e Trockij. I luoghi di incontro sono le trattorie e le cantine in cui si fa tardi a parlare di arte e politica. Tutti questi artisti vivono in condizioni di indigenza, ma sono consapevoli che le loro opere cambieranno per sempre i canoni estetici dell’arte.

MODIGLIANIMarc Restellini: “Questi spiriti tormentati si esprimono in una pittura che si nutre di disperazione. In definitiva, la loro arte non è polacca, bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale. E’ a Parigi che tutti hanno trovato i mezzi espressivi che meglio traducevano la visione, la sensualità e i sogni propri a ciascuno di loro. Quegli anni corrispondono a un periodo d’emancipazione e di fermento che ha pochi eguali nella storia dell’arte. Ovunque in Europa era in corso una rivoluzione estetica, preludio a un’evoluzione dei costumi ed è a Parigi, l’unico luogo al mondo in cui la rivolta ha il diritto di cittadinanza, prima a Montmartre e poi a Montparnasse, che quegli artisti – tutti ebrei – si sono ritrovati per tentare la sorte

Il percorso espositivo, articolato in sei sezioni, mette a confronto i capolavori acquistati nell’arco della sua vita da Jonas Netter, anch’esso ebreo, che, affascinato dall’arte e dalla pittura, diventa un  amante illuminato e acuto riconoscitore di talenti, grazie all’incontro col mercante d’arte e poeta polacco Léopold Zborowski, anche egli ebreo. 

Netter conosce Modigliani, Soutine, Utrillo ed entra in contatto con Valadon, Kisling, Krémègne, Kikoïne, Hayden, Ébiche, Antcher e Fournier. Egli diventa una sorta di “mecenate”, tanto che, quando Modigliani fu costretto a trasferirsi in Costa Azzurra a causa di problemi di salute, comprò dal giovane artista italiano abbastanza tele da permettergli di affrontare il viaggio, durante il quale poi l’artista lavorerà intensamente.

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