Andy Warhol “Headlines”, il valore della notizia nell’arte

Arte e Poesia
a cura di Luigia Sorrentino

Ho visto per la prima volta Andy Warhol (Warhol in the Factory during work on the triptych “Fate Presto,” 1981.
Photo by Michele Bonuomo) nel 1982 a Villa Campolieto, in occasione della mostra organizzata da Lucio Amelio, “TerraeMotus”. Ricordo prefettamente l’enorme trittico di Wharol che riproduceva la scritta FATE PRESTO (ndr.che era  la ripresa della prima pagina de ‘Il mattino di Napoli’ uscita proprio nei giorni del terremoto in Irpinia. del 23 novembre 1980).  Quella mostra per me che ero giovane, fu l’inizio di una  nuova speranza anche per il ruolo che ebbero i media, ma soprattutto perché nacque La protezione civile, istituita da Giuseppe Zamberletti nel 1981. Ma vi rendete conto? L’italia  fino a quell’anno, non aveva La protezione civile!

Un’occasione da non perdere, dunque, la mostra “Warhol: Headlines” che da martedì 12 giugno 2012 al  9 settembre (2012 / June 12th, 2012 – September 9th, 2012) sarà in esposizione alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea,  di Roma.  Warhol è rappresentato da una delle sue ‘nature morte politiche’: Hammer and Sickle (1972), una delle opere della serie dedicata a falce e martello, la cui fonte d’ispirazione è l’Italia.

La mostra  è costituita da un gruppo cospicuo di opere riunite insieme per la prima volta, in cui le notizie vengono elevate al livello artistico.

Con la scritta ‘FATE PRESTO’ Warhol ci ricorda che un fatto, anche se scioccante, non diventa notizia fintantoché non è tradotto in un titolo, finché non gli viene data una forma grafica. In questa esposizione, per la prima volta, la relazione tra Warhol e i media non è analizzata attraverso icone (ritratti di celebrità o immagini pubblicitarie), ma attraverso simboli linguistici. Meno conosciuta delle Marilyn o del Ketchup Heinz, questa fase della sua produzione presenta maggiori legami con altri fenomeni artistici quali la poesia concettuale e quella visiva, o l’attuazione di importanti cooperazioni con altri artisti (Keith Haring).

In collaborazione con la National Gallery of Art of Washington, Museum für Moderne Kunst, Frankfurt, The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, Pennsylvania; a cura di Molly Donovan con John J. Curley, Anthony E. Grudin, John G. Hanhardt, Calie Angell e Matt Wrbican.

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