Herman Melville, “Viaggi e balene”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

Herman Melville. “Viaggi e balene. Scritti inediti”

di Nadia Agustoni

Le Edizioni Clichy pubblicano alcuni scritti inediti di Herman Melville di grande interesse per chi ama lo scrittore americano. Un Melville di cui scopriamo la vena satirica negli “Autentici aneddoti del vecchio Zack”, usciti all’epoca sulla rivista “Yankee Doodle”, dove veniva preso di mira il generale Taylor (impegnato in una guerra imperialista contro il Messico e poi futuro presidente degli Stati Uniti d’America) descritto in alcuni bozzetti che farebbero l’invidia dei nostri scrittori più versati nel genere. Le simpatie e le antipatie di Melville sono evidenti anche negli altri scritti di questo piccolo libro, prezioso nel restituire la visione umana dello scrittore di “Moby Dick” e di “Bartleby lo scrivano”. La sua acutezza gli permise di prevedere lo scempio a cui un incivilirsi nell’ottica di “Mammona” avrebbe portato, e chiara è la sua denuncia del male fatto a popoli indifesi a cui si imponevano asservimento e distruzione. Non mancano frasi che evidenziano la sensibilità e l’attenzione di Melville ai problemi del tempo, come quella contenuta in una conferenza sul viaggiare tenuta tra il 7 novembre 1859 e il febbraio 1860: ” Le persecuzioni e le estorsioni delle guide, non solo quelle rozze e rapinose, ma quelle che combinano la gentilezza più squisita con la più delicata furfanteria, rappresentano un altro grave inconveniente al vostro piacere anche se, pensando alle estorsioni migliaia di volte peggiori praticate qui da noi nei confronti degli immigrati, dobbiamo riconoscere che l’Europa non possiede poi tutti i ladri”. (p. 154)

Viaggiare ci migliora, dice Melville, sotto ogni aspetto e cambia le nostre idee sugli altri, un esempio: “Il matador spagnolo che crede devotamente nel proverbio ‘ crudele come un turco’, va in Turchia e nota che le persone sono gentili con tutti gli animali: vede cavalli docili, mai recalcitranti, gentili, obbedienti, estremamente intelligenti senza che mai vengano battuti e se ne torna a casa alle sue corride con un’impressione molto diversa della propria umanità.” (p. 154-155)
Lettura consigliata a quei nostri connazionali, non tutti, ma non pochi, che come rilevava a suo tempo l’antropologa Paola Tabet, credono ancora che in Africa e in Oriente vi siano solo capanne e analfabetismo.

Herman Melville, Viaggi e balene. Scritti inediti; Edizioni Clichy 2013.

1 pensiero su “Herman Melville, “Viaggi e balene”

  1. La casa di Herman Melville e’ vicina alla mia. Il vuoto e’ presente in ogni stanza. Tutto e’ ordinato e statico. Dalla sua scrivania si vede la montagna che ricorda una balena. La sua casa e’ un museo… la mia piena di vita, un divenire continuo com’era la sua quando l’abitava con la sua famiglia.
    Cerchiamo di essere buoni… non punzecchiamo sempre tutti. E difficile immaginare il mondo… certe persone amano solo quello che conoscono, il che non e’ cosa facile…richiede un certo sforzo e crea la diversita’.

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